Gronchi tenta invano una mediazione tra i partiti

Gronchi tenta invano una mediazione tra i partiti Gronchi tenta invano una mediazione tra i partiti Nenni e Togliatti si oppongono a trattative per la chiusura della discussione De Gasperi, Gonella e Restagno riconfermati nelle loro cariche nella D. C. r a e ¬ Roma, 11 dicembre. Per la seconda volta nel giro di una settimana il presidente della Camera ha tentato quest'oggi di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione sulla procedura da seguire negli sviluppi della discussione sulla legge elettorale. Ma anche questa volta ì suoi scopi sono stati frustrati dal rigido atteggiamento assunto dalle parti, specialmente dall'estrema sinistra, che non ha voluto prendere nemmeno in considerazione, per il momento, la possibilità di chiudere in uno dei prossimi giorni la discussione generale per passare all'esame degli emendamenti. Se si può trovare una intesa sulle sedute da dedicare ancora alla prima parte del dibattito ed agli oratori dei vari gruppi che vi dovranno partecipare — ragionava Gronchi — si contemperano le esigenze delle due parti e l'opposizione evita il pericolo di dover accettare il termine che la maggioranza può col suo voto fissare unilateralmente quando lo giudicherà opportuno. « Non indirò più riunioni » Ma Nenni ha ribattuto osservando che la eccezionalità del provvedimento in esame autorizza una discussione approfondita e che non giudicava giunto ancora il momento di esaminare l'opportunità della sua chiusura. Togliatti, consentendOj ha rivendicato anche lui la più àmpia libertà di parola ed ha chiesto che, comunque, si cominciasse a discutere la questione del lavoro domenicale. DI fronte a tale atteggiamento anche il rappresentante democristiano, Moro, e quello socialdemocratico, Vigorelli, non hanno avuto gran che da aggiungere, e Gronchi, francamente seccato, ha congedato i suoi ospiti prendendo atto del fallimento del suo tentativo: « Se le minoranze respingono l'accordo — ha sottolineato — ebbene, non so proprio che farci. Le cose andranno per la loro china. La mia azione mediatrice è evidentemente non g: adita e riunioni del genere si rendono perciò inutili. Non ne convocherò più, a meno che non ne sia espressamente invitato dalle parti >. L'ultima parola è restata a Nenni che, dopo il brusco congedo del presidente, ha tentato di rimediare, almeno parzialmente, la cattiva impressione lasciata dall'atteggiamento suo e di Togliatti assicurando Gronchi che la Bua azione moderatrice sarà considerata sempre opportuna. La minoranza non rifugge dall'accordo, ma -o ritiene ancora prematuro. Evidentemente al leader so cialista non era sfuggito il sen so dell'ammonimento presi denziale: se l'opposizione non accetta di concordare il termine della discussione generale, questo sarà imposto dalla maggioranza dove avranno magari buon gioco gli oltran zist-' coloro che già nei giorni scorsi hanno criticato la linea di « cortese fermezza > seguita nei rapporti con l'estrema sinistra. Di fronte ad una azio ne contenuta nei limiti della regola parlamentare, la Presidenza non potrebbe nulla obiettare e sarebbe tenuta a •far rispettare rigorosamente le decisioni della Camera contro ogni tentativo di ribellione. I prevedibili sviluppi Dopo il fallimento della riunione odierna, questi sembrano ormai gli sviluppi prossimi della vicenda parlamentare: la maggioranza presenterà nell'entrante settimana (martedì o mercoledì, forse, come era stato concordato in linea di massima nell'incontro di ieri tra i quattro capigruppo del centro) la proposta di chiusura della discussione generale. La proposta verrà approvata e l'estrema dovrà acconciarvisi se non vorrà provocare un incidente, che questa volta sarebbe assai più difficile smorzare come si è fatto nelle precedenti occasioni. Gronchi ha fatto capire chiaramente che la Presidenza della Camera non avrà alcuna incertezza dì fronte al dovere di tutelare la corretta funzionalità del Parlamento. Altrettanto deciso, per la parte che lo riguarda, è il Governo ed oggi ne hi data una nuova autorevolissima conferma lo stesso Presidente del Consiglio. Il direttore del settimanale milanese « Oggi > gli aveva scritto a nome dei suoi lettori ponendogli un malizioso quesito: «Si deve ancora sperare in un giuoco democratico dopo che i comunisti hanno dimostrato di voler passare ad azioni di forza calpestando le tradizionali regole parlamentari? ». De Gasperi ha accettato di entrare nel discorso cui lo chiamava il giornalista ed ha risposto francamente: «Non bisogna perdere la fiducia nel sistema democratico ». Si legge tra l'altro nella sua lettera: « occorre solo informare ad un senso più rigoroso il regolamento e soprattutto accrescere nello statuto e nella prassi l'autorità arbitrale del presidente della Camera ». Una misura estrema Del resto — continua il Presidente del Consiglio — il regolamento parlamentare già prevede « la possibilità dell'intervento manti militari quando il Presidente così disponga ». E' un intervento da usare come extrema ratio, ma, ove esso si dimostri indispensabile, non vi è da dubitare che l'attuale Presidente della Camera sia deciso ad assumersi le sue responsabilità. « La democrazia va corretta sì, ma difesa — conclude la lettera — ed ogni Parlamento trova nello elezioni il suo correttivo. E' compito della stampa veramente consapevole illuminare gli elettori affinchè vengano scelti gli uomini ragionevoli e non 1 violenti, i democratici seri e non i demagoghi ». Fuori del quadro elettorale è da registrare l'odierna riunione del nuovo Consiglio nazionale democristiano e l'elezione delle cariche che vi si è svolta. De Gasperi è stato confermato per acclamazione rl!i presidenza. Gonella e Restagno sono stati confermati a mag¬ gioranza a capo delle segreterie politica e amministrativa; sempre a maggioranza la direzione è risultata composta di: Alessi. Colombo, Dal Falco. Dall'Oglio, Del Bo, Elkan, Maria Jervolino, Ercole Marazza, Rapelli, Ravaioli, Salitemi. Sangalli. L'interesse degli osservatori era riservato al numero di voti con cui sarebbe stato confermato Gonella ed alla parte che l'iniziativa democratica sarebbe riuscita a farsi nella composizione della direzione. La vittoria di Gonella è stata ottenuta con 51 voti a favore su oltre 70 votanti (ci sono state 15 sche: de bianche) ; quanto ad iniziativa sembra che essa non possa contare che su tre membri su dodici. Sono pochi rispetto all peso che essa ha in Consiglio, ma probabilmente i suoi esponenti non hanno voluto forzare la situazione per ragioni di opportunità politica rinviando la battaglia a momenti più tranquilli. e. f. ■llllllItlllilllllllllllllllllllllllltflIllllllItllllllll

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