Galatei

Galatei Galatei La presunzione della buona creanza è altrettanto radicata al mondo quanto quella della grammatica; nondimeno non esiste per lo scrittore più sicuro investimento d'inchiostro che una guida di contegno, un trattato di belle maniere. Segnatamente in questa nostra società moralmente svogliata e tenera del parere, i galatei hanno fortuna su tutti gli altri libri, sono uno dei pochi rami sempre verdi dell'industria editoriale. C'è chi li legge per trovarci il proprio riscontro e ritratto; chi per toglierne qualche rifinitura, il fiore all'occhiello della raffinatezza; chi anche e semplicemente per réverie, quasi cogliendo in essi bucce e cascami di romanzo mondano. Come si leggono, facilmente si scrivono: la loro essendo una materia che si può benissimo trattare a orecchio senza possederla, e che infiniti altri prima di noi trattarono; pochi libri sono fatti coi libri più di questi, e si sa che molti legiferatori di creanza sgarrano in proprio. Con la sola eccezione del Della Casa, per forza d'arte rimasto vivo, tutti i galatei hanno in comune di passare con la moda che rispecchiano; di scadere dopo pochi anni, come i figurini e le fotografie, a cose buffe. Anche i più spiritosamente agguerriti contro il tempo, canzonatori e scettici, cadono sotto il tempo; e questo nuovissimo e arguto sino a irritare, galateo femminile di Elena Canino, La nuova signora, che presso l'editore Longanesi fa il paio con // vero signore di Willy Farnese, andrà soggetto allo stesso impallidimento di quelli delle marchese Colombi e delle Mantee... Mantea. Fu il novi de piume d'una gentile scrittrice piemontese d'aristocratica famigli*, Gina Sobrero, che tenne banco di buone maniere presso la società dei nostri nonni. Scrisse tranquilla, ma visse agitata, fuori al tutto del convenzionale quadro della calìa ottocentesca. Fidanzata e spòsa a un giovane protetto del Re delle Isole Hawaii, alunno dell'Accademia militare di Torino, lo seguì ad Honolulu con più che buona speranza di salire un giorno sul trono della «Perla dell'Oceano». Vi soffrì invece un atroce disinganno, essendosi l'uomo rivelato indegno e come marito e come cittadino. Dal quale abbandonata con una bambina, attraversò l'America da San Francisco a New York, rigandola di lagrime e a ogni tappa guadagnandosi con umili lavori di che arrivare alla successiva. Raggiunta finalmente Le Havre, le morì la bambina. Rimpatriò larva, con anpem la forza di reggere la penna consolatrice. Col diritto che aveva di coltivare la tragedia, il dramma o almeno il romanzo verista, scelse il genere didascalico, e mandò fuori Le b.y>ne usanze, Gli sposi, Consigli pratici alle donne di servizio, oltre a un gran numero di articoli di vita mondana, di moda, di attualità femminile. Del suo passato tempestoso appena è una traccia nelle Buone usanze, il solo galateo di quanti se ne conoscono, che dedichi un capitolo ai marinai. Questo libro rimette a fuoco una società scomparsa, quando i fidanzati si davano del lei, ed erano guardati a vista dai parenti come due barattoli di dinamite. Società ai nostri occhi castigatissima, ma a quelli di Mantea già quasi affatto persa. <i Oggi le signorine assistono ai ricevimenti, escono sole », « Oramai all'ingenuità non crede più nessuno... » geme la scrittrice. Scenette, figurine da film di René Clair. Il caso del giovanotto, che recatosi a portare la sua carta da visita presso una famiglia amica, si vede aprir l'uscio (caso inaudito) dalla padrona di casa, costretta da una malaugurata circostanza a far le veci della domestica. Come regolarsi? Quello del viaggiatore che sale in uno scompartimento per fumatori e ci trova una signora salitavi essa pure per far compagnia al marito, al fratello, o per errore. Qui, « l'uomo dà prova di educazione non prevalendosi del diritto che gli concede la società ferroviaria e che nessuno gli contesta ». I treni hanno una gran parte in questo come in tutti i galatei, e bagnano in una terminologia da circo. « Una signora sola non entra nei carrozzoni riservati a fumatori» (par di vederli tra le sbarre), mentre per tutti è sconveniente « irritarsi coi guardia-, ni se il treno non parte in tempo ». « Un uomo non viaggi mai in abito nero e in cappello a cilindro » e la sposa in viàggio di nozze « non porti un numero straordinario di toilettes e di cartoni: darebbe subito noie al marito, il quale non potrebbe a meno di supporre che ella pensa piuttosto alla propria vanità che non alle nuove gioie » In tutta altra aria, la nostra, sta la Vera Signora della Canino Qui il sentimento è poco, la morale lenta, come si porta oggi, e il precetto sfuma in aneddoti, citazioni, barzellette. La casistica vi è abbondante e risi cata. Dal viaggio di nozze alla età critica ( « la canzone del salice ») la signora d'oggi è centrata da tutte le parti: marito suocera figli domestici generi nuore amici sport sarta chiesa treno canasta. Chi aveva mai pensato a regolare i rapporti della sposa con l'architetto della casa nuova? « Non lo tratta come un artigiano nè come un amante. Non esce con lui per dare un'occhiata agli antiquari, poi fanno colazione in un posticino tanto carino. Non lo esibì sce alle amiche ». Se al marito sono dedicati molti capitoli arieggiami il Corso di felicità coniugale del Maurois, qualcosa tocca anche all'amante. Sconsigliati per quest'ufficio gli artisti, gli sportivi e i re. Gli amanti ideali sarebbero gli ufficiali di cavalleria, se ce ne fossero ancora. Ma ovunque cada la sua scelta, la vera signora non si accechi, non si abbassi, e abbandonata non uccida per dispetto. Del tutto inedita « la signora in politica ». Quando si avvicina il periodo elettorale rifletta bene prima di lasciarsi includere nei nominativi di una lista. Legga questo periodetto di una lettera del Minghetti al Depretis: «Caro amico. Ella oggi s'appoggia sui fattori che partono dall'estrema sinistra e vanno fino al centro destra. Allora Ella abbandonerebbe i due ultimi settori di sinistra e ne acquisterebbe due di centro destra. Perderà i radicali estremi; sia; ma conserverà parte della sinistra, il centro, e acquisterà parte della destra ». Sa la signora, non solo lo afferra e sviscera, ma ci si appassiona, allora è buona per Montecitorio. PeateiH «llllllllIIMIIIIIIIIItllllIlllllIIItllllItlIlllllIIIIItltl

Luoghi citati: America, Hawaii, Honolulu, Le Havre, New York, San Francisco, Torino