Avventure di un italiano alla corte di re Faruk

Avventure di un italiano alla corte di re Faruk RETROSCENA DI UNA RIVOLUZIONE Avventure di un italiano alla corte di re Faruk Una pallottola per conto del sovrano - Pulii, elettricista leccese, amministrava amori vizi danaro e idee del monarca - Quale carta ha giocato con Naghib ? - Prosciolto da gravissime accuse (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, dicembre. Sino all'altro ieri, quando dai Cairo andavo verso HeHopolis, dicevo ad un certo punto all'autista di procedere a passo d'uomo. Mi trovavo all'altezza di un edificio che ancora chiamano Scuola militare. E' una costruzione che sembra una bassa e lunga scatola di cartone, con due porticati sulla facciata: uno ai plano terreno, l'altro al piano superiore. Al di là del cancello guardavo sempre la prima finestra a sinistra perchè sapevo che i rivoluzionari vi avevano rinchiuso un curioso personaggio. I più, parlando di lui, dicevano: <.E' colpevole di molte cose, lo condanneranno a morte >. Ma da pochi giorni questo personaggio si è visto liberato delle siccuse più gravi ed è stato trasferito in una comoda abitazione, in attesa ' d'un piccolo giudizio, roba da nulla. Il curioso personaggio si chiama Antonio Pulii ed è nato nel 1904 a Lecce. Era venuto nel 19S0 in Egitto come operaio elettricista ed era poi diventato l'uomo più riverito, più adulato, più temuto dopo il re' era anzi di¬ IIIIIIIIMIIIIIItlllllIllllIIIIIIIflIlllllllllllllMlllllItlll ventato l'ombra del re, il suo « unico > amico. Quando la settimana scorsa stava ancora sotto il peso di gravi accuse, me ne andai a trovare sua moglie ed era piena di paura: < Chi sa che cosa faranno a lui ed a noi > mi disse. Aveva cominciato a raccontarmi la vita di suo marito: < Ecco, vede: in famiglia erano sette fratelli ed Antonio lo mandarono da uno zio, che già lavorava in Egitto >. Tattica sentimentale Le rivoluzioni portano al potere certi uomini e conducono altri alla rovina od in carcere. La rivoluzione egiziana segue sino ad un certo punto queste regole generali; poi se ne scosta con episodi che è interessante conoscere perchè rivelano garbugli di tattica sentimentale e politica lontani dalla nostra mentalità. 1 riuolusionari, per esempio, e specie i Fratelli musulmani, avevano sino a ieri coperto d'insulti Mohammed Nahas, capo del Wafdimostrandolo come profittatore insaziabile ed il Ministro dell'Interno lo aveva persino dichiarato moralmente indegno di dirigere un lllMIIIIIIIIllllllllllllItlllllllllllllllllIllllllllllll partito. Ma di colpo Naghib lo riabilita, lo riceve a colloquio e gli stringe la mano. I riuoJusionari, per esempio, avevano rinchiuso nella Scuola militare sessanta ex-grossi personaggi. C'erano alcuni ministri, gli amici d'affari del re, i suoi protetti, gente che di certo aveva fatto abuso di potere, trafficando incarichi ed influenze; ma la settimana scorsa Naghib, dopo aver tanto parlato di moralizzare la vita del Paese, li ha rimessi tutti in libertà. Tra questi sessanta c'era anche Antonio. Pulii, conosciuto sino all'ultimo momento come il direttore degli affari privati di S. M. il re. Avevo chiesto di che cosa poteva essere incolpato e mi avevano detto: « Reati gravi: d'aver partecipato all'uccisione d'un ufficiale, di cui il re era geloso; d'aver speculato per conto del re col danaro pubblico; d'aver portato all'estero fondi segreti e molto oro; d'aver rubato dove gli capitava, nei musei egiziani, nelle case private, nelle casse dell'erario; eccetera >. Un altro, invece di dirmi ad un certo punto quell'eccetera, spiegò: <E poi di corruzione. Era l'uomo che aiutava il re nel soddisfare tutti i suoi crudeli e volgari capricci >. In una diversa occasione, un tale della polizia, che aveva esaminato alcune carte di Antonio Pulii, mi aveva persino detto: < Che uomo ignorante: i suoi appunti, e moiti riguardavano le avventure amorose del re, mi sembrarono sul subito scritti in gergo segreto ed invece erano soltanto scritti in un italiani strampalato, senza ortografia, molto dialettale >. Un povero trucco Discorrendo poi con là moglie di Pulii, una povera popolana che è rimasta tale, e vedendola, la si confonderebbe proprio con una contadi.na molto stanca, mi ero sentito dire: « Non so di che cosa possono incolpare mio marito. Egli eseguiva gli ordini del re, come tutti gli altri. Ogni settimana mia figlia va a trovarlo alla Scuola militare e lo vede abbattuto, incapace di reagire e sfinito. Dopo quattro mesi non gli hanno precisato ancora nessuna accusa, tranne quella di avergli trovato un poco di hascisc in un cassetto della scrivania che aveva al palazzo reale >. Per consolarla le avevo detto che questi sono i poveri trucchi di tutte le polizie politiche del mondo e lei guardandomi meravigliata ripeteva: « Ma si possono fare cose di questo genere t >. e a i e e a a a i a. d i ta è aia Adesso quei sessanta exgrossi personaggi sono stati messi in libertà ed anche Antonio Pulii sarebbe tornato a casa si non gli avessero sequestrata qualche tavoletta di droga. Sono i colpi di scena della rivoluzione e già parecchi dicono: « Una cosa del genere era da prevedersi perchè il Pulii chi sa quante carte buone può giocare >. Bisogna sapere che il re, prima di abbandonare l'Egitto, cercò di salvare il suo fedele maneggione. Si racconta che Faruk era disposto a cedere anche tre o quattro persone del suo seguito pur di portarsi via Antonio Pulii, ma Naghib si mostrò intransigente. La contrattazione fu lunga, durò qualche ora e vi mise termine la piccola Narriman, regina troppo improvvisata, che ad un certo punto esclamò: < Ma smettila di pretendere che te lo consegnino. Abbandonalo al suo destino >. Aft sarebbe piaciuto chiedere al Pulii se conosceva simile episodio e tutti a dirmi che era inutile. Di certo lo conosceva ed il suo risentimento poteva ricondurlo alla libertà. Domandando come poteva avvenire un fatto del genere, mi spiegarono: « Era l'uomo che portava all'estero il danaro e l'oro del re. Molto danaro, per miliardi di lire italiane, è depositato in banche svizzere e sono depositi segreti che soltanto Pulii conosce e può riscuotere. Li rivelerà al governo di Naghib, in cambio lo lasceranno andare libero >. Allora rispondevo di sapere che Pulii si mostrava travolto dalla paura, senza più desiderio di combattere: « E' ancora la commedia — mi dicevano —, egli la recita per noi >. Questo Antonio Pulii era un personaggio curioso ai miei occhi. Molti egiziani, con la voce del rancore, mi dicevano: « Il re aveva fiducia soltanto in lui e senza di lui non si poteva fare nulla. Egli amministrava gli amori, i vizi, il danaro, le idee di Faruk >. E la moglie, quando andai a trovarla nell'appartamentino di Heliopolis, in un racconto troppo ingenuo per essere vero, mi confessò: < Posso dire d'aver perduto mio marito da almeno quindici anni, dal giorno in cui il re volle averlo sempre vicino. Lo vedevo raramente, veniva a trovarci per dieci minuti ogni due o tre setti mane, ci salutava e scampa riva. Io non ho mai avuto un gioiello, molto danaro, bei vestiti ed in questa casa, con i miei due figli, io abito da dodici anni > ed aggiunge con tono d'implorazione: < Ripeta la storia di mio marito, ma giusta*, e subito m'accorgo che nemmeno lei la conosce. Non credo che simulasse, e penso che il Pulii era uno che aveva imparato a tacere, da buon servo fedele. Adesso tutti sanno che nel 1942 qualcuno sparò su Faruk, era un pasticcio di donne con un ufficiale dell'esercito e fu Antonio Pulii che ci andò di mezzo, prendendosi una pallottola nel ventre. Domandando conferma di tale episodio, mi sento rispondere dalla moglie: « Afa questa storia l'ho saputa pochi giorni faQuando allora andai a trovare mio marito all'ospedalemi dissero ch'era stato operato all'improvviso d'appendicite >. Poteva anche essere un seiIllllllllllllllll greto di Stato; ma non altrettanto segreta è tutta la vita di Antonio Pulii. Già ho detto che a diciassette anni giunse in Egitto chiamato dallo zio e ad'-siiu basta aggiungere che venni, mandato a palazzo per sorvegliare gli impianti elettaci. Era un buon operaio, molto abile, molto attento e molto rispettoso: dopo qualche anno, quattro o cinque, lutti lo conoscevano con simpatia. Un giorno un trenino elettrico, giocattolo molto caro al piccolo Faruk, si guasta e Pulii glielo ripara. Da simiie occasione è nata l'amicizia del bambino per il giovanotto italiano, che da elettricista si trasformò a poco a poco in custode, in accompagnatore, in persona fidata, per finire amico intimo e confidente. Quando Faruk salì al trono aveva sedici anni, il Pulii trentadue ed il giovane re dovette vedere in quell'uomo che sempre gli era stato vicino, l'unico veramente < fedele >. Nessuno oggi può dire sino a che punto il re si sia abbandonato alla volontà del Pulii o sino a che punto il carattere del Pulii si sia imposto al re. Si sa che gli serviva in tutte le occasioni: un giorno Pulii partiva in aereo per correre a Parigi e cercare un certo profumo che Sua Maestà voleva regalare ad un'amica, un altro giorno Pulii veniva mandato ad Alessandria per rappresentare Sua Maestà ai funerali di Vittorio Emanuele ex-re d'Italia. Tra questi due < tipi » d'incarichi ci sono tutti gli altri, facilmente immaginabili. Miliardi ricuperati Quando venne il 1940 e ci fu la guerra, gli inglesi non potevano sopportare che un italiano dominasse nella reggia del Cairo e sospettandolo di spionaggio a nostro favore pretesero che venisse espulso od internato. Ma Faruk non si diede per vinto e quel che non gli riuscì di fare quattro mesi fa con Naghib, gli fu invece possibile di fronte ad un generale inglese, al quale rispose: < Afa Puili è un mio suddito >. Infatti con decreto speciale lo aveva fatto cittadino egiziano nominandolo bey di prima classe e qualcuno aggiunge che lo avesse persino convinto a diventare musulmano. < Ma è veroì ■> domandai a sua moglie e lei mi rispose: <Non so nulla di queste cose, non sono inai andata a corte una volta e non ho mai conosciuto nessuno. Adesso gli ufficiali della polizia hanno perquisito la casa in cerca di chi sa quali tesori e nemme•10 credono che questa sia, veramente la nostra abitazione, per me e per i due miei figli, e sempre domandano dove abbiamo il nostro vero palazzo*. Chi mi parlava era una povera donna e bastava guardarla per capire che diceva la verità. E' grigia di capelli, infagottata in un abito dimesso ed è rimasta quel che era, una brava popolana che nemmeno sa da che parte cominciare il racconto delle vicende di questo suo curioso marito, « l'uomo più potente dopo il re >. Afa fuori tutti dicono: « Pulii ha giocato la sua carta, deve aver rivelato i suoi segreti, ecco perchè lo hanno prosciolto di tutte le gravi accuse >. Ed a questo punto qualcuno aggiunge, invasato di moralismo: <Però non si doveva fare >, mentre qualche altro, più vicino alla realtà, conclude: « Afa al, tutto sta nel sapere se ne valeva la pena, cioè ci devono dire quanti miliardi ha permesso di ricuperare ». Sono queste le storie romanzesche che la rivoluzione egiziana porta con sè e che riesce a risolvere senza drammaticità, ma con curiosi compromessi. I moti rivoluzionari possono anche agire in questa maniera, condannare od assolvere sbrigativamente e soltanto più tardi si capirà se lo hanno fatto per debolezza o per tracotanza. Enrico Emanuelli Pulii bey, già cittadino italiano

Luoghi citati: Alessandria, Cairo, Egitto, Il Cairo, Italia, Lecce, Parigi