Molti bimbi muoiono per una cipria tossica

Molti bimbi muoiono per una cipria tossica iLLAR'iVE TRA I.E MAJI liJE FRANCESI Molti bimbi muoiono per una cipria tossica La polvere ritirata ora dal commercio - Appelli radio per proibirne l'uso - Si fa luce sul mistero del pane maledetto (Nostro servizio speciale) Parigi, 4 dicembre. Una imprudenza o una negligenza ha provocato la morte di numerosi bambini incipriati dalle madri con la polvere insetticida Baumol, attualmente ritirata dalla Vendita su ordine delle competenti autorità. In pochi mesi una cinquantina , di bambini, a quanto dice la gente, sono morti, specialmente nelle regioni di Bordeaux e della Bretagna. Quarantotto ore dopo essere stati incipriati i bambini erano presi dai sintomi dell'intossicazione, il loro corplcino si copriva di chiazze e di bollicine, specie nei posti dove il sudore abbonda, e morivano. L'arsenico contenuto nella polvere ne era la causa. La dottoressa Simone Desse, ispettrice principale della Sanità e direttrice della sezione del Dipartimento della Charente, venne informata da due dottori di questo fatto, ma essa non vi prestò attenzione ed i bambini continuarono a morire. Alla fine, un farmacista avvisò un ispettore regionale della Sanità, un'inchiesta venne iniziata e la polvere Baumol, analizzata, venne riconosciuta nociva e tolta dalla vendita. Ma in Bretagna attualmente duemila scatole circa sono ancora in possesso delle mamme e da vari giorni le autorità, a mezzo della radio e della stampa locale, invitano le Interessate a non servirsene. Si spera che tutte possano ascoltare o leggere in tempo l'appello e che nuovi decessi di bambini non si debbano deplorare. In tanto la dottoressa Desse è stata sospesa dalle sue funzioni dal Ministero della Sanità ed il giudice istruttore di Bordeaux, dove ha sede la società che fabbrica la polvere, aspetta i rapporti del perito per procedere secondo la legge. H fab bricante, dal canto suo, non esclude che un errore possa essere avvenuto in uno stadio qualsiasi della fabbricazione e che una dose troppo forte di arsenico sia stata mescolata alla polvere. Si torna a parlare del famoso < pane maledetto > che il 20 agosto 1951 avvelenò a Pont St. Esprit circa duecento persane, molte delle quali vennero prese da straordinarie allucinazioni: c'era chi si sentiva divorare dalle fiamme e persino chi le vedeva uscire dalle mani; altri udivano il suono delle campane, oppure scorgevano animali immaginari, mostri spavento si, o si -sedevano inseguiti da gente armata; la natura assumeva aspetti infernali e tutti urlavano di paura e di dolore. Parecchie persone furono internate in manicomio e in ospedale: cinque sono morte ed altre non sono ancora guarite. Poiché tutti avevano mangiato lo stesso pane fatto dal fornaio Briand con la farina macinata dal mugnaio Maillet, questi vennero arrestati perchè sospettati di avere mescolato I al frumento della segale cornu-|ta, prodotto particolarmente ltossico che il prof. Ollivier, dljMarsiglia, incaricato delle ne- cessane analisi, diceva di avere trovato nelle viscere delle vittime. Successivamente, però, una controperizia non trovò la segale cornuta ed il Briand e il Maillet, nonché il ripartitore |regionale della farina che era!stato ugualmente incolpato, vennero rimessi in libertà. Ciò nonostante il mistero del c pane maledetto > rimaneva intatto e molte ipotesi erano lfatte: un ingegnere idraulico accusò l'acqua che sarebbe stata avvelenata dalla vicinanza di una fabbrica di gas; un chimico sospettò il solfato che viene impiegato nella lotta contro i topi; alcuni medici credettero ai sintomi nervosi della « ladreria > del maiale, malattia antica che si manifestava spesso nel Medioevo; altri pensarono agli effetti della fermentazione provocata da qualche parassita; un medico inglese dichiarò che 11 pane aveva subito sicuramente la vicinanza della canapa indiana, noto stupefacente, ecc. Soltanto il prof. Ollivier continuava ad affermare che la colpa era della segale cornuta. Il mistero sarebbe ora chiarito ed i periti nominati dal Tribunale invieranno fra poco il loro rapporto al giudice istruttore. La verità è venuta dalla Svezia, dove si era già prodotta una Intossicazione analoga a quella di Pont St. Esprit. Un perito svedese scrisse ai suoi colleglli francesi per segnalare che l'intossicazione era dovuta ad un prodotto a base di sali di mercurio, una polvere bianca o rossa che gli agricoltori mescolano a certi vegetali come il grano, l'avena, 11 riso, ecc., tenuti in serbo per la semina, e ciò per evitare che ammuffiscano. Ma quella polverina ha ugualmente la facolta di provocare la morte per anemia ed attacca il sistema nervoso. Il prof. Pelissler, di Marsiglia, esaminò allora 1 sacchi che avevano contenuto la farina e trovò in alcuni di essi certe macchie rossastre ade- renti alla tela, che avevano macchiato a loro volta alcune particelle di farina rimasta in fondo al sacco. L'analisi confermò che si trattava del prodotto segnalato, ed i risultati ottenuti, sottoponendo alcuni animali al regime del < pane maledetto >, confermarono la tesi del perito svedese. Restava da chiarire perchè il prodotto tossico era stato in contatto con la farina, e si sup pone che durante il trasporto per ferrovia una damigiana di esso si sia rotta impregnando i sacchi che si trovavano vi cini. Una inchiesta è in corso negli uffici delle ferrovie per avere conferma di ciò. Oppure si pensa che un agricoltore abbia consegnato per sbaglio al mugnaio un sacco di grano ri servato alla semina al quale era stato mescolato il prodotto contro la muffa, e così abbia avvelenato una ingente quantità di farina. Non ci sarebbe dunque de¬ utto, bensì soltanto una impru denza involontaria. Tuttavia contro questo parere continua ad insistere il prof. Ollivier, il quale ha annunciato che i suoi studi non sono ancora terminati e che egli si pronuncerà soltanto più tardi. m.

Persone citate: Briand, Ollivier, Pont

Luoghi citati: Bordeaux, Marsiglia, Parigi, Pont St, Svezia