Duello a 43 Km. all'ora tra Fausto e il francese Bobet di Vittorio Varale

Duello a 43 Km. all'ora tra Fausto e il francese Bobet IL CAMPIONISSIMO IN TESTA ALLA CLASSIFICA CON 2' DI VANTAGGIO Duello a 43 Km. all'ora tra Fausto e il francese Bobet Bari, lunedì mattina. Con un'altra vittoria, al termine d'una corsa forse meno faticosa e penosa di Quella di sabato ma infinitamente più ricca di conseguenze, Fausto Coppi ha concluso la seconda giornata del G. P. del Mediterraneo. Grazie alla sua tante volte collaudata e confermata superiorità in fatto di corse contro il tempo, ed anche perché ottimamente assecondato dai suoi compagni, egli ha vinto con netto vantàggio la prova di ieri a cronometro che, per la prima volta nella € storia* delle grandi competizioni a tappe inaugurava la formula della gara a squadre- Nel lanciare questo nuovo genere di ) C mdo nha ohe za n oato ta a. eha mal la io e: ca. o, un de on da 2' cde a, nmie za ri la ei) o ll s ni ta a sa corsa, evidentemente gli organizzatori pensavano di portare un maggior equilibrio tra le forze in campo col diluire le possibilità dei singoli nella collettività d'una pattuglia. Con l'abituale formula individuale — certamente essi pensavano — si favorisce troppo il < fuoriclasse * col pericolo di vederlo prendere in poche ore di corsa tanto vantaggio sugli altri da togliere ogni incertezza sul risultato finale, ed avevano, di conseguenza, escogitato la nuova formula. Ma per merito (o per colpa, a seconda del punto di vista da cui si giudicano queste cose) di quell'atleta d'eccezione che è Coppi, anche se disputata con la formula collettiva la tappa 3i è risolta in un suo clamoroso successo — a conclusione del quale non soltanto egli aggiunge una seconda vittoria a quella di sabato ma, ed è questo il fatto più importante, egli si è liberato dalla compania dei cinque avversari che appunto dopo la tempestosa Napoli-Foggia si trovavano con lui a pari merito in testa della classifica. Dal pomeriggio di ieri, invece, questa parità è scomparsa e tutto lascia credere che non farà più capolino nei fogli della graduatoria che ogni sera dettiamo al telefono, giacché in forza dell'indiscutibile responso dei cronometri, ormai Minardi è rimasto indietro di due minuti, e Magni di 2 e mezzo, e Astrua di 4 e rotti, e in quanto a Bobet — che molti ritenevano dovess'essere più temibile avversario di Coppi —, il francese ha perduto nientemeno che 7 minuti abbondanti, dal primo posto con la maglia rosa in cui si trovava alla partenza, essendo precipitato all'ottavo (è vero che la equadra francese si è sfasciata, ma ciò, in definitiva, non é valida scusante, giacché anche il vincitore ha perduto due « coequipiers » avanti di arrivare al traguardo. Ma di questi, e di altri particolari, parleremo diffusamente più sotto nel tracciare la cronaca della tappa che molto verosimilmente può essere considerata come la decisiva dell'intera corsa del sud). Questo delle squadre arrivate incomplete al traguardo limitandosi a perdere sulla strada due componenti giacché per regolamento il tempo era registrato sul terzo arrivato di ognuna di esse, e delle squadre che hanno portato in gruppo tutt'e cinque i loro uomini al termine della tappa, è argomento che accenderà molte discussioni, tanto più se l'esperimento vorrà essere applicato nel Giro d'Italia Vanno venturo, ma a noi pare che, in definitiva, si tratti principalmente di due opposte tattiche di gara. C'è stato il caposquadra che ha chiesto subito tutto ai due uomini meno forti, lasciando che proseguissero per proprio conto una volta « spremutisi *, ed affrontando per il resto della corsa il grave rischio di perdere il tterzo uomo* (e questo è stato quello che hanno fatto Coppi, Magni e Bobet con risultati assai diversi) e, c'è stato chi, come Astrua, che ha sempre tenuto con sé i suoi quattro compagni. Può darsi che abbiano avuto ragione i primi, giacché, a parte Bobet crollato nell'ultimo terzo del percorso forse per aver troppo preteso dalle proprie forze nel furibondo duello con Coppi, Magni ha provato che dopo aver messo alla frusta Franchi e Giudici, egli ha saputo rimontare il ritardo iniziale, da quinto che era al SO' chilometro portandosi al terzo posto nella graduatoria della tappa. Un altro che si è ben comportato nella seconda parte del percorso è stato Bartali, anche lui dopo aver applicato l'identica tattica. Dando per scritta e per letta ogni considerazione sul nuovo aspetto assunto cosi bruscamente dalla classifica generale giacché dopo le cifre già dettevi relative ai ritardi di Minardi, di Magni, di Astrua eccetera, altro non vi è da aggiungere a questo riguardo eccettuata la generale impressione che Coppi sia ormai da considerare il padrone assoluto e incontrastato della situazione pel resto del giro, rimane da raccontare come a questo risultato sia giunto il Campionissimo (ed i suoi validi collaboratori). Diciamo senz'indugio che se Coppi ha interessato (ed ha entusiasmato) per la potenza, la rapidità e la continuità della sua azione lungo i 126 chilometri del percorso risultati coperti alla spettacolosa media di quasi 43 all'ora, l'episodio dominante della < storica* giornata è stato il suo duello con la squadra francese. E' stata una lotta incerta e palpitante durata fino al 75" chilometro, fino al punto, cioè, che il vantaggio preso da Bobet col suo velocissimo inizio è andato scemando, fino al punto di sparire del tutto di fronte all'incalzare dei bianco-celesti al comando della maglia rosa. Le stesse riprese di Minardi e di Magni, per rimarchevoli che siano state, non hanno raggiunto il tono di alta passionalità generata dall'audace iniziativa del battagliero campione francese, E se, stremato dallo sforzo ed anche colpito dallo sfortuna per essere rimasto co', solo Rer'nlfi ad arginare la controffensiva dell'in¬ tealdoladigiil racutrugnlichmnddclcacdtsitd/zgltC1ndBrme tera squadra di Coppi dal 7S.o al lOO.o chilometro, Bobet ha dovuto abbassare le armi, nullameno egli resta, a mio giudizio, il corridore che maggiormente mi è piaciuto dopo il vincitore ed i suoi collaboratori. E' storia vecchia quanto il cucco che le corse a cronometro non si descrivono come si usa per quelle in linea. Bisogna saltare tutti i particolari non assolutamente necessari, e limitarsi a quelli essenziali — che sono materiati esclusiva- mente di cifre: le cifre dei minuti primi e dei minuti secondi che sia di vantaggio oppure di ritardo 'corrono, e variano continuamente, fra gli uomini lanciati nella solitaria lotta contro il tempo e gli invisibili avversari. Unica concessione che facciamo alia tradizione della cronaca, è col dire che il tempo, seppure ancora freddo, si era rimesso al bello, e che il sole splendeva sull'infinita e tuttora verdeggiante distesa del Tavoliere. Che i francesi avessero de /-iso di attaccare subito di forza, non tardammo ad accorgercene. Già al primo controllo da noi fatto al 20.o chilometro, Bobet era in vantaggio. Coppi appariva in ritardo di 10 secondi, di SO" Minardi, di no" Astrua, di 1' e 10" Magni, di 1' e 25" Volpi, di V e 40" Bartali e di 1' e 50" Fornara (scusatemi se non mi occuperò dei tedeschi, del campione mondiale Miiller, nè degli olandesi di Noltcn, nè dei tre superstiti della squadra svizzera: essi sono rimasti nelle ultime tre posizioni, hanno perduto un mucchio di minuti ed hanno dato tale prova di mediocrità, che parlarne significherebbe null'altro che sprecare spazio e tempo. Perciò, rimandiamo il lettore alla classifica della tappa per ciò che concerne gli stranieri, et amen). Sulla strada perfettamente piana e chiusa al traffico normale, i corridori si prodigavano, sping -ndo grosse moltipliche da pista. Ogni duecento a e : e o e a . e o metri gli uomini di ogni squadra si alternavano a fare l'andatura. Qualcuno, come Ciarda, forse perchè indisposto, quasi subito si staccò da Volpi e compagni, e poi abbandonò. Anche altri, di altre squadre, ultimato il loro compito rallentarono. Ma di tutti costoro appena citeremo i nomi a mano a mano quando occorrerà, giacché il fatto dominante era il duello Bobet-Coppi. Al 40° chilometro registrammo una sensibile rii>resa dei bianco-celesti, che ridussero il loro ritardo a 5 secondi, ma ad un successivo controllo fatto al 48° chilometro, nuovamente Bobet aveva ripreso il sopravvento, facendo salire il suo vantaggio a SO", che circa a 7netà corsa, cioè al 60" chilometro, diventava di 40". A questo punto, per ciò che riguardava le squadre ancora nella zona del'a lotta per i primi posti, si notava che Minardi rimaneva regolarmente in terza posizione a 54" dai francesi, mentre Astrua — che al passaggio precedente era a 1' e 20", adesso era indietreggiato a 2'4". Anche Magni aveva perduto terreno, passando a 2' e SI", mentre Bartali (rimasto senza Bresci e Baranti) era sesto con 2' e 48". Fu verso il 75° chilometro che gli affari di Bobet presero ad andare di traverso. Già egli aveva perduto Guegan e Blusson. In tre contro cinque bianco-celesti chissà se ce l'avrebbero fatta a rintuzzare l'incombente controffensiva di Coppi, allorché Dussault cade in curva, e si concia in siffatto modo che da quel momento non sarà più utile al suo capitano. Le conseguenze non tardano a farsi vedere. A Trani, dopo 86 chilometri di corsa ed a 40 dall'arrivo, Coppi era balzato al comando, e non davanti ai francesi, bensì di Minardi. Ecco i passaggi in quella città: in testa la squadra di Coppi, seguita a 24" da Minardi (che poco dopo perderà Benedetti) a 4S" da Bobet, a 2> e 4" alla pari da Astrua e Magni, a & e e" da Bartali, che aveva a vuto una spettacolosa ripresa, a 4* e 14" da Fornara (mancante di Zampicri). Da quel momento, motus In fine felicior è il motto messo in pratica da Coppi. Continuamente, implacabilmente egli guadagna terreno. A 20 km. perderà Milano e Giaccherò, ma benissimo coadiuvato da Correa e da Gismondi, fila verso Bari. Una folla strabocchevole (e indisciplinata) lo ha atteso, giacché, partiti ultimi da Foggia, ultimi la maglia rosa e i suoi due compagni tagliano il traguardo. Ma i vincitori sono essi, per due minuti spaccati su Minardi, che nel finale ha alquanto ceduto, fino ad essere minacciosamente avvicinato da Magni (ancora qualche chilometro e Fiorenzo, rimasto senza Giudici e Franchi, forse avrebbe fatto meglio di € Pipazza*). In quanto a Bobet, che oltre a Dussault aveva dovuto trascinarsi dietro anche Redolfi, aveva perduto il mucchio di minuti e le posizioni che risultano dall'ordine d'arrivo. Povero Louison: il suo coraggio, la sua combattività ancora una volta non amentita meritavano miglior sorte. Vittorio Varale Bobet (a sinistra) e Coppi protagonisti della tappa Foggia-Bari Mimirdi, secondo in classifica mente di cifre: le cifre dei mi

Luoghi citati: Bari, Foggia, Italia, Milano, Napoli, Trani