Turbinosa esistenia di un'avventuriera che si spacciava per la principessa Caracciolo

Turbinosa esistenia di un'avventuriera che si spacciava per la principessa Caracciolo Turbinosa esistenia di un'avventuriera che si spacciava per la principessa Caracciolo Essa assumeva it nome anche di altre famiglie altolocate - Le truffe commesse in tutta Italia Otto questure le davano la caccia - Viveva nei più splendidi alberghi senza un soldo in tasca Alcuni giorni or sono e precisamente il 26 novembre veniva arrestata dal commissarialo Monviso una signora dal nome altisonante, Donatella Cirio, che alloggiava in uno dei più lussuosi alberghi cittadini: la donna si rivelava per una delle più pericolose avventuriere comparse alla ribalta della cronaca nera da parecchi anni a questa parte. Ma soltanto adesso, grazie alle diligenti Indagini del commissario capo dott. Vltolo e del commissario De Luca, ci si può fare una idea di quel che la donna ha compiuto in tutta Italia. Le sue vere generalità sono: Amedea Daria Giovinetti vedova Cerrelli di Armando di 32 anni, abitante a Roma in via Bertolone 66, sedicente studentessa in legge. Non si sa ancora quando come esattamente abbia iniziaIIMMIT UMIlllllMtliri IlfITIMIlrlTflIllItlFS to la sua carriera. Sta di fatto che essa gi spacciava per signora Alemagna o Invernizzi o Galbani o Zegna o per contessa Marzotto o contessa Matarazzo o, addirittura, per principessa Caracciolo. Ormai aveva otto questure alle calcagna. La ricercavano i funzionari di Milano, Padova, Salò, Bologna, Livorno, Trento, Roma e. Napoli. Di recente a Napoli si faceva consegnare — senza naturalmente pagarla — una pelliccia di astrakan del valore di 800 mila lire dal negoziante Mele in vicolo Borio. Poi si trasferiva a Roma con un'auto a noleggio e l'autista, ad un tratto, la vedeva sparire senza ricevere un soldo. Il 24 novembre arrivava a Tori¬ no e si sistemava, come abbiamo detto, in un albergo di prima categoria. Il giorno dopo entrava nella gioielleria Furst in via Roma e al direttore signor Fulvio Bellanzin diceva: < Sono la signora Cirio, sa, 1 Cirio industriali di San Giovanni a Teducclo. Vorrei dei gioielli molto stravaganti, molto di valore ». c Signora — le rispondeva il direttore — qui a Torino non abbiamo cose stravaganti: pero di valore si e di gusto. Ora le mostro quanto llllllltlllllllltllltlllllllllllllllllllllllllllllilltllltl ho di meglio». Ad un certo momento, l'avventuriera pregava il signor Bellanzin di mandargli a comperare una certa medicina: e gli consegnava mille lire e una ricetta. Il fattorino della gioielleria, incaricato della commissione, si recava nella farmacia più vicina, ma qui gli dicevano: «Ci vuole 11 nome di chi lo richiede: si tratta di uno stupefacente».' Il fattorino tornava e diceva alla signora: « La medicina non c'è ». É comunicava, piano, al principale che la medicina era uno stupefacente. Il signor Bellanzin — che ha già sventato tentativi di truffe e smascherato lestofanti, con un fiuto ed una prontezza davvero encomiabili — cominciava a stare all'erta, tanto più che la loquela della donna, che parlava di ville sontuose, auto americane, milioni, anziché incantarlo,- lo aveva fortemente Insospettito. Alla fine la falsa Cirio sceglieva due bracciali del va¬ lllllllllllllllllmilllllllllllllllll M1111 '■ 1111 11 11 lore complessivo di un milione e mezzo e pagava con un assegno, s'intende, a vuoto, facendo l'atto di ritirare i monili: «Mi spiace, signora — esclamava il signor Bellanzin in tono cortese ma fermo — mi dia il suo recapito, lo m'assicuro di questi assegni e poi le invio immediatamente l bracciali. Abbia pazienza, non s'offenda, ma è il sistema della Casa ». L'avventuriera aveva un mal represso, moto di stizza, poi diceva: « Allora ripasserò Dieci minuti dopo rubava una borsetta nel negozio Longhi pure di via Roma e più tardi veniva arrestata. Da notare che al numerosi capi d'imputazione se n'è aggiunto in questi giorni un altro: quello di calunnia nei riguardi dei funzionari della P. S. Monviso. Essa sosteneva d'essere stata malmenata al punto di cadere e di provocarsi un'emorragia: un'inchiesta ha stabilito la completa infondatezza dell'accusa. 1MI II t) i 11M1 II 111 li 111 II ■ 1111 ■ 11111111111111111111111111 ■ 1