Si prese un secondo marito appena il primo cadde prigioniero

Si prese un secondo marito appena il primo cadde prigioniero Si prese un secondo marito appena il primo cadde prigioniero La condanna della bigama a due anni di reclusione Ci telefonano da Lucca: La seconda sezione del nostro Tribunale ha condannato a due anni di reclusione la trentenne Felicetta De Pasquale di Ciro, residente a Torino, colpevole di bigamia. La donna il 28 ottobre del 1940 si era unita in matrimonio con Silvano Versolatto di Giuseppe, di 33 anni, abitante nelle case della Snia a Venaria. Poco tempo dopo il Versolatto fu chiamato alle armi e venne destinato al 1° reggimento Genio di stanza a Favria Canavese. All'8 settembre 1943 i tedeschi lo fecero prigioniero a Bolzano, dove era stato mandato, e lo internarono in un campo di concentramento in Germania. Il 15 maggio 1945 potè fare ritorno in patria. Cercò sua moglie; ma nessuno seppe dargliene notizia: si era allontanata dal paese fin dal febbraio 1943 e da allora più nessuno l'aveva vista. L'ex-prigio niero riusci invece a ritrovare presso i suoceri il figlioletto Lu- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ciano, nato dal suo matrimonio con la De Pasquale. Era molto ammalato e fu necessario ricoverarlo all'ospedale Koellicher. Intanto il Versolatto non si dava pace della scomparsa della moglie e continuava le ricerche; e un giorno riuscì a sapere che essa si trovava a Sant'Alessio, un paese presso Lucca, in casa di Emilio Tambellini, di 32 anni, sottufficiale dell'Aeronautica. E seppe pure che la donna si era sposata con il Tambellini il 29 aprile 1944 facendosi credere, probabilmente, sorella del Versolatto. perchè con questo nome era conosciuta dal sottufficiale e con questo nome si era sposata. Dall'unione erano nate due bambine. L'ex-prigioniero di guerra Inviò allora un esposto al Prefetto di Torino che lo trasmise alla Questura; e fu poi la Questura di Lucca a condurre le indagini che hanno portato alla denuncia della De Pasquale. Questai nel gennaio 1943, aveva lasciato Torino per Roma, allo scopo di occuparsi come cameriera e in un bar aveva conosciuto il Tambellini. I due vissero insieme per un po' di tempo, poi il Tambellini la portò a casa sua a Sant'Alessio, dove il 29 gennaio 1944 furono celebrate le nozze dinanzi al parroco del paese. Queste furono possibili perchè la De Pasquale aveva nascosto sempre, a tutti, anche al Tambellini. il suo vero nome e il suo stato civile di coniugata con un figlio. A causa della guerra, era impossibile far giungere da Torino i documenti necessari per le nozze: pertanto si supplì con i giu¬ ramenti di rito sullo stato libero di lei, attraverso anche un atto di notorietà steso davanti al pretore di Lucca nel dicembre 1943. I testimoni di questo atto, presi all'ultimo momento, dichiaravano di conoscere la donna, e di sapere con certezza che era nubile. Solamente dopo il matrimonio la sposa rivelò al secondo marito la sua vera posizione. Al punto In cui erano le cose, i due decisero di stare zitti. In Tribunale la bigama doveva rispondere anche di avere date false generalità al sacerdote officiante il matrimonio. Da questa accusa è stata amnistiata. vasacopcofagsdsrchvzc«itiiiitifiiiiiititiii9tt«iiiiiiiiiii»iiiiiiii>iiic<itiiiiiii