Cinema e censori

Cinema e censori Cinema e censori Proteste, reazioni, e uno strano concetto di minoranza - Lega di spettatori? - Nuovi film di Blasetti e di Clément - La televisione aiuterà il cinema - Alluvione del colore C'è del malcontento, negli ambienti della rinascente produzione tedesca. Questa, su falsariga americana, aveva acconsentito a darsi un'auto-disciplina, con il Frei Willige Selbstkontrolle, vale a dire una commissione di censura... volontaria, della quale facevano e faranno parte i più diversi rappresentanti, . non esclusi quelli della Chiesa cattolica e della Chiesa protestante. Questi, come tutti gli appartenenti a commissioni, giurie, ecc. dovrebbero far va'ere al massimo le loro opinioni, ma poi rispettosamente inchinarsi di fronte a quanto la maggioranza ha deliberato. Ora, per Die Siinderin (<.La peccatrice *, un titolo piuttosto... significativo) la maggioranza del Selbstkontrolle non si è dichiarata contraria al film; i rappresentanti delle due Cloaclagddasflitfedrssmpicl11111 11 1113111M | i 1M11 i CIM1 ] I ■ M11 ■ li 111111M11111111111 Chiese hanno allora dato le loro dimissioni; e hanno poi acconsentito a rientrare nella commissione soltanto dopo lunghe e laboriose trattative. A Dusseldorf aveva intanto avuto luogo un Festival-Congresso cinematografico, a cura della Katholische Filmliga e della Evangelische Filmgilde, allo scopo di acuire l'interesse dell'opinione pubblica per il film di contenuto morale e religioso, e di definire la < politica * delle organizzazioni confessionali di fronte ai film da esse ritenuti dannosi. E ambedue le Chiese si sono dichiarate « decise *, per il loro senso di « responsabilità cristiana*, a più che mai attivamente occuparsi del cinema, per la < cura d'anime * loro incombente. E il piccolo < concilio* di Dusseldorf si è tra l'altro dichiarato contrario, 1111111M111111 < 1111M1111111111111111 II 1 ■ 1 ri 111111111111 II per quel che è il terreno pratico di noleggio dei film, al sistema dei < gruppi* e « a scatola chiusa *, che non lascia libertà di scelta a un esercente scrupoloso. Di qui altri malumori, e propositi di ribellione. Ma non hanno pensato, i malcontenti e i quasi - ribelli, che tutto ciò è conseguenza dello stra-potere del cinema? E' forse incommensurabile, la forza dello schermo; incide enormemente su moralità, gusto, costume. Sta, tra l'altro, anemizzando il teatro, e sta in parte riducendo l'attenzione per la lettura. L'ossessione visiva è quella più immediata e durevole. Talvolta, al cosiddetto < modo di vivere », si sta sostituendo uno strano surrogato, che è poi un non meno strano < modo di vedere ». Quella del cinema è un'enorme, sconfinata responsabilità. Possono spiacere episodi come le dimissioni di' una minoranza soltanto perchè è minoranza; e possono stupire ingerenze confessionali nel commercio dei film (ma quanti < esercenti* non vorrebbero poter sottrarsi al giogo dei <gruppi* e della <scatola chiusa*?). Tuttavia i film veramente d'arte, assai pochi, coprono di ridicolo quelle censure, di qualsiasi specie, che vogliono condannarli; mentre per tutti gli altri film i freni di un'elementare opportunità e di un ovvio buon gusto non saranno mai abbastanza invocati. Anche senza commissioni, senza < concilii >. Se si dovesse fare una Liga, o una Gilde, degli spettatori che desiderano i film che sentono di meritarsi, quali ben altri grattacapi avrebbero, produttori, noleggiatori ed esercenti. ■ * * A Torino, alla Fert, è In lavorazione Il cavaliere di Maison Rouge, da Dumas, con Franca Marzi, Yvette Lebon, Olga Solbelli e Luigi Tosi. — Federico Fellini ha iniziato a Firenze le riprese de I vitelloni, con Alberto Sordi, LIda Baarova, Leopoldo Trieste e Carlo Romano. — Alessandro Blasetti, ligio alla formula di antologia novellistica che gli ha valso il successo del suo « Zibaldone N. 1 >, Altri tempi, sta preparando il suo < Zibaldone N. 2», che s'intitolerà Nostri Tempi; lettori di fiducia sono al lavoro, alle prese con la nostra narrativa contemporanea, tra la quale saranno scelti 1 sette-otto racconti di cui, entro il febbraio, s'inizierà la sceneggiatura. — I film didattici dovrebbero in breve fruire di eccezionali sgravi doganali e fiscali. — Continuano le riprese de La lupa, da Verga, regia di Alber- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiniiiiiiiniiii to Lattuada. — Augusto Genina dirigerebbe Maddalena. — E' allo studio, per una combinazione italo-tedesca, una Vita amorosa di Wagner, con riprese in Baviera, a Ravello e a Venezia. * * Le paure dei fautori del cinema nei confronti della televisione si vanno lentamente placando. Non da oggi sosteniamo che il cinema, dalla diffusione televisiva, avrà moltissimo da guadagnare, purché, naturalmente, sappia concludere un'opportuna alleanza. Ha forse la radio ucciso la musica? E come potrebbe la televisione uccidere il film? Quando altro non chiede se non di servircelo a domicilio? (Enormi interessi e mastodontiche beghe fra < Compagnia * e < Compagnia* non ci riguardano). S'infittiscono intanto indagini e statistiche. A Los Angeles le più recenti hanno dato questi risultati. Vanno al cinema: più di una volta la settimana, possessori di apparecchi televisivi 1 %, non possessori Zr/o; circa una volta la settimana, possessori 23%, non possessori 34</o; circa una volta ogni due settimane, possessori 16%, non possessori 36%. Perciò il gruppo più numeroso, fra possessori e non possessori di apparecchi, è dato da quanti vanno al cinema in media una volta la settimana. Che sono poi i < clienti > più redditizi e fedeli. * * Tra i nuovi film tedeschi ha avuto un ottimo successo in Germania Alraune, dal noto romanzo di Hans Ewers, il quale già ebbe a subire due riduzioni cinematografiche, nel 1923 e nel 1927, in entrambe protagonista Brigitte Helm; ora è la volta di Hildegarde Knef, accanto a Erich Von Stroheim e a Paul Wegener. René Clément, 11 regista di GiitocM proibiti, inizierà in febbraio, in Inghilteria, 11 suo nuovo film, tratto dal romanzo di Louis Hémont, M. Ripois et la Némésis. — I film di maggior durata, su gli schermi americani di quest'anno: Racconti di Hoffmann (35 settimane), Il fiume (34), La banda di Lavender-Hill (30), Quo vadis? (20), Rhasho-mon (15). — Il colore imperversa a Hollywood e dintorni. Quello della tricromia a ogni costo sembra diventata una parola d'ordine. Sfogliando annunci e cataloghi delle più importanti Case editrici si va da un massimo, per una sola Casa, di otto decimi della sua intera produzione, che saranno a colori (27 film), a un minimo, per un'altra Casa, della metà della sua produzione (15 film). * * Doni natalizi. — A Charlie Chaplin, qualche giornata di calma; al «technicolor», di essere più discreto; a Marlene Dietrich, di apparire la più giovane bisnonna del cinema; a Roberto Rossellini, un film semplice e umano per Ingrid Bergman; alle voci dei nostri doppiati, di essere più variate; a Nicola De Pirro, alcuni buoni film italiani per i prossimi Festival; a René Clair, di non rifare del Clair 1930; ad Alessandro Blasetti, di non enunciare teorie estetiche « applicate » al cinema; a tutti i documentari italiani, di essere decenti; ai buoni documentari stranieri, di essere visibili sui nostri schermi ; a Silvana Mangano, la decisione definitiva se continuare a fare del cinema o no; ad Amedeo Nazzari, di far uscire la sua voce da meno tenebrose caverne; alla critica di sinistra, di riconoscere bello un bel film di destra; e alla critica di destra, di riconoscere bello un bel film di sinistra. m. g.

Luoghi citati: Baviera, Dusseldorf, Firenze, Germania, Hollywood, Los Angeles, Ravello, Torino, Venezia