Delusioni su un accordo

Delusioni su un accordo Gli scambi con la Germania Delusioni su un accordo Roma, 6 maggio. I risultati delle recenti trattative italo-tedesche, per il rinnovo dell'accordo coni' merciale 19 aprile 1952, si possono oggi giudicare, esaminando attentamente i do cumenti sottoscritti il 23 aprile 1953, dopo quaranta cinque giorni di laboriose trattative. Una constatazione, anzi tutto. L'accordo comprende, al solito, un protocollo quattro liste merceologiche, che recano i contingenti concessi dalla Germania all'Italia (lista A) ; dall'Italia alla Germania (lista B) ; nonché gli impegni di esportazione dall'Italia in Germania (li' sta C) e dalla Germania in Italia (lista D). Ebbene, la politica di liberazione degli scambi, largamente applicata in questo ultimo anno sia dalla Repubblica Federale tedesca che da noi stessi, ha fortemente diminuito il numero delle voci contingenta te, che sono comprese nelle quattro liste ricordate or ora. Permette di constatarlo la tabellina seguente: la quale segnala fra l'altro la scomparsa pressoché inte graie dei contingenti accol ti nella lista B; per l'appunto quelli fissati dall'Italia a guidare, con norme rigide, le importazioni di mer ci germaniche nel nostro territorio doganale. Anche per questa sola sua caratteristica, l'accordo italo-germanico è, dunque, alquanto più liberale del precedente, venuto a scade' re. E deve subito riconoscersi come la Germania ab bia, durante le trattative, estese alquanto le sue « Il berazioni ». Tra le voci 11 berate, alcune interessano senza dubbio i nostri produttori. Citiamo : conserve di pomidoro, formaggi, sue' chi di limone; poi: pelli da pellicceria e soprattutto tes' suti di lana e maglierie di lana. Ma ora si annoti. Questa liberazione è il solo, veramente sostanziale risultato conseguito dall'Italia nelle trattative testé chiuse. Vo1 gliamo segnalarlo poiché gioverà, in qualche misura, al miglior equilibrio della bilancia italo-tedesca : tra dizionalmente passiva. Però poco di vantaggioso all'Ita' lia è da notare, per quanto riguarda il resto dell'ac cordo. Infatti, che si proponevano gli italiani, iniziando, prima di Pasqua, le discussioni con la delegazione commerciale tedesca? Di raggiungere un miglior equilibrio negli scambi con la Germania (deficitari, per noi, di 4 miliardi di lire il mese, nel '52) soprattutto esportando in maggior misura prodotti ortofrutticoli e vini. Ebbene: ciò che si ottenne a questo riguardo è più che modesto. Ed ancor una volta demandiamo la dimostrazione ai numeri. Serve infatti al nostro scopo, questa volta, un altro limpido prospetto che — traendoli dalla lista A — unisce i principali contingenti noncessi dalla Germania all'Italia nell'accordo '52, testé scaduto, e nell'accordo '53, destinato a durare fino a metà del '54. Un'occhiata avverte che i progressi nei contingenti — specialmente di ortofrutticoli — sono trascurabili: ì « fiori recisi » costituendo una eccezione. Onde si è costretti a concludere ancora una volta : il robusto protezionismo agricolo di molti Paesi dell'Europa centrale ha dominato queste estenuanti trattative, al di là di ogni conclamato proposito di libertà economica. Una sola correzione a questa tesi, vai la pena di introdurre, giunti a questo punto. I tedeschi hanno dato all'Italia la promessa di riaprire la discussione sugli acquisti germanici di nostri ortofrutticoli, dopo l'esaurimento del contingente base; i o è i e à o i i i ; concedendo cioè extra-con-,tingenti. Ma sono possibilità soggette a nuovi incontri e in più dipendenti dagli accordi commerciali che la Germania stipulerà con altri Paesi — non realtà già acquisite. E non è detto che nelle trattative minori, impegnate all'occorrenza in futuro, i tedeschi debbano manifestarsi più arrendevoli di quanto non siano stati sinora. Scriviamo, dunque, tranquillamente: l'accordo italotedesco 1953 delude alquanto le speranze in esso riposte dagli italiani, perchè ritrae sostanzialmente il precedente accordo 1952, in ispecie per gli ortofruttico- li. Ora, poiché - dominan-do questi ultimi - gli scam- bi italo-tedeschi furono aqui- librati, come ognuno cono-l ,sce, è da chiedersi se non lo saranno altrettanto gli scambi nostri con la Germania, durante l'anno corrente: nonostante la anzidetta revoca dei contingenti dei tessuti di lana, conserve di pomidoro e via dicendo. ^ La quistione, ognuno vorrà riconoscerlo, rimane aperta: anche se reca un certo conforto l'apprendere la notizia d'una certa maggior generosità, da parte delle autorità tedesche, nel concedere marchi ai turisti che si recano in Italia. Rimane tanto più aperta, in quanto le nostre disponibilità ver^o l'Unione Pagamenti Europei ( che assorbe anche i saldi degli scambi italo- P*f? vi degli scamoi itaiotedeschi) sono assai niu modeste, oggi, di quanto non fossero un anno fa, l f. d. i. Numero dei contingenti accolti negli accordi commerciali italo-tedeschi Nel '52 Nel '53 Lista A 90 6tì Lista B 217 15 Lista C 28 26 Lista D 20 13 0,8 0,4 0,6 2,0 1,0 1,8 0,85 0,6 0,75 2,0 3,3 2,0 Contingenti di esportazione concessi dalla Germania all'Italia* (in milioni di dollari americani) Merce Accordi '52 '5S Patate primaticce 3,0 3,0 Conserve di pesce 0,48 0,6 Fiori recisi 0,4 0,9 Ortaggi e frutta fresca 16,0 15,5 Riso lavorato 1.0 1,0 Succhi di frutta 015 0,4 Vini 5,0 5,0 Prodotti diversi della agricoltura e dell'industria alimentare 1,0 Benzina e olio Diesel 2,0 Filati, cordami e spaghi di canapa Calze, calzini di raion, nylon e misti Cappelli da uomo Autoveicoli Parti di ricambio, staccate per autoveicoli 3,3 Altre merci 2,0 * Si considerano soltanto le voci pari o superiori al mezzo milione di dollari, almeno in uno dei due accordi.

Persone citate: Cappelli, Lista, Merce Accordi