La «Pax» si ribella agli ordini e si porta al largo del Lido

La «Pax» si ribella agli ordini e si porta al largo del Lido CLAMOROSO CONFLITTO A VBX BUA PER IL PETROLIO PERSIANO La «Pax» si ribella agli ordini e si porta al largo del Lido La vertenza' sorta per la mancata corresponsione di un premio da parte dell' armatore - L'improvvisa decisione dell'equipaggio di fronte alla minaccia di un intervento della polizia La soluzione rimessa al Console del Panama o e o i o e (Nostro servizio particolare) Venezia, 13 maggio. Il petrolio persiano decisamente è fonte di liti, anche se questa volta l'A.I.O.C. e il governo di Mossadeq non c'entrano. Il conflitto è scoppiato, ed è tuttora aperto, fra lo stato maggiore e l'equipaggio della cisterna Pax, da una parte e l'armatore greco Xidya Nicos dall'altra. La Pax, com'è noto, ha trasportato a Venezia -H9G fonjieZZafe di petrolio Iraniano greggio, per conto dell'EPIM (Etite petrolifero Italia-Medio Oriente) il cui esponente ufficiale è il veneziano conte Ettore Della Zanca. Come si ricorderà, il Della Zonca fu il primo a tentare l'esportazione del petrolio da Abadan, dopo la clamorosa rottura A.I.O.C.Mossadeq, con la famosa ci sterna Rose Marie che fu catturata dagli inglesi quando dovette sostare nel porto di Aden La Pax, una cisterna di 4500 tonn. è una vecchia < carrettai, messa in acqua a Nuova York quarantadue anni fa, e che ormai ha tutti i requisiti per essere smantellata. Si sa qualcosa solamente delle sue vicende recenti, quando si chiamava El Segundo. Sotto que sto nome essa si trovava ai primi di marzo nel porto di Marsiglia e di là il greco Nicos la spedì in Italia dopo avere stipulato il contratto di nolo con l'EPIM. Giunta a Genova con equipaggio internazionale, le si dette una mano di colore sulle lettere che formavano il nome El Segundo e sopra venne scritto Pax; come bandiera mantenne quella che già aveva, non si sa da quanto tempo, e cioè la panamense. Stato maggiore ed equipaggio furono quasi interamente sbarcati; rimasero solamente sei spagnoli (il direttore di macchina, il primo ufficiale pure di macchina e quattro membri dell'equipaggio), oltre al cuoco marsigliese e a due marinai egiziani. ." e altre persone chiamate a comporre lo stato maggiore e l'equipaggio furono tutte italiane: SS uomini, ingaggiati e imbarcati parte a Genova e parte a Napoli. Il loro contratto fu stipulato al Consolato panamense di Genova. Le due parti sono d'accordo nell'affermare che il contratto da applicare era quello italiano. Dice però l'equipaggio, e lo confermano gli ufficiali, che fu promesso un pre¬ IIl'ItlllllIllIlllIlllItlIllllllllllllIllllIllllllllllllllllli mio alla fine del viaggio, il quale fu un viaggio molto periglioso. La nave impiegò due mesi per andare e tornare dall'Italia ad Abadan. La nave è decrepita, dicono i nostri marittimi, e piuttosto sporca: il frigorifero non funziona, l'acqua è scarsa e le macchine sono un disastro. Due volte si seno fermate: a Suez, per la rottura di una biella che richiese quattro giorni di sosta, e a Bandar Mashur, nel Golfo Persico, ove la riparazione di un'altra avaria richiese ben cinque giorni. Per la decrepitezza della nave, dice l'equipaggio, furono necessarie ore ed ore di lavoro straordinario che richiedono quel compenso che in mare va sotto il nome di overtime; e Z'overtime, essi dicono, fu loro assicurato dal conte Ettore Della Zonca. Il fatto si è che nel ritorno, quand'erano nel Canale d'O tranto, e ancora non avevano ricevuto alcun compenso, radiotelegrafarono all' E.P.I.M. perchè facesse loro trovare il denaro all'arrivo a Venezia, qui, infatti, fu loro mostrato un assegno di otto milioni spedito dall' E.PJ.M. Non lo si poteva incassare perchè era domenica, ma iniziassero subito lo scarico, e ognuno avrebbe avuto il suo. Ieri sera lo scarico delle 4496 tonnellate di petrolio (che andranno in Svizzera, pagate direttamente ad Abadan in valuta svizzera) era finito i stamane finalmente si pagava Ma il comandante Confi, rappresentante dell'E.P.I.M. a bordo della nave, che aveva versato il denaro al comandante Borea, oapitano della petrolie ra. riconosceva solo il con tratto firmato a Genova; quindi niente overtime e niente premio. Il malcontento scoppiò subito e unanime. Dall'ultimo mozzo al comandante, dal cuoco marsigliese all'ingegnere spagnolo. Il comandante Bo rea, come si è detto, è d'accordo con gli uomini dell'equi paggio, ma naturalmente, pure avendo il denaro in cassa, non può commettere l'arbitrio di pagare ciò che non gli è ordinato. La parola d'ordine fu: la nave resta qui e noi tutti a bordo. Il rappresentante dell'armatore voleva, invece, che si procedesse alla degasificazione delle cisterne e allo scio glimento dell'equipaggio. La lllIlllllllllllIlllllIlllllllllllllllllllIlllIIMIIlllHII» Capitaneria del porto, dal suo canto, voleva libera la banchina. I trentadue «omini, allora, per evitare l'intervento a bordo della polizia marittima, lasciarono a terra una loro piccola commissione, e poi, tolti gli ormeggi, se n'andarono fuori del porto di Lido, ove dicono che rimarranno finché non saranno riconosciuti i loro diritti. Solo la marina da guerra del Panama potrebbe imporsi nelle acque extra-territoriali, ma sembra che il Panama non abbia marina da guerra. Nel pomeriggio la Capitaneria di porto ha convocato le parti ad una conferenza che non ha avuto successo. Le decesioni sono state rimesse all'avi!. Paolo Antonelli, console onorario del Panama a Venezia, il quale, probabilmente, non aveva mai immaginato di essere chiamato a trattare questioni così serie. Egli ha respinto la proposta di una riunione per questa sera: andassero i contendenti nelle ore di ufficio. E cosi egli li attende nella mattinata di domani, festa dell'Ascensione. a. I.

Persone citate: Bandar Mashur, Borea, Paolo Antonelli, Rose Marie, Zonca