La giovinezza di Malenkoff nei ricordi della sua insegnante

La giovinezza di Malenkoff nei ricordi della sua insegnante La giovinezza di Malenkoff nei ricordi della sua insegnante Pallido, grasso, goloso, Gheorgj era un ragazzo intelligente ma pauroso - Nato in una famiglia borghese pregava molto e non si interessava di politica a , a a a l a a a i e o o ì n o . a o e e (Nostro servizio speciale) Wesseling, 6 maggio. « Gheorgj Malenkoff era un ragazzo pallido, grasso, goloso e — soprattutto — pauroso; ma intelligentissimo, avido di apprendere, curioso della lontana vita dell'Occidente > racconta la sua maestra di francese, Emj Gicsen, nata Bardiaux, una vecchia signora con i capelli tutti bianchi, affranta dalle molte interviste concesse durante la giornata, sorpresa della popolarità cadutale addosso per aver raccontato ieri sera ad una sua vicina, parente di un giornalista tedesco, che « quel > Malenkoff di cui aveva visto una fotografia su un giornale illustrato era stato suo allievo per tre anni in una piccola, sperduta cittadina di provincia nella Russia degli Zar, come piccolo, sperduto è il villaggio di' Wesseling a metà strada fra Bonn e Colonia, dove la vecchia signora vive in una casetta ad un sol piano, rustica, senza quasi nessuna comodità. iiitiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiitiiiriiEiiiiiiiiiiiiiiniiiiifi ; i n , i a a i , n d a i « Pensare che sono venuti apposta da Parigi in aeroplano per fotografarmi» (e ancora ha in testa il cappeho con la veletta e il vestito buono della domenica) dice; e non si rende conto del valore della sua testimonianza per lo studio del carattere del nuovo capo dell'Unione Sovietica. Élla lo ha conosciuto quasi trenta anni fa, quando Malenkoff, figlio di un ingegnere delle ferrovie, era studente al Ginnasio di Orenburg negli tirali. Emj Giesen aveva allora SS anni e, pure essendo nata nel Belgio da genitori valloni, era stata internata dopo lo scoppio della guerra perchè aveva sposato un ingegnore tedesco che lavorava in Russia. €l russi erano molto buoni con mio marito e con me, nessuno oi rinfacciava d'essere tedeschi. Nella nostra stessa strada viveva la famiglia Malenkoff con cui facemmo amicizia; e fui ben lieta quando l'ing. Malenkoff mi chiese di dare lezioni di francese al figliuolo. Era una famiglia tipicamente borghese, devota allo Zar, religiosissima. Spesso andavo a casa loro; e ricordo che avevano nella <sala grande > una fotografia dello Zar in uniforme, ed una foto di tutta la famiglia imperiale. Inutile dire che nell'angolo vicino alla stufa vi era l'altarino con le icone, come in tutte le famiglie russe- Gheorgj era uno dei miei molti alunni. A trenta anni di distanza la memoria può tradirmi: ma mi sembra che anche lui fosse molto religioso e ricordo di averlo visto immerso nella preghiera il giorno in cui arrivò la notizia che un suo cugino, al quale era molto affezionato, era stato gravemente ferito in una azione bellica. « Gheorgj non s'interessava di politica o, almeno, non ne parlava con me o con i suoi genitori. A me chiedeva spesso notizie della vita in Francia e nel Belgio; e, come gli altri ragazzi, non s'interessava delle condizioni sociali e dell'attività politica, ma soltanto della vita d'ogni giorno. Una volta feci tradurre ai miei scolari dei brani di Dostojevoski in francese, e Gheorgj mi chiese se ero mai stata nella famosa "Spielbank" di imi il iiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiiiiiii romanziere parla ne "Il giuocatore ". « Dopo pochi mesi di lezioni il figlio dell'ing. Malenkoff ne sapeva più di tutti gli altri compagni; e fui costretta, per consentirgli di continuare a fare rapidi progressi, a dargli lezioni isolate, fino a quando scoppiò la rivoluzione >. Malenkoff, contrariamente a quanto affermano i suoi biografi, non soltanto non è stato dunque allievo di Lenin ma, almeno fino al 1019, non svolse alcuna attività rivoluzionaria. Fino a quella data infatti la signora Giesen rimase a Orenburg da dove passò a Mo sca per poi rientrare in Ger mania nel 1920. Della famiglia Malenkoff, dopo la sua parteniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iitiiiiitif tiiiiii iiiiittiintiitiB \za dalla Russia, non ha più I avuto notizie. « Però — dice ! adesso che ho appreso che Gheorgj ha fatto tanta strada, voglio scrivergli. Sono sicura che si ricorderà di me ». Dice queste parole la vecchia si gnora che sembra uscita da I un racconto di De Amicis o, j/orse meglio, di Guareschi, come se non si rendesse conto — e molto probabilmente non se ne rende conto — che è diventato il dittatore dell'Unione Sovietica un suo antico alunno che ella vede ancora come lo conobbe nell'esilio di Orenburg: un ragazzo pallido, che non giuocava con i com pagni, non rideva mai. Il successore di Stalin

Persone citate: De Amicis, Guareschi, Lenin, Stalin, Wesseling