Si precisano i particolari del delitto di Rocchetta Belbo

Si precisano i particolari del delitto di Rocchetta Belbo Si precisano i particolari del delitto di Rocchetta Belbo La versione dell'assassino e quella dell'autorità inquirente - L'atteggiamento dei due arrestati nel carcere di Alba: il Chiarie taciturno rifiuta il cibo, il Guarina è ottimista (Dal nostro inviato speciale) Alba, 17 dicembre. Nelle carceri di Alba, in due celle separate, Dario Chiarie e il suo amico Eugenio Guarina attendono di venire interrogati dal Procuratore della Repubblica. Il giovane omicida in tutta la giornata non ha toccato cibo. Gli agenti di custodia, che lo osservano spesso dallo « spioncino », lo hanno sorpreso sempre nel medesimo atteggiamento: seduto sul pancone, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il viso tra le mani e lo sguardo fisso sulla parete di fronte. All'ora del rancio non si è neppure mosso. Al secondino che lo invitava a consumare almeno un piatto di minestra, ha risposto in dialetto piemontese: «Ho un mattone 'qui, che non va nò su ne giù », E con la mano destra si batteva 11 petto. Dario Chiarie, più che addolorato, è sbalordito dagli avvenimenti dell'ultima settimana. Stasera ha domandato ad un altro agente di custodia: «Quanto mi daranno?». Egli, giovane di 26 anni, vede la propria vita, irrimediabilmente spezzata fin dal momento in cui esplose 1 due fatali colpi di rivoltella al capo della sua vittima, e si preoccupa del tempo che dovrà passare in carcere. Diverso è il comportamento di Eugenio Guarina, indicato dal Chiarie come istigatore al delitto. Egli — Becondo le informazioni che abbiamo potuto raccogliere — si sente abbastanza sicuro. Ha consumato i pasti regolarmente e stasera ha chiesto se gli era anche consentito di leggere i giornali. Il suo desiderio non è stato esaudito, ma il Guarina non si è scomposto. Nella mattinata di domani il capitano Adami, comandante la Compagnia dei carabinieri di Alba, farà pervenire all'autorità giudiziaria del luogo, il rapporto conclusivo sulle Indagini. Con tale documento l'ufficiale denuncia il Chiarie per omicidio volontario e porto abusivo di arma da fuoco, il Guarina per presunto concorso nel reato di omicidio. Al rapporto è unito un voluminoso fascicolo in cui sono contenute la confessione dell'assassino, il verbale del confronto che questi subì con il Guarina, le deposizioni di Virginia Pio, causa involontaria della tragedia, di Domenico Pio e della moglie di costui. Elvira Guarina, sorella del giovane fermato. Ognuno di essi è stato chiamato in causa dal Chiarie: « Sono loro: Virginia, Elvira, Domenico e specialmente Eugenio, che mi hanno istillato nell'animo l'odio per Giovanni Pio. Sono loro che mi hanno spinto ad ucciderlo ». Affermando di essere stato istigato, Dario Chiarie conferma la convinzione dei carabinieri, di avere cioè premeditato il delitto, col tendere un agguato all'uomo che voleva sopprimere. La sera del 10 dicembre il giovane usci di casa armato di rivoltella. Si avviò verso la cascina dei Pio, solitaria fra le vigne e i canneti. Giunto sull'aia, fu av vicinato furtivamente dalla giovane Virginia di cui era in namorato. Le rivolse una sola domanda: < Tuo fratello è con voi? ». Non ebbe bisogno di specificare di quale dei fratelli intendesse parlare. Si riferiva a Giovanni Pio, che si oppo neva ostinatamente al loro amore e alle loro nozze. Virginia rispose: «E' andato tiimiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiuiminiimiiimiiiii nvfcsgtp2ufpce dai Chinazzo». Quindi rientrò nella stalla per impedire che venisse notata la presenza del fidanzato clandestino. Erano circa le ore 22. Il Chiarie — sono le sue dichiarazioni — vagò sulla collina senza mèta, tormentato dal pensiero di non poter sposare Virginia. Alle 23,30 avviene 11 delitto. < Fu una colluttazione casuale — afferma il Chiarie. ~- Il Pio, dopo avermi insultato, cercò di colpirmi con un sasso. Sparai e l'uccisi ». Nel loro rapporto i carabinieri ricostruiscono in altro modo il momento dell'assassinio. Dario Chiarie attende, appostato nell'ombra, il passaggio di Giovanni Pio. Lo vede uscire dalla cascina dei Chinazzo, lo sente fischiettare tranquillo mentre si avvia verso la propria casa. Il percorso è obbligato. Come l'agricoltore ignaro passa davanti al Chiarie, questi balza al suo fianco e spara il primo colpo di pistola che raggiunge la vittima allo zigomo destro. Il Pio si accascia ormai moribondo. Il Chiarie però esplode il colpo di grazia alla nuca, Quindi afferra 11 corpo esanime per i piedi e lo trascina più in basso in un avallamento, dietro un ce- spuglio. » i ! i ' i : 11m111 ) ! r 11 ! 11 ! r i [ 11 b 11 ! 11 [ 1 : i p r i ì 1111m11111 t 11111 Nelle mani del Pio si trove ranno poi arbusti e Ali d'erba che egli aveva strappato nel tentativo di aggrapparsi a qualche cosa, sentendo che la vita gli sfuggiva. Nella località — fanno notare i carabinieri — non esistono pietre. Compiuto il delitto Dario Chiarie si reca dai suoi genitori e dice loro: c E' successa una grossa disgrazia. Qualunque cosa avvenga dite che io stasera mi sono addormentato alle 22. La stessa esortazione ripete poi al nipote «adottivo» Luciano Cecchini, che divide la camera con lui. Le testimo nianze di queste tre persone lo salvano per alcuni giorni dall'arresto; ma poi la stessa donna, per amore della quale egli ha ucciso, fa crollare, involontariamente, il suo alibi. Egli messo di fronte alla propria responsabilità, deve confessare. Cedendo all'impeto di una sanguinaria follìa, Dario Chiar le ha troncato la vita di un innocente e ha perso per sempre la donna che amava. Intanto nel paese di Roc chetta Belbo tutti gli animi sono sollevati. Fino a Ieri si temeva un altro gesto inconsulto dell'ignoto assassino. c. n. 1 f r=! s ! > [ i t p 11 m i r i i 111 r 11 r ì r i ■ 11 [ 111 < : ì i 11111 ■ 111 1111 r

Persone citate: Adami, Chinazzo, Dario Chiar, Dario Chiarie, Elvira Guarina, Eugenio Guarina, Giovanni Pio, Luciano Cecchini

Luoghi citati: Alba, Rocchetta Belbo, Virginia