La Triestina superata in un burrascoso finale

La Triestina superata in un burrascoso finale Un goal Hi Vivo lo risolve la contesa La Triestina superata in un burrascoso finale II destino delle partite cosiddette facili sembra essere quello di diventare, ad un certo momento, straordinariamente difficili. Da questo inganno è stata presa ieri anche la Juventus, cosicché un incontro che normalmente, data la differenza dei valori palese anche nella avverta giornata, avrebbe potuto chiudersi con un secco distacco è finito invece con pubblico e squadra bianconera in allarme e con un gol decisivo segnato in mischia a otto minuti dallo scadere del tempo. Il pubblico juventino è ormai abituato a questi colpi di scena. La sua squadra si appisola facilmente nelle partite già considerate vinte per diritto di classe e quando si risveglia è sempre un risveglio brusco, di gente che sta perdendo la testa. Dopo appena mezz'ora di gio- o 2 i a n ù co la Juventus già vinceva per due a zero. Era cosa del tutto normale questo risultato, traduceva cioè in numeri una superiorità di gioco che si era manifestata in lungo e in largo malgrado una difesa accanita da parte dei triestini abituati a battersi su ogni pallone e contro ogni uomo con un vigore che può suscitare commenti diversi ci seconda dei punti di vista e che, ad ogni modo, sempre ortodosso non è. Al 18' un fallo di mano in area di Bottoni per intercettare un passaggio di J. Hansen a Praest, regalava alla Juventus un rigore. Tirava lo stesso John, la palla colpiva lo spigolo inferiore della traversa rimbalzando verso l'interno del campo, ancora John riprendeva e segnava, ma non abbiamo, bisogno di spiegare perchè il gol non poteva essere valido. Fallire un rigore, dicono, è un brutto segno, ma tre minuti dopo la Juventus cancellava questo segno di malaugurio con la magica testa di J. Hansen che deviava in rete una punizione battuta da Praest da circa venti metri per un fallo di Belloni. Andata in vantaggio la Juventus premette sull'acceleratore, diede al gioco maggior nerbo e orditura, incalzò spaziando le azioni da Praest a MuccinelUj soverchiò insomma l'avversario per volume e qualità di gioco cogliendo al £9* iZ secondo punto con un tiro di Vivolo, molto angolato, ad un metro circa dal fondo ed a due dal montante, sfruttando un palone rimbalzate su Soerensen in seguito a precedente tiro di Boniperti. Fino a questo punto tutto era sembrato relativamente facile per i biaconeri. I triestini, potenti nella rottura ma non sufficientemente pronti nell'innestare sull'episodio difensivo la fase di contrattacco, non erano ancora riusciti a rendersi minacciosi. La partita sembrava già avere la sua strada tracciata e la Juventus la occupava tutta con il suo schieramento imponente che tutte le difficoltà spianava col rullo della classe. Due altre occasioni venivano mancate al 3V da J. Hansen con un tiro che rimbalzava sul portiere e al 43' con una rovesciata di Vivolo su centro di Praest dalla destra, rovesciata che per la bellezza dell'esecuzione avrebbe meritato miglior fortuna. Rientrarono negli spogliatoi tutti tranquilli: la Juventus convinta di aver posto la premessa di una copiosa segnatura; la Triestina perchè s'aspettava piuttosto di peggio, non certo di meglio, Quando le squadre rientrarono non ci volle motto a capire che l'aria non era più quella, del primo tempo. La Juventus aueva Jttttféggiamento di una squadra sffasìcTVTà del fatto suol Aveva cambiato < passo >/al suo meccanismo e procedeva ad andatura turistica concedendosi a tratti delle soste, djei < surpflaces > quasi ad sario a farsi ata scortesia satina fifiuamabile invito tuli rossi sgattaiola •sui pilo\i djtlla di aisodmguccde e , e e ae invitar* l'av sotto, Sarebbe da parìa dellf tare ujà cos Ecco dih re fra i fesa bianconera. Alleili un tiro di punizione di Soennsen da venti metri era parati da Viola che poi si lasciava sfuggire la palla nella ressa. Il pericolo pel momento venne allontanato. Per bloccare gli avversari sarebbe stato necessario non difendersi bensì attaccare, ma proprio all'attacco i guai cominciavano a farsi grossi. I difensori triestini non peccavano certo nè dt decisione nè di lena, non mollavano mai gli avanti bianconeri, superati li rincorrevano, zone calme in cui poter manovrare non ce n'erano. E la minaccia del contrattacco intanto si accentuava. Al 18' parti Boscolo, velocissimo. Lo affrontò Bertucel li, ma il triestino resistette, intervenne Parola e stava avvicinandosi anche Mari. A questo punto l'azione era arrivata in prossimità della porta bianconera e Viola s'era portato contro il montante alla sua de stra perchè li era la minaccia. Boscolo tirò e il suo tiro eluse tutti: filando ad una spanna da terra la palla fini in rete. Questo gol fu per la Triestina come II < cicchetto > dato ad un motore che perde dei colpi. Il motore si mise a ni rare come mai lo si era visto ancora, chiedendo sempre più imperiosamente strada allo squadrone schierato. Al SS' gli ospiti ottenevano un calcio d'angolo. Lo batteva Ispiro, ma piano, mandando a Petagna che attendeva Ubero ad una decina di metri. Era la seconda volta che il giochetto si ripeteva, ma i giocatori bianconeri non ci avevano fatto caso. Petagna avanzava con poche falcate verso il fondo, poi centrava: sulla traiettoria irrompeva, precedendo tutti, Giannini e di testa la palla veniva scagliata in rete. Due a due. Risvegliata bruscamente dal suo sogno, la Juventus si avvide finalmente che occorreva rimettere il piede sull'acceleratore. Volonterosa ma disordinata essa si buttò all'offensiva per rompere lo sbarramento che proteggeva la porta avversaria. Al 35' su allungo di Corradi e colpo di testa di J. Hansen, il gol era sembrato fatto, ma Petagna riusciva a salvare sulla linea bianca. Si oreavano certe sarabande davanti alla porta di Nuciari da far venire la pelle d'oca ai ti- fosi. Ma al 37' Bonlperfi con un centro quasi dalla linea di fondo dava finalmente l'avvìo all'azione decisiva. La palla giun. geva all'estrema opposta a Praest che la rimetteva rasoterra nella mischia ove sembrava che J. Hansen potesse raggiungerla. Mancato l'intervento, la palla continuò il suo viaggio, superò la mischia e giunse in una zeccola zona libera ad una dozzina di metri dai pali ove si trovava, solo, Vivolo. Prima che i difensori potessero riorganizzarsi, il juventino tirava rasoterra di sinistro e la palla passando fra gambe freneticamente in movimento eludeva il tentativo di parata di Nuciari entrando in rete. Si può dire che è stato l'errore di J. Hansen a determinare, il disorientamento dei difensori ed a creare la zona libera per Vivolo. Vecchia verità del calcio: il giocatore che sbaglia induce in errore anche gli avversari. Mancavano otto minuti alla fine. Il gioco si inaspri, gli atleti diventarono irosi. Prima, un incidente Praest - Ispiro troncato dall'intervento dell'arbitro; poi un altro più grave fra Petagna, MuccinelU e Boniperti, e questa volta l'arbitro voltava le spalle. Mentre Mucdnelh e Petagna erano a terra, il gioco continuava in un'atmosfera burrascosa. Per fortuna si era quasi alla fine e quando l'arbitro fischiò si videro i giocatori delle due squadre uscire insieme tranquillamente discorrendo. E allora vien da chiedersi: perchè quell'esplosione di risentimenti se non c'era nulla di serio t Bella giornata di Parola e Praest, quest'ultimo fin che fu in fiato. Dei triestini bravi tutti e fin troppo energici. Il migliore: Petagna. Ettore Berrà JUVENTUS: Vi ola j Bertuccelli, Corradi; Mari, Parola, K. Hansen; Muceinelii, Boniperti, VivoIo, J. Hansen, Praest. TRIESTINA: Nuciari; Belloni, Valenti; Giannini, Feruguo, Invernizzi; Ispiro, Petagna, La Rosa, E. Soerensen, Boscolo. ARBITRO: Belile di Venezia. RETI: J. Hansen (J.) al 21' e Vivolo (J.) al 29' del primo tempo; Boscolo (T.) al 18' Giannini (T.) al 23' e Vivolo (J.) al 37' della ripresa. SPETTATORI : 13 mila circa. La squadra juventina giocava con 11 lutto al braccio per la morte del geom. Monatcri. Durame la gara è xtato osservato un minuto di silenzio in memoria del vice presidente bianconero. Vi volo segna 11 secondo goal bianconero In Juventus-Triestina. (foto Molalo) John Hansen In azione

Luoghi citati: Praest, Venezia