Spezzatasi la corda precipita per 200 metri

Spezzatasi la corda precipita per 200 metri La drammatica fine di uno studente alla Rocca Sbarua sopra Frossasco Spezzatasi la corda precipita per 200 metri La gita annuale dell'Uget su 4 torpedoni - Tre giovani compiono la scalata della parete rocciosa • Presso la vetta avviene l'incidente - Il capo-cordata piomba nel vuoto, mentre la fune si strappa fra le mani del secondo Carlo Passera, studente diciottenne, abitante in via Segurana i2, è morto ieri durante una scalata alpinistica, precipitando per circa duecento metri lungo la parete della Bocca Sbarua, nelle montagne vicine a Frossasco. Rocca Sbarua, nel gruppo -del Freidour, è una cima di altezza non rilevante: solo 1400 metri. Però il fatto che essa è assai vicina alla nostra città e le varie caratteristiche della roccia ne hanno fatto una palestra frequentata dagli alpi- nisti torinesi, sia per allenamento, all'inizio della stagione, sia come mèta per brevi escursioni domenicali. Ieri il C.A.I.-U.G.E.T. aveva organizzato una gita collettiva al paese di Cantalupa, presso la base della parete; partecipavano circa SOO persone giunte su quattro pullman e con mezzi privati. La festa era culminata in una grande cardata. Qualcuno pe¬ rò, specialmente fra i soci più'giovani, aveva preferito diri- gersi verso la parete, per com- piere quella che sarebbe stata,;probabilmente, l'ultima scalata dell'anno. Fra questi, Carlo Passera: un giovane dal carattere piuttosto chiuso, che era rsolito starsene appartato, tan-\to che molti loConoscevano [solo con il nomo-di battesimo.\Diverse cordate intrapresero l'ascensione. Fra le ultime fu quella del Passera, che nel frattempo si era legato con altri due alpinisti sopravvenuti. La parete dello < Sbarua > è formata da roccia molto compatta. Su di essa si può salire, per diverse vie. di varia diffi-\ colta, talune, come la via del-\ l'accademico Gervasutti, anche con passaggi di quinto grado. Lungo la salita, tutto] procedette bene. Il Passera si. rivelò un buon rocciatore, molto sicuro, forse un po' temerario. Partiti dall'attacco verso le 12,30, poco più di un'ora dopo i tre erano presso la cima, riuniti su un piccolo ripiano. A questo punto, la mag-, gior parte delle cordate usa di- 'scendere lungo un ripido sen- tiero, sono pochi quelli che si impegnano lungo U € camino >, scalato per primo dall'acca de- mica Gervasutti, che porta dal.ripiano alla vera e propria vet.\ fa: una fenditura verticale, li- scia, senza appigli, classifica- biledi quinto1\jr\do inferiore,^I tre della cordata Passera si consultarono brevemente. I due compagni preferivano discendere; lo studente troncò gli indugi inerpicandosi lungo la fessura. Occorre notare che, dal ripiano, il secondo di cordata non può < assicurare > il primo, non esistendo alcuno spuntone di roccia attorno al quale avvolgere la fune; si do-iirebbe piantare un chiodo, ma sembra che i tre non ne pos-lsedessero. iMentre il Passera era alle j prese con le prime difficoltà isopraggiunse un'altra cordata.'Il capo di questa, esperto alpi-ìnista, osservò i movimenti del\ giovane, che in quel momento sembrava in difficoltà. Allarmato, gli gridò di restare fermo dove si trovava, che infanto sarebbe salito in punta da una via più facile e, dalla vetta, gli avrebbe calato una cor- do- con cui legarsi. Il Passera acconsentì. Mentre il capo del la seconda comitiva, scioltosi dai compagni, si inalzava ra pidamentc per eseguire quanto aveva proposto, avvenne la sciagura, Invece di restare immobile, afferrato saldamente agli appigli come avrebbe dovuto, il giovane, punto forse nell'orgo glio e volendo dimostrare le proprie capacità, tentò ancora di salire. Era giunto presso la uscita del < camino >, dove quest0 strapiomba. I due compagni che ;0 osservavano con nnsictà lo vidcro allungarsi lungo la roccia per raggiungere una presa, strisciare un bra,cci° sulla parete, alzarsi sulla punta ■ delle scarpe: in questo preciso istante, mentre si trovava in una posizione co si precaria, un piede gli scivolò. Non potè nemmeno tentare di trattenersi: con un bre- ve, disperato grido, lo sventurato Passera si rovesciò all'indietro, precipitò a picco nel vuoto. Il compagno che teneva la corda si ir rigidi istintivamente, preparandosi a resistere all'ini, provvisa, formidabile trazione. Il colpo venne, e fu terribile, tanto che il « secondo > fu sbattuto contro la roccia, ma subito dopo la tensione si allentò: la corda si era spezzata e lo studente scomparve alla vista dei compagni, trascinando lungo lo scoscendimento una fragorosa frana di sas¬ si, e finendo, dopo un volo di SOO metri, sulla pietraia terminale, presso la base. Benché terrorizzai' dall'accaduto, i superstiti riuscirono a scendere e a dare l'allarme. Subito i dirigenti dell'U.G.E.T. organizzarono una spedizione, capeggiata dalla guida alpina geom. Andreotti, per rintracciare il corpo. Questo venne ritrovato gitasi subito: il Passera era ancora in vita, rantolava, ma subito dopo l'arrivo dei soccorsi si spense. Con una barella improvvisata e quindi con una macchina-privata, fu portato a valle e deposto' poi in una stanza dell'ex-Municipio di Cantalupa, sistemala a camera ardente. La salma è sta- ta coperta di fiori e vegliata dai compagni di alpinismo. In serata, straziati, sono giunti i genitori, avvertiti telefonicamente dai carabinieri di Frossasco. Il povero Passera, figlio unico-, era iscritto all'ultimo anno della sezione elettrotecni ca dell' Istituto industriale € Amedeo Avogadro > genitori vegliano salma dello sventurato alpinista Carlo Passera

Persone citate: Amedeo Avogadro, Andreotti, Carlo Passera, Gervasutti, Passera, Rocca Sbarua

Luoghi citati: Cantalupa, Frossasco