Colloquio al Quirinale tra Einaudi e De Gasperi

Colloquio al Quirinale tra Einaudi e De Gasperi Colloquio al Quirinale tra Einaudi e De Gasperi Esame della situazione politica generale - Il Presidente del Consiglio parla oggi ad Ascoli Piceno e domenica a Genova; poi partirà per Parigi Roma, 6 maggio. In un lungo colloquio avvenuto stamane al. Quirinale il Presidente del Consiglio ha ampliamento ragguagliato il Capo dello Stato sui principali problemi della situazione interna ed internazionale. Era oltre un mese, dal 4 aprile quando furono Armati 1 decreti di scioglimento delle due Camere, che De Gasperi non aveva avuto più occasione dì essere ricevuto in udienza da Einaudi: gli argomenti da esaminare non sono quindi mancati. S'è parlato certamente della prossima riunione parigina dei ministri della Comunità europea e dell'andamento della campagna elettorale che sinora procede in una confortante atmosfera di ordine e di sufficiente rispetto reciproco. De Gasperi, che partirà per Parigi domenica sera o lunedì mattina, terrà ancora due comizi prima della partenza: domani ad Ascoli Piceno, domenica a Genova. Subito dopo il ritorno riprenderà il giro che lo dovrebbe portare, prima del 7 giugno, a parlare in tutti i capoluoghi di Regione ed in un certo numero di capoluoghi di Provincia. Armonizzare la propaganda Come De Gasperi tutti gli altri leaders politici non si risparmiano e stanno battendo razionalmente tutto le < piazze > del Paese. In questi trenta giorni che mancano alla data delle elezioni saranno sicuramente quasi sempre fuori Roma. Domani alle 12, si avrà il preannunciato incontro tra i segretari dei quattro partiti del centro democratico, che Gonella ha sollecitato nell'intento di armonizzare la propaganda del¬ lliiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiill l'intesa. Allo scopo lo stesso segretario democristiano — che oggi ha avuto degli incontri preventivi con Villabruna e Reale — proporrebbe una specie di protocollo aggiuntivo all'accordo, dove verrebbe stabilito che la propaganda elettorale dovrà essere < polemica ed aggressiva! solo nei confronti delle formazioni po-1 litiche estreme. Si può ben comprendere che l'on. Gonella sia stato consigliato a prendere l'iniziativa dalla preoccupazione di limitare in qualche modo gli effetti dello slogan « questa volta puoi scegliere >, sul quale ormai i partiti « minori » conducono la loro campagna. E' vero, tuttavia, che anche i socialdemocratici, i liberali ed 1 repubblicani hanno i loro cahiers de doléance da presentare. « Le libertà che si prendono i nostri propagandisti — essi dicono in sostanza — non sono maggiori di quelle che si prendono i democristiani >. A prova citano il < caso > Andreotti-Graziani, l'azione capillare che i Comitati civici vanno conducendo presso l'elettorato per convincerlo a concentrare 1 voti, nelle elezioni senatoriali, sul candidato democristiano ed altri episodi minori. I socialdemocratici, in particolare, si mostrano piuttosto aggressivi verso il partito di maggioranza: Saragat quest'oggi, prendendo lo spunto dal comizio a due di Arcinazzo, che egli ha definito c scandaloso », ha addirittura parlato di un < regime ai censura > cui sarebbero sottoposte le manifestazioni propagandistiche del suo partito e la Agenzia Roma, di rincalzo, ha accusato esplìcitamente la R.A.I. di mantenere un atteggiamento di evidente parzialità < non tanto verso il partito democristiano quanto verso determinati settori di esso che più inclinano ad ibride e scandalose alleanze. Non è un mistero per nessuno — conclude la portavoce socialdemocratica — che ai microfoni della radio sono-troppo spesso quegli stessi uomini che legarono il loro nome al passato regime o che di quel regime sono ancora apertamen te e inconsapevolmente apologeti >. Un'esortazione ai cattolici Dicemmo recentemente, quando toccò registrare analoghe battute polemiche, ed è il caso di ripetere ora, che questi stati di frizione non sono da drammatizzare e non possono incrinare il Fronte Unico contro le due estreme costruito con l'accordo quadripartitico. Sembra evidente, tuttavia, che una buona parte delle battute polemiche si sarebbero potute e si potranno evitare nel futuro con una più franca comprensione dei doveri e dei diritti che l'accordo stesso stabilisce per i contraenti. Esso impone una comune difesa dei principi basilari del regime democratico ma non esclude, ed anzi implicitamente autorizza, le diverse interpretazioni che si possono dare dell'applicazione di quei principi. La riunione di domani potrebbe essere, in proposito, chiarificatrice. Assai più che se si dovesse limitare alla firma di un impegno, che la dinamica inevitabile della campagna elettorale si incaricherebbe di far fallire. "L'Osservatore Romano è tornato quest'oggi ad esortare i cattolici all'unità per le prossime elezioni. <I cattolici italiani anche in questa contingenza — scrive il direttore del quotidiano vaticano — non possono rifiutare il necessario dovere della difesa religiosa; e nominalmente di fronte ai partiti che non hanno rinunciato, non possono rinunciare, non rinunciano all'attacco; e tanto più quanto più di fronte ad una battaglia decisiva si nega questo fatto e questo proposito e vi ha, proprio in seno al popolo cattolico, chi è perplesso e tentenna: o, peggio, ne è persuaso e complice >. Alle forze di estrema destra l'articolo accenna solo indirettamente subordinando la scelta tra le varie possibilità politiche al dovere primario della difesa della religione. Se nessun pericolo minacciasse la fede, la Chiesa, il Papa, i catto liei potrebbero scegliere tra repubblica e monarchia, democrazia liberale e democrazia autoritaria, e cosi via. Esistendo questo pericolo essi sono tenuti all'unione. Il veto all'estrema sinistra, in altri termini, è di principio; quello all'estrema destra di circostanza Non è una tesi nuova e si sa, ormai, che alla ger?'chia cattolica non si può chiedere di più. e. f.

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Genova, Parigi, Roma