La sanguinosa e folle rivolta dei prigionieri comunisti a Pongam
La sanguinosa e folle rivolta dei prigionieri comunisti a Pongam OTTAXTABUE MORTI E 120 FERITI IX COREA La sanguinosa e folle rivolta dei prigionieri comunisti a Pongam I rossi attaccano le guardie che sono costrette a usare le armi - La tattica del "muro umano,, - Storia, motivi e origini delle ribellioni (Nostro servizio speciale) Dalla Corea, 15 dicembre. Mitra, fucili e mitragliatrici sono entrati in azione, e il sangue è corso sull'isoletta di Pongam, ove i prigionieri comunisti si sono rivoltati contro le guardie alleate. Americani e sudisti hanno fatto di tutto per soffocare la ribellione senza far vittime, ma ogni tentativo è stato vano. E allora le armi hanno fatto sentire la lóro spietata voce: ottantadue morti e centoventi feriti fra i rivoltosi, quattro feriti tra le guardie costituiscono il macabro bilancio dì un episodio che a nulla è giovato ai rossi se non a fornire nuove munizioni alla propaganda comunista. Noti è stato un fatto inatteso. Al Comando alleato già si sapeva da qualche tempo che l comunisti progettavano qualcosa di simile a quanto era accaduto a Koje, una sollevazione in massa dei prigionieri. Qui, a Pongam, sono custoditi nternati civili, non soldati. Ma si tratta di elementi pericolosi per la loro accesa fede comunista. E il fanatismo ha toccato nel sanguinoso episodio una vetta forse non raggiunta nemmeno dalle « cariche suicide » dei fanti cinesi e nordisti. I prigionieri di Pongam sono irriducibili. Moltissime volte sono stati intercettati i loro tentativi di comunicare con altri campi, eppure essi non desistono. La notìzia dei piani di ribellione in massa faceva stare dunque sul chi vive il Comando alleato. La conformazione geografica deWlsola è particolarmente fa vorevole ai prigionieri che vogliano sollevarsi. Pongam è coltivata a terrazze, e per ragioni non definite la base di guardia è all'estremità inferiore della gigantesca scalinata, I prigionieri sono divisi in due campi. In quello numero uno tutto è rimasto tranquillo. Nel numero due sono custoditi circa novemila prigionieri, di visi in otto sezioni. Solo due di queste sono rimaste estrance alla sommossa. Nelle altre sei, più di 3500 prigionieri si sono ribellati quando è stato posto Il divieto di esercitazioni militari. Poiché le autorità alleate Insistevano, i prigionieri si sono raccolti sulla più alta delle terrazze, minacciando clamorosamente le guardie. E1 stato loro intimato di sciogliere l'assembramento. Le grida di mi nàccla si sono fatte più acute e numerose. • Qualche sasso è incominciato a volare verso il basso, in direzione delle guardie. A Koje nello scorso feb braio i rivoltosi avevano usato rudimentali armi da loro stessi fabbricate e rozze lance Qui non avevano a disposizione altro che pietre. Ma la posizione tatticamente vantaggiosa rendeva assai efficaci anche i .sassi. Di fronte all'aggravarsi della situazione, e nella impossibilità di far uso dei gas lacrimogeni a causa del vento che spazzava l'isoletta, le guardie americane e sudiste hanno sparato in aria. E allora il fanatismo ha raggiunto il suo incredibile apice: i rivoltosi si sono presi sottobraccio, e <>» massa hanno incominciato la discesa verso il basso: muro umano deciso a travolgere i custodi. « Sapevano che avremmo sparato — ha detto un portavoce alleato — ma hanno continuato a marciare^ hanno continuato anche dopo l'inizio del fuoco ». A Koje oltre à un soldato americano, erano morti settantacinque prigionieri e 139 erano stati feriti. A Pongam il triste bilancio dei morti ha superato il precedente. Gli internati dell'isola, tutti catturati mentre accompagnavano reparti militari cinesi o nordisti, hanno manifestato l'intenzione di tornare in territorio comunista se si verrà a un accordo sullo scambio dei prigionieri. Altri 37.000 internati, che preferiscono invece restare a sud, sono già stati liberati. A Pongam dunque ogni pri¬ gioniero odia profondamente sudisti e alleati. E questo odio ha raggiunto la vetta con il virtuale suicidio in massa. Ma per quanto numerosi i ribelli e per quanto fanaticamente decisi, la loro assurda idea di travolgere le guardie è fallita. Mentre due americani e due sudisti restavano colpiti dalle pietre scagliate su di loro, gli altri custodi si impadronivano gradualmente ma rapidamente del controllo della situazione. In breve la calma era ristabilita. Ma il terreno di Pongam era arrossato di sangue. Un'altra assurda ribellione ero stato domato. Assurda, ma non inutile per chi va seminando agitazione fra i prigionieri, e per chi senza dubbio sfrutterà l'episodio di Pongam come da mesi va sfruttando quello di Koje. Robert Vermillìon deiru.p.
Persone citate: Mitra, Robert Vermillìon
Luoghi citati: Corea
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