Balla gioia alla delusione i bianconeri a Busto: 3-3

Balla gioia alla delusione i bianconeri a Busto: 3-3 Vincevano per 3-1 nel primo tempo, ma la Pro Patria li ha raggiunti Balla gioia alla delusione i bianconeri a Busto: 3-3 Batto Aritelo, lunedi mattina. Ecco una partita che la Juventus avrebbe potuto largamente «incere e che invece ha fortemente rischiato di perdere. La equa, dra bianconera dopo essere andata in vantaggio per due a zero ed aver chiuso poi il primo tempo con tre a uno. si i lasciata nella ripresa rimontare da un avversario che sul piano tecnico nemmeno lontaiutmente la valeva, ma che dimostrava però tanta energia e tanta volontà combattiva da colmare aualunaue differenza di valori. Quando si è aggiunto che la Juventus si t trovata al tS° della ripresa in vantaggio numerico di «omini per la avvenuta espulsione di Settembrini e che quando ancora vinceva per tre a due ha usufruito di nn calcio di rigore che ha malamente sciupato, si ha una visione pressoché completa dell' andamento della partita e del modo come la Juventus si è lasciata sfuggire la vittoria. La Pro Patria ha ripetuto contro la squadra bianconera lo stesso colpo già riuscito contro l'Inter. In svantaggio di due reti nel a i e , o . o a , e o l d primo tempo contro i nerazzurri essa era riuscita, disordinando le carte del gioco avversario, a colmare nella ripresa lo svantaggio; in ritardo ieri pure di due reti contro i juventini, con la stessa tattica di gioco ha sgominato ogni resistenza nella ripresa dividendo la posta della partita. Resti pure che la Juventus è tecnicamente superiore, agli effetti pratici questo rilievo non conta. ♦ * Chi aveva assistito all'andamento del gioco nella prima parte .deil'incontro, non riusciva a rendersi conto del tracollo juventino. I bianconeri avevano ottenuto il loro primo goal appena dopo due minuti dall'inizio. Ricevendo il passaggio da Boniperti, Carapellese entrava di forza nello schieramento difensivo avversano, centrava rasoterra dal limite di fondo campo e da un passo J. Hansen deviava fulmineo nella rete. La Pro Patria, volendo tentare almeno la divisione dei punti, aveva adottato uno schieramento a catenaccio arretrando l'estrema destra Rebuzzi e schierando Travia conte terzino volante. Crollato dopo due minuti questo sistema difensivo, la Pro Patria non seppe tuttavia uscire subito dalla mentalità che tale schieramento aveva suggerito. Restò in balia dell'avversario, sballottata da un gioco che filtrava da tutte le parti, incerta nel marcamento, affastellati i giocatori senza ordine. A quaranta metri dalla porta, i laterali Juventini navicavano in acque Ubere, avendo agio di rifornire i loro avanti nel modo che meglio credevano. In realtà^ fatta eccezione per alcune scorribande di contrattacchi dei locali che fruttavano tre calci d'angolo, giocava una sola squadra oon tale ricchezza di manovra da far pensare che sarebbe venuta presto una grandinata di palloni contro la porta di Uboldi. Al 86' la Juventus raddoppiava il vantaggio. Partiva sulla sinistra un'azione Vivolo-Praest con rapide triangolazioni. Scattando negli ultimi metri, Praest centrava rasoterra dal fondo e quasi sulla linea della porta J. Bansen con la punta del piede deviava nella rete. La Juventus era avviata a stravincere. Ma quattro minuti dopo questo secondo episodio ecco la prima pulce nell orecchio. Ad un metro dal limite dell'area, sulla sinistra. Rebuzzi effettuava improvvisamente un tiro in direzione della porta bianconera, un tiro rasoterra, non forte, apparentemente senza grandi pretese. La palla sfiorò le gambe di alcuni giocatori e giunse inaspettata davanti a Viola che si tuffò in ritardo: due a uno. Può darsi che Viola non abbia visto partire il tiro, ma questa anziché una scusante, può diventare, in determinate situazioni, un'aggravante. Scottata dallo scacco, la Juventus riparti all'offensiva. Al 33' Carapellese, lanciato da Parola, piegava verso la rete, Uboldi usciva scontrandosi con l'avversario, la palla schizzava a lato e Carapellese inseguendola lesto la ricuperava lanciandola nella porta vuota. Ristabilita cosi la distanca, la Juventus rientrava allo scadere del tempo negli spogliatoi con due reti di vantaggio potendo vantare inoltre un volume di gioco almeno quattro volte superiore a quello dell'avversario. Un tiro di Boniperti era stato respinto casualmente col piede da Uboldi al to', due volte J. Hansen era stato atterrato in area, un tiro di Vivolo al 31' era rimbalzato sul palo. Appariva chiaro agli occhi di tutti che se la Juventus avesse segnato altre tre reti non vi sarebbe stato nulla da ridire. Nella ripresa ci si attendeva il bis del primo tempo, ma il gioco doveva invece avere ben altro tono. La Pro Patria si scatenò fin dalle prime battute. Non creò un gioco, creò una sarabanda. Inutile mettersi a discutere con un linguaggio pacato con la Juventus, la dialettica superiore della squadra bianconera avrebbe certamente vinto. Non c'era che da cercare di turarle simbolicamente la bocca. I bustocchi non lasciarono più respiro agli avversari, li assalirono, li punzecchiarono, gli ronzarono inforno come uno sciame di vespe. La Juventus cercò di svincolarsi da quell'assalto, non ci riuscì. Al 10' un centro di Bertoloni ad un metro dal fondo, provocava da parte di Viola un inspiegabile e fatale errore. Il portiere juventino spiccava il «alto bloccando la palla, poi cadeva riverso lasciandosi sfuggire la sfera nella rete. Si pensò che la palla, forse c tagliata » avesse all'ultimo momento deviato dalla traiettoria costringendo Viola, già lanciato, a correggere il suo balzo così da sbilanciarsi. Nessun'altra spiegazione era possibile. Il successo aveva intanto accentuato la spinta aggressiva dei locali. Scappavano da tutte le parti, veloci come scoiattoli, aggressivi, ostinati. La Juventus si trovò a mal partito davanti a quella fu¬ ritaVmpTcstnnmsauaeDdtsUfmsim ria, appariva a sua volta sballottata e stentava a riorganizzarsi. Venivano anche a galla alcune manchevolezze già affiorate nel primo tempo: Vivolo, Boniperti. Tuttavia la sorte offriva ai bianconeri l'occasione di rafforzare il suo ormai esiguo Vantaggio, Al t3' una scorrettezza di Settembrini provocava una reazione di Boniperti. L'arbitro coglieva la prima infrazione e trascurando la seconda rimandava Settembrini agli spogliatoi. Un minuto dopo un atterramento di Corradi in area da parte di Martini era saneionato da Belle con un rigore. Dal tiro di Vivolo potevano dipendere le sorti della partita. Vivolo tirò lento, nell'angolo basso a destra, presso il quale già stava Uboldi, il quale buttandosi in tuffo poteva deviare in angolo. Allora la Pro Patria riprese animo e ritornò caparbia all'assalto sotto l'incitamento di un pubblico in tempesta. Passavano quattro minuti. Al tS' un calcio di puni¬ zione era concesso alla Pro Patria a un metro dal limite della area. Respinto il primo tiro nella mischia, riprendeva Berfoloni che calciava rasoterra nell'assembramento. Ci saranno stati una quindicina di uomini davanti alla porta la palla evitò tutti i piedi che avrebbe potuto incontrare sul suo cammino, giunse inattesa davanti a Viola gettatosi in ritardo in tuffo, sfiorò la base del montante alla destra del portiere e si infilò nella rete. .11 pareggio era raggiunto. La Juventus cercò ancora di risalire, si rovesciò tutta all'attacco scoprendosi pericolosamente in difesa, il pallone da goal sembrò trovarsi ad un certo momento sul piedi di J. Hansen, ma falli anche l'ultimo tentativo. Era logico e fatale. L'andamento del secondo tempo ci rende perplessi sulla Juventus. E' smarrimento tecnico o crisi di volontàt Ettore Berrà