Serie di truffe con la sigla ACLI
Serie di truffe con la sigla ACLI ARRESTATO IERI IL LIQUIDATORE DELLA SOCIETÀ' Serie di truffe con la sigla ACLI Accusa: alterazione dei libri di cassa - Per il compenso di 10 mila lire avrebbe sottratto attività al fallimento dell'azienda E' stato arrestato Ieri, su mandato di cattura del Giudice istruttore, il ragioniere Ernesto Piovano di anni 59 abitante in via Garibaldi perchè, nella sua qualità di liquidatore della fallita società ACLI, avrebbe accettato di alterare i libri di cassa e di distogliere l'attività del fallimento, dietro uu compenso di 10 mila lire. Il rag Piovano, noto per la sua lunga esperienza professionale e per le molte pratiche trattate nega la propria responsabilità penale, affermando di aver agito in buona fede. Con questo provvedimento . dell'autorità giudiziaria, volge ormai al termine la minuziosa e complessa inchiesta eseguita sulle fortunose vicende della società, a responsabilità ACLI, la quale approfittando della omonimia con la nota < Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiani > (ACLI), avrebbe compiuto numerose truffe. Come già fu pubblicato a suo tempo, principale protagonista è Luciano Mascherino, tratto in arresto nell'agosto del 1950. Egli, nelle elezioni del 1948, era stato il galoppino di un partito politico e aveva quindi potuto allacciare numerose amicizie che poi mise a profitto per compiere una serie di truffaldine imprese. Dapprima istituì una fondazione « Cove », con sede in corso Svizzera 79: compito di questa non ben chiara organizzazione era di stampare e vendere, a 40 lire l'uno, un « Calendario Nazionale della Ricostruzione» sul quale erano effigiati i massimi esponenti della Democrazia cristiana. Il successo di vendita fu assai misero, e il Mascherino cambiò la società « Cove » in ACLI, che voleva significare: «Approvvigionamenti Completi Lavoratori Industria». _Da questo momento la società cominciò a fare acquisti di merce di vario genere per un totale di 24 milioni e 544 mila lire. La confusione della sigla e le buone referenze che il Mascherino godeva presso il partito politico per cui aveva lavorato, servì a far prosperare gli affari. Molte ditte, una ottantina circa, fornirono anticipi alla società ACLI che poi non provvide mai a consegnare le merci ordinate. Dopo qualche tempo cominciarono a piovere le denunce e si apriva un procedimento penale per bancarotta fraudolenta dopo la dichiarazione di fallimento della società. Come abbiamo detto il rag Piovano svolse ne'le ACLI soltanto il compito r>l curare la liquidazione dell'azienda.
Persone citate: Ernesto Piovano, Lavoratori, Luciano Mascherino
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