Polemiche e strascichi sulla «Mostra dell'aldilà»

Polemiche e strascichi sulla «Mostra dell'aldilà» Polemiche e strascichi sulla «Mostra dell'aldilà» Due fotomontaggi preparati a Roma e la protesta dei comunisti - La voce del "muratore,, e il film introduttivo - Inchiesta del Governo? Roma, 14 maggio. Se per la competizione elettorale funzionasse il totalizzatore, alcuni punti bisognerebbe oggi segnare all'attivo della propaganda comunista, e naturalmente a scapito di quella governativa, e poiché la campagna elettorale, sebbene con qualche accento di rudezza verbale e figurativa, si svolge in un clima di civile tolleranza, ci sembra attinente al giuoco democratico registrare quanto oggi denunciano comunisti e socialisti a proposito della < Mostra dell'aldilà > che in questi- giorni attira gran copia di visitatori nei sotterranei della monumentale Stazione Termini. La « Mostra dell'aldilà > che prima di fermarsi a Roma ha fatto sosta, su apposite autocarrozze, in varie città d'Italia, vuole offrire una documentazione della vita ora in atto nei Paesi d'« oltre cortina » sottoposti al regime comunista. E' una mostra che si basa, in parte, su autentiche documentazioni — e basterebbero soltanto le cifre di coloro che ogni giorno rischiano la vita per passare la linea di demarcazione e rifugiarsi in Occidente — e in parte su ricostruzioni polemiche e quindi legate ad una regia più o meno sapiente. E' appunto in questa parte relativa alla regìa che gli organizzatori hanno commesso alcuni passi falsi e leggerezze, subito sfruttati dalla contropropaganda dell'estrema sinistra. « 1 lavoratori forzati » Che comunisti e socialisti stessero sul piede di guerra per la « Mostra dell'aldilà > era apparso evidente anche dagli attacchi che più volte erano stati mossi dagli organi di stampa di quella parte politica ed anche dalla recente protesta diplomatica avanzata dal Governo polacco sulla inesattezza di alcuni riferimenti, con parole ed immagi ni, all'attuale vita in Polonia. Oggi l'offensiva è stata sferrata in pieno dai comunisti con una intera pagina de l'Unità dedicata alla dimostrazione di come e perchè alcune riproduzioni fotografiche di lavoratori forzati di Paesi d'oltre cortina siano invece cittadini romani che, vivamente, sul giornale comunista, protestano per l'abuso fatto della loro immagine. Come tale fatto sia potuto avvenire è detto appunto nelle lettere di protesta che- i due « lavoratori forzati > scrivono al giornale del P.C.I., e da esse si apprende come una agenzia fotografica romana, ricevuto incarico dagli organizzatori della mostra di fornire due tipi, uno per rappresentare il « lavoratore socialista d'oltre cortina >, l'altro il « lavoratore del ceto medio >, si mettesse subito al lavoro ritraendo le prime persone che capitarono sotto l'obiettivo di un operatore fotografico; e così la fi gura che appare nella mostra, grande due volte il normale, tutta circondata di filo spinato, con sotto la scritta: «Tra i novanta milioni di schiavi: i socialisti >, appartiene ad Alfredo Nardecchia, stampatore presso la stessa agenzia fotografica, e l'altra figura, anch'essa avvolta nel filo spinato, con la dicitura: « Tra novanta milioni di schiavi: il ceto medio >, appartiene a Dionigi Judicpne, commesso in un negozio della medesima via dove ha sede l'agenzia fotografica. Una voce molto nota Il Nardecchia e lo Judlcone affermano di non aver saputo, quando fu loro chiesto di prestarsi alla ripresa fotografica, il preciso destino delle fotografie e di. essere poi rimasti « stupiti e indignati > nel vedersi poi collocati al posto d'onore della « Mostra dell'aldilà >. Naturalmente hanno protestato, naturalmente 1 pannelli sono stati rimossi dagli organizzatori della mostra e, anche se c'è da rimanere perplessi sulla genuinità dello stupore espresso con perfetta simultaneità dai due cittadini, resta II fatto che i registi della mostra hanno registrato scacco matto. Uno scacco del tutto gratuito che potrebbe avere — come preannuncia stasera un'agenzia di stampa non troppo tenera verso il Governo — la conseguenza di un'Inchiesta promossa dall'alto. La leggerezza e la superficialità degli organizzatori, infatti, è confermata anche dal fatto che colui che all'ingresso della mostra riceve i visitatori nelle dimesse vesti di un muratore ed ai visitatori rivolge, in un breve film, un discorsino ad hoc, altri non è che un noto an nunciatore della RAI la cui voce è ascoltata ogni giorno da milioni di cittadini. E non è a dire che il « muratore > abbia camuffato le proprie sembianze anch'esse note — come vittoriosamente rileva il giornale comunista — a milioni di italiani. Tra ì punti che i comunisti hanno oggi segnati a proprio vantaggio nell'ipotetico totalizzatore elettorale è da mette-i — come del resto fanno — .a recente dichiarazione del sottosegretario Tupini dopo la protesta polacca: «La mostra è basata su documenti, e quando si asserisce che un documento è falso bisogna provarlo >, Ammesso che per il Nardecchia e il Judicone non sia stato consumato nessun falso e che l'uno possa rappresentare il lavoratore socialista e l'altro il lavoratore elei ceto medio, la sagacità e l'opportunità di certe mostre appaiono veramente discutibili. Intanto i comunisti sfruttano il successo e stamane in un cinema cittadino hanno proiettato, seguiti da commenti, due documentari a colori: uno sulla Polonia in titolato, la «strada del nord-ovest > e l'altro sulla Russia intitolato < La vita dell'aldilà >. Gli imbonitori comunisti avevano buon giuoco nel ripetere lo slogan: «Toccare per credere, compagni >. d. m.

Persone citate: Alfredo Nardecchia, Dionigi Judicpne, Nardecchia, Tupini

Luoghi citati: Italia, Polonia, Roma, Russia