Intervento del gen. Winterton contro le indicazioni bilingui

Intervento del gen. Winterton contro le indicazioni bilingui La propaganda di Malgrado in Zona A Intervento del gen. Winterton contro le indicazioni bilingui Polemica tra il Comune di DuinoAurisina e il presidente della zona - Amare constatazioni di un giornale titino: su otto; ragazzi sloveni sette frequentano la scuola italiana (Nostro servizio speciale) Trieste, 18 dicembre. Almeno per 11 momento.'l'òffensiva jugoslava nella zòna A del Territorio Libero di Trieste, è stata arrestata, anche se tenta ancora di resistere è di perseverare nei suoi propositi offensivi. Era infatti avvenuto, or è qualche settimana, che nel Comune di Duino-Aurisina, posto a occidente di Trieste-città e abitato da una popolazione per 4/5 slovena e per circa 1/5 italiana, si notasse una novità che aveva sapore di sfida. Il Comune, come è naturale dato il carattere etnico della sua popolazione, è amministrato da una Giunta slovena la quale, col consenso del Consiglio comunale, decise di apporre lungo la bella strada costiera, quasi tutta fiancheggiata da una sfilata di folti cipressi, alcuni cartelli indicatori bilingui. La località era, prima di tutto, segnata in lingua slovena, e poi, in sott'ordine, come fosse graziosa concessione, il nome del luogo era ripetuto in lingua italiana. Quando la co sa fu avvertita, il dott. Gino Falutan, presidente della zona A, intimò al sindaco di detto Comune di sopprimere que gli innaturali cartelli e di ristabilire le indicazioni quali erano in passato, quali erano sempre state, cioè nella sola lingua italiana. Il sindaco resistette, cosicché- 11 dott. Palutan, appellandosi a una legge del 1923, rinnovò l'intimazione, minacciando, in caso di inadempienza, di fare abbàttere d'autorità le segnalazioni bilingui. Ma nemmeno questa volta il Comune di Duino-Aurisina obbedì all'ordine ricevuto; obbiettò invece che, trattandosi di una legge del 1023, cioè di una legge fascista, essa doveva ritenersi decaduta con la fine del regime fascista e che pertanto la bilinguità essendo consentita dal trattato di pace, il Comune era nel suo pieno diritto di fare quello che aveva fatto; e quindi chiamò in causa il Comando alleato, impersonato dal generale inglese Winterton, perchè l'asserito diritto del comunisti di Duino-Aurisina fosse rispettato. Fu allora osservato che la legge ricordata dal dott. Palutan, quantunque fosse del 1923, non era di origine fascista perchè elaborata prima dell'avvento del Governo nmasollniano; ma questa obbiezione non servi ad altro che a rinfocolare la polemica, perchè gli scarsi fautori triestini dello slavismo, si compiacquero di dire che, se le cose stavano proprio così, ciò serviva a dimostrare che l'Italia era prepotente e fascista prima ancora che il fascismo avesse schiettamente trionfato. Era pure evidente che la pretesa del Comune di Duino-Aurisina era illogica ed eccessiva perche tutto quello che il viaggiatore incontra prima e dopo di questo Comune, parla della italianità, ed in terra italiana non vi è che il nobile linguaggio di nostra gente che abbia diritto di cittadinanza: la pretesa di questo Comune pare altrettanto infondata di quella che sarebbe la pretesa delle comunità albanesi che, qua e là, sopravvivono in Sicilia e nel Mezzogiorno della Penisola, di veder segnate, con caratteri albanesi, le strade che attraversano le loro contrade. E non vi ha dubbio che queste considerazioni si saranno imposte anche alla mente del generale Winterton che è proprio insediato nel castello di Duino e che, da qui, governa la zona A: egli infatti, con molta soddisfazione dei triestini, si è associato al punto di vista del dott. Palutan ed ha ordinato che le indesiderate e indesiderabili tabelle bilingui, fossero tolte dalle strade ove erano state collocate, e fossero sostituite con tabelle italiane. Nonostante questi segni di aggressività della debole minoranza slovena che abita nella zona A, è facile avvertire che l'italianità di Trieste è sempre fresca, vigile', attiva; che Trieste italiana continua ad esercitare quell'azione assimilatrice e conquistatrice di quante genti straniere vivono all'ombra di San Giusto e della storica alabarda:- non sono molte settimane che un giornale di spirito e lingua sloveni, lamentava che anche i bambini allevati in asili di pretta marca slovena, andavano poi a frequentare le scubr le elementari italiane (su otto ragazzetti, figli di genitori sloveni e allevati nell'asilo sloveno di Rozzon, Bette sono andati a frequentare la scuola elementare italiana e uno solo si è iscritto alla scuola elementare slovena — ha pubblicato con evidente amarezza il giornale «Primorsky» nel suo numero del 18 novembre), e Ciò, quantunque, da dopo il rM5, sia stato costituito in Trieste un empolloso apparato scolastico sloveno che comprende scuole elementari, scuole magistrali e scuole ginnasiali. . Ma Trieste è città italiana e, a malgrado di queste molte scuole di lingua ingrata alla immensa maggioranza della città e d'ella zona A, la popo¬ lacocoalsca trsia civegesiceacstelsuchfecpdiHdnsfcISlacieCzGucod«csdcfllgggqtnnpncSebqs€NassivbCLevCC lazione scolastica, che aveva cominciato a frequentarle, è in costante diminuzione; dal 1946 al 1951 gli alunni di queste scuole sono diminuiti da 4198 a 2941, ed è quindi sceso di altrettanto il numero delle classi che, da 211 è adesso ridotto a 166. Insomma, chi vive in questa città deve essere italiano o diventarlo, perchè la città respinge, per naturale impulso chi si rifiuta dì essere tale, chi facendosi un'anima straniera e acquistando lingua e cultura straniere, si presenta come un elemento di corruzione della sua salda compagine nazionale che, da tempi immemorabili, fermamente, si richiama alla civiltà latina e italiana. Cesare Spellanzon

Persone citate: Duino, Gino Falutan, Winterton