Le accuse di "el Campesino,, allo stato maggiore comunista

Le accuse di "el Campesino,, allo stato maggiore comunista TURBINOSA GIORNATA DI PROPAGANDA ELETTORALE Le accuse di "el Campesino,, allo stato maggiore comunista Tafferuglio con intervento della Celere al comizio dell'ex-gesuita P. Tondi Cinque contusi ieri sera a Rivoli dove doveva parlare Tullio Abelli del M. S. I. Il comìzio di ieri all'Alfieri di Valentin Gonzales è stato preceduto da «n<i conferenzastampa, in cui l'antico comandante delle brigate, rosse ha anticipato gli argomenti che più tardi avrebbe sviluppato al teatro Alfieri, Aria di « rivelazioni », polizia in uniforme e no, perplessità tra i « borghesi*, irritato scetticismo degli c-t « compagni*. Qui a Torino i comunisti, hanno accollo il « transfuga » con un articolo di Vittorio Didali — comparso ieri stesso sull'Unità. — in cui lo si accusa di essere un buffoncello al soldo degli americani. « Perchè Vidali, invece d'accusare me, non racconta invece come egli uccise lo studente cubano Julio Mela, e mio cugino, e l'anarchico italiano Treschi, e quaranta feriti rivoluzionari ricoverati all'ospedale, e Guido Picelli, troz.kistaf ». « Nell'attraversare VBbro rimasi ferito: fui ricoverato in un ospedale, controllato dai bolscevici. Quando ritornai al fronte, dopo un mese, i miei commissari migliori, i miei ufficiali pni fedeli erano stati liquidati, la mia divisione spezzata. Protestai al comitato centrale comunista. Questo può sembrare strano, ma allora, dopo un anno di guerra, il Governo della Repubblica non contava più nulla: solo Togliatti contava. Minacciai di ritirarmi con le mie truppe fedeli e di romperla con tutti gli stranieri che si trovavano in terra spagnola. Fu allora che gli ufficiali russi-e Togliatti, Vidali, Di Vittorio e Longo decìsero che io ero ammalato di nervi e mi mandarono a riposarmi in un clinica, che in realtà era una prigione ». Poi, naturalmente, segui la scotifitta dell'esercito rosso, che « el Campesino » attribuisce al sabotaggio del Cremlino che già allora era in trattative con Hitler Documenti? Valentin Gonzales non se li porta certamente nel bagaglio, in questo suo « giro d'Italia » che tocca le piazze più arroventate: Parma. Reggio Emilia, Mantova, Carpi, Fidenza. Ma a Parigi — egli dice — ne ha molte casse: cw.teggi, dischi, lettere riservate, fotografie di documenti estratti dalle macerie della Cancelleria di Berlino subito dopo lo sfacelo. Ed eccoci dunque alla parte più cocente della testimonianza di < el Campesino ». Dove li ha visti, questi nostri poveri fratelli; quanti erano, che cosa facevano? Carta geografi, ca alla mano, Valentin Gonzales indica i punti. Lasciamo a lui l'intera respoìisabilità dell'affermazione. Circa trentamila italiani si sarebbero trovati nel 191/8 suddivisi fra i campi di lavoro del nord Iukino, Karparok, Tarai, Kenga; altri seimila in campi nella zona di Mosca; altri 7 mila a Kaluga. altrettanti a SmoUnsk, e trentamila ancora tra Minsk e Kahnscovichi, In totale, circa ottantamila; tuttavia, it ninnerò dovrebbe essere ora grandemente ridotto (forse a venti-trentamila) per la mortalità elevata, specie nella zona nordica. « El Campesino » ebbe modo di visitare quei campi perchè incaricato (lui dice « obbligato ») a tenervi conferenze propagandistiche. Ma nessun nome egli ricorda — o vuol dire — di questo disgraziato brandello del nostro esercito. Al teatro Alfieri, davanti a un pubblico fittissimo, attento ed emozionato < el Campe sino^ ha raddoppiato il vigore dei suoi j'accuse. Ha salutato tutti i lavoratori, specialmente però i comunisti che * hanno saputo rompere le catene del partito ». Ha spiegato che egli corre de pueblo en pueblo, de tribuna en tribuna per gridare a tutto il mondo la sua testimonianza. Testimonianza rischiosa, se è vero che finora i comunisti gli hanno teso sei agguati, crivellando infine di pallottole la sua vettura ed uccidendo < la segretaria del Campesino ». Pelle dura, il generale Valentin Gonzales: dei comunisti non ha paura. Si guarda alle spalle, ma non rinuncia ad < aprire gli occhi » ai trabajadores. Primo a cadere sotto i colpi del suo staffile. Togliatti, cui tei Campesino» non perdona evidentemente di avergli soffiato le sue belle brigate; Vidali è il sfrondo. In Spagna — tuona Valentin Gonzalei, — Vidali organizzava le € passeggiate notturne >, che si concludevano con la liquidazione dei «rosei» no» ligi agli'ordini di Mosca. Di Vittorio « andava sempre a testa bassa ed ogni sera scriveva i suoi rapporti a Berla ». Nenni « con i suoi occhiali a doppia lente » si fingeva socialista, ma in realtà era complice di Togliatti nel liquidare la guerra rivoluzio maria. Quando parla della rsua espe rlcnza >« Russia ed afferma di «ver visto i lavoratori <alla catena*, una fragorosa interruzione scoppia in platea, «A me non me la fate, conosco i metodi; io sono il vostro maestro.'>, inveisce tei Campesino* contro i provocatori che vengono allontanati dalla sala. € Tengo 42 condensa a muerte y una capeza sola, ed una te- pclrv"nlsta ^lalTprosegue'tergendosii il sudore. Sui prigionieri italiani egli chiarisce che Mosca, per sottrarsi agli obblighi dei trattati internazionali, li ha. già dal '-J5, trasformati in operai civili, condannandoli « in via amministrativa* a SO o SO anni di lavori forzati. Essi sarebbero adibiti a lavori ferroviari, alla costruzione di dighe, e alle miniere. L'accusa che si muove ai nostri prigionieri sarebbe di aver fatto parte delle divisioni d'assalto. Altra interruzione: è questa volta un ex ufficiale dell'Armir che contesta a <fl Campesino * certe affermazioni sull'armamento delle truppe italiane. Ma il gen. Valentin Gonzales non capisce, e gli dice di rivolgersi al Tribunale. «Le mie ultime parole — egli conclude — sono queste: tutto il popolo italiano deve esigere che Togliatti reclami dalla Russia i prigionieri; se non lo farà non avrà diritto di sedere come deputato al Parlamento ». Teatro gremito, atmosfera nervosa, nessun incidente. Discorsi di due ex-sacerdoti Due ex-sacerdoti hanno parlato ieri sera per il Partito co munista: il più noto di essi, il prof. Alighiero Tondi, già ap partenente ai gesuiti, ha tenuto un comizio in piazza Gran Madre di Dio. Poco prima dell'inizio, mentre la piazra si andava affollando di gente, un giovane, dimessosi da qualche mese dal Partito comunista — Fioravante Caruso — e che sembra si sia proposto lo scopo di controbattere in ogni comizio l'ex-gesuita, ha chiesto il contraddittorio. Gli è stato rifiutato e ne è nato un vivace tafferuglio, nel corso del quale l'accompagnatore del Caruso riceveva qualche pugno. L'intervento della Celere riportava la calma e il prof. Tondi poteva incominciare il suo discorso. Il Caruso si è allontanato ripromettendosi di rispondere stdmtspDlftpgirecdclheddnnrglcssrhSgshnecshmsvaplalQcaniiiiiiirifiitiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiriiiiiiiiEiiiiiitii stasera al mancato contraddittore nello stesso luogo. Tondi ha parlato per oltre due ore e mezzo: la sua polemica si è maggiormente diretta contro <il Vaticano che — secondo lui — domina la vita politica del nostro Paese ». Dopo aver affermato dì non voler criticare il Vangelo, ma difenderlo, ha analizzato e controbattuto gli argomenti della propaganda democristiana, negando in modo particolare che il comunismo sia nemico della religione. A questo proposito egli ha illustrato a lungo le condizioni del clero nei Paesi d'oltre cortina. Nel corso del comizio egli ha anche narrato le vicende personali che lo hanno portato — come si è espresso — ad < abbracciare la dottrina di Carlo Marx *; usando argomentazioni che facevano ricordare la sua origine. Ai margini della folla radunatasi intorno al palco dell'oratore si notavano alcuni religiosi, che hanno ascoltato in silenzio il prof. Tondi. Numerosi capannelli si sono formati verso la fine del comizio e le discussioni talvolta sono degenerate in piccole zuffe. In piazza Santa Rita, alle 11, ha parlato un altro ex prete: Salvatore Maccarone, che fu già cappellano militare dell'esercito. Un migliaio di persone hanno seguito il comizio organizzato dal partito comunista e impostato sulle varie accme che oggi fanno i comunisti Un tafferuglio a Rivoli Un incidente, che il tempestivo intervento della Celere ha potuto contenere entro li miti di non eccessiva gravità, si è verificato ieri sera a Ri voli. Alle ore ZI nella piazza antistante la stazione doveva parlare per il MSI il dott. Tullio Abelli di 32 anni, candidato al Parlamento e dirigente dello stesso Movimento Sociale. Quando egli giungeva in macchina da Torino con alcuni accompagnatori, vi era attorno al microfono un centinaio iiiii(ii(iiiitiiiririiiiiiriiiiiiiii[iiiiiii[iii[iti]ii]ritii di persone che ben presto manifestarono con fischi la loro disapprovazione all'oratore. Egli veniva quasi subito interrotto e sorgeva una disputa, nel corso della quale l'Abelli e i suoi accompagnatori venivano malmenati. Intanto qualcuno aveva telefonato alla Celere che giunta sul posto poteva ristabilire la calma. Cinque esponenti del MSI visitati all'ospedale Maria Vittoria di Torino sono stati medicati per alcune contusioni. Il dott. Abelli e gli altri quat tro suoi compagni sono stati giudicati guaribili in 8 giorni. cniiiHmimmmimiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiMi «El Campesino»