Abolita la terza classe

Abolita la terza classe PRIMO SGUARDO ALL'EGITTO D'OGGI Abolita la terza classe Anche chi non vuole deve viaggiare in seconda - A tutti una vita più umana - Naghib ha tagliato, tolto il marcio e ricucito - Speranze e preoccupazione - Il latifondista condannato all'ergastolo ringrazia Allah - In questo risveglio c'è un po' di tutto, laborismo, dirigismo, e così via; e le promesse del dittatore - Sospesa per il momento la vita politica (r 1 nostro inviato speciale) Il Cairo, novembre. Al Quartter Generale dell'esercito egiziano, che è lungo la. strada per andare ad Heliopolis, vidi il primo segno della rivoluzione. Nell'angolo d'una stanza, sopra una seggiola, c'era il busto d'un uomo. Era una mediocre scultura celebrativa in gesso colorato, in qualche punto persino screpolata, e si capiva che l'avevano ripescata in chi sa quale nascondiglio polveroso. Mi raccontarono che rappresentava Orabi Pascià, considerato dalla casa reale un traditore, e adesso, dopo molti anni, glorificato dai nuovi governanti come patriota. In quella stanza c'era il viavai ordinato di strana gente. Un marocchino, un indonesiano, due americani, un francese ed il sottoscritto italiano si trovavano là per chiedere strampalati permessi ed autorizzazioni. Il telefo j squillava, ufficiali, soldati, marinai entravano ed uscivano, prendevano o portavano ordini e nell'aria c'era l'entusiasmo fiducioso di chi ha compiuto da poco un movimento rivoluzionarlo ed ha l'impegno di dimostrare che tutto 6 cambiato ed i vizi di prima sono scomparsi. Giustizia privata In quella stanza erano appesi anche due calendari ed alzando gii occhi alle pareti vidi che la faccia di re Faruk era già stata coperta con quella di Mohammed Naghib. (Se vogliamo mettere ordine nelle idee intorno alle cose d'Egitto, bisognerà decidersi ad imparare come si chiama il nuovo Presidente del Consiglio, il generale che ha fatto il colpo di Stato. Per qualche tempo da noi si scrisse Naguib e poi Neguib, adottando prima la grafia francese e dopo la pronuncia inglese. Un egiziano mi domandò: « Perchè la Radio italiana dice sempre Nauib pronunciando le due vocali, la u e la it II gene¬ rale si chiama Naghib ed in arabo il suo nome vuol dire intelligente >). Detesto le parentesi e mi spiace d'averne messa una. Ma era necessario conoscere giusto il nome dell'uomo che vuole cambiare l'animo degli egiziani e vuole modificare la struttura economica e sociale dell'Egitto. Sono cose non piccole, non facili e per adesso mi basta averle accennate. D'altronde oggi siamo a questo punto: il generale Naghib è come un chirurgo che ha compiuto una trapanazione del cranio ed una laparatomia, insomma un doppio e contemporaneo intervento. Ha tagliato, ha levato il marcio, ha disinfettato, e poi ha ricucito. Nella sala operatoria la preoccupazione e l'entusiasmo si mescolano; tutti vedono che l'organismo ha sopportato il colpo, che era tremendo e pesante; ma l'avveniri è difficilmente, prevedibile e qui giocano le individuali predisposizioni di animo e di carattere. L'otti- mista * pieno di speranze; il pessimista dondola il capo e vede nero. Un esempio mi servirà per far capire che cosa era e che cosa è l'Egitto. Io stesso me 10 ritrovai davanti alta fine di un lungo ed astratto discorso con un egiziano, quando esclamò: < E poi, tipi come Adii Lamlum non li vedremo più ». Bisogna sapere che questo Adii Lamlum possedeva migliaia di ettari di terreno e faceva il despota. Godendo di alte protezioni, al tempo del re, giungeva persino ad amministrare la giustizia per conto suo. Se avesse ammazzato qualcuno, di certo avrebbe trovato tra i suoi servi o contadini quello che sarebbe stato pronto ad autoaccusarsi di omicidio. 11 padrone lo avrebbe ricompensato regalando alla famiglia cento ettari di terra e qualche lira egiziana. Cose del genere erano possibili, in una certa sfera della società d'Egitto, sino a quattro mesi fa; poi sopraggiunge il generale Naghib, il quale, ordina la riforma agraria e la limitazione della proprietà terriera. Allora alcuni funzionari vanno per inventariare le terre di Adii Lamlum e sono accolti con insulti e con bastonate. Così Adii Lamlum è arrestato; con rapidità insolita alla giustizia egiziana viene processato. Anche nei giudici c'è nuovo fervore rivoluzionario, perchè a questo Lamlum fanno un piccolo regalo: l'ergastolo. E tra tante cose nuove, drammatiche, quasi incredibili per gli egiziani, soltanto l'animo del sopranominato Lamlum resta impassibile. Infatti gli leggono la condanna ed egli esclama: « Allah sia ringraziato ». Questo episodio, vecchio già di qualche settimana, mi ha fatto ricordare che, davanti alla stazione del Cairo, sulla piazza Bab El Hadib, c'è un curioso monumento. Esso rappresenta una donna egiziana, che sta in piedi, dritta come una colonna, e parg scruti l'orizzonte mentre tiene appoggiata la mano destra sul capo di una afinge, che le si accuccia ai piedi, come un favoloso simbolo. E' un monumento moderno, può avere poco più di vent'annl e quasi nessuno sa che rappresenta il « .Risveglio dell'Egitto ». Si voleva cosi celebrare l'opera di Saad Zaglul che nel 1919 per primo cominciò a dire agli Inglesi d'andarsene per sempre a caso loro. Afa ogni tanto si parlava di nuovi risvegli e quasi sempre si aveva l'impressione che sopravvenisse il sonno. Oggi le cose sono interamente mutate. Il risveglio provocato dal (come lo chiamano) liberatore Mohammed Naghib supera tutti i precedenti ed è stato così violento che molti rimangono ancora sorpresi, incerti se credere ai loro occhi. Persona che fu vicina agiti avvenimenti rivoluzionari mi assicura che Faruk disse al generale Naghib: < Ci avete preceduto di ventiquattr'ore » ed è frase che fa pensare come qualche notizia del complotto fosse tardivamente trapelata. Da quel giorno Naghib, sbarazzatosi dell'intemperante colonnello Mehanna e del cauteloso « politico » Ali Maher (dal momento che ho fatto una prima parentesi, ecco la seconda: mai nessun arabo dirà Ali con l'accento finale), venne nominato o si nominò Presidente del Consiglio dei •Ministri, capo delle Forze Armate, ministro degli Esteri. Governatore Generale. Sorriso infaticabile Da quel giorno è presente ad infinite cerimonie, discorsi, festeggiamenti, riceve decine di persone ogni mattino, presiede comitati, consigli e dibattimenti, come ministrò tratta affari di politica estera, come dittatore risolve questioni di politica interna ed infine a tutti promette qualche cosa. Ai contadini promette la terra, agli operai una nuova legislazione, ai carcerati politici la libertà, ai non mussulmani di essere tollerante nel campo religioso, agli stranieri d'essere loro amico. Con i suoi modi bonari ed il sorriso infaticabile, modellato negli atteggiamenti esteriori più su Stalin che non sugli altri, pare chieda a tutti un'ombra di fiducia. Uno si guarda In giro e non sa da che parte cominciare il ritratto di questa situazione, che non ò soltanto rivoluzionaria per l'Egitto, ma anche nei confronti di tutto il Medio Oriente: Americani ed inglesi stanno di certo dietro le quinte e lasciamoli ai loro giuochi, dal momento che altre- cose cadono meglio sotto lo sguardo. E lasciamo anche da parte quel che si mormora al Cairo. Questi mormoratori sostengono che Mohammed Naghib in un certo senso è prigioniero d'un comitato di nove (o di dodici) giovani ufficiali suoi diretti collaboratori nell'insurrezione e che adesso, giovanilmente generosi, entusiasti, ma precipitosi ed inesperti, lo trascinano al di là del suo stesso volere. Sono chiacchiere e conviene stare, per ora in modo sommarlo, alla realtà. Essa vi offre elementi di laborismo inglese, come la parziale nazionalizzazione del commercio cotoniero; elementi di progressismo a sfondo socialista, come la limitazione alla proprietà terriera; elementi di dirigismo economico, come il controllo dei prezzi; persino elementi di memoria fascista, come gli anelli matrimoniali d'oro donati per la rinascita dell'esercito. In un Paese come questo, dove ancora molti non pensano che < ti tempo è danaro » e si divertono a sgranare collane d'ambra per non annoiarsi troppo, tutte simiti cose all'improvviso e con l'urgenza e magari la confusione che soltanto si ha nelle imprese di salvataggi disperati, sembrano appartenere al mondo dei sogni. Fatti e passioni Il generale-presidente Naghib è di certo animato da buoni propositi, vuol fare mutamenti radicali e, dove una volta c'era la corruzione di un re e del suoi cortigiani, dove c'era il giuoco sfacciato delle influenze, dove c'era l'abuso di potere e dove c'erano cento famiglie che si arricchivano alle spallo di quindici mitioni di fellah, egli vuol mettere l'austerità, la rigidezza morale, la giustizia c dare a tutti una vita più umana. Con. un ordine egli ha fatto abolire la terza classe nei treni, e da quel giorno con il biglietto di terza si viaggia in seconda. * Ma io avrei preferito — mi raccontava un tizio — avere ancora la terza, però con una tariffa ridotta ». E' un esempio volutamente minimo e molto marginale; ma davanti a < soluzioni » di questo tipo, trasportate in campi più impegnativi, qualche egiziano rimane perplesso e si domando, dove tutto ciò potrà condurre. Soluzioni di forza e, qualche volta, contraddittorie, serpeggiano nella vita egiziana d'oggi e tutti aspettano il SS gennaio dell'anno prossimo, giorno in cui dovrebbero terminare i pieni poteri del generale Naghib. llllllllllllllMlllllllllllllllillllllllllllUlllllllllllli Come retroscena l'osservatore straniero trova la ragnatela escogitata dal vice Presidente del Consiglio, Soliman Hafez, il quale ha regalato una legge che riguarda l'attività dei partiti politici. Tutti i partiti ed i loro fon-, datori devono, da oggi, essere approvati dal ministro degli Interni. Sono nate discordie, sono sorti litigi che il Consiglio di Stato dovrà risolvere. La vita parlamentare è sospesa; ancora non si vede chi dovrà preparare la nuova costituzione; il lavoro dei partiti, almeno dei più grossi, è arenato. L'attività economica è \n declino, per cause ereditate dal passato Governo e per altre soprovvenute in questi ultimi tempi. Dicono che ii generale Na¬ghib, facendo il colpo rivoluzionario, non pensasse di tramutarsi in dittatore. Le circostanze gli hanno fatto assumere questo aspetto e molti temono che altre circostanze gli suggeriranno di andare avanti sulla stessa strada. Gli antichi womi?ti potitici brontolano perchè si vedono messi da parte, tacciati d'indegnità morale; { ricchi proprietari di terre brontolano perchè saranno ridotti ad essere piccoli agricoltori; i commercianti brontolano perchè hanno ricevuto la patente di ladri vendendo a prezzi che il Governo non ammette. Milioni di contadini aspettano con la speranza di diventare padroni-d'un pezzo di terra e gli operai di fare anche loro un passo in avanti. Qualche commentatore egiziano già si affanna a scrivere ed a ripetere che l'epoca della paura è finita ed il periodo dell'oppressione è ormai superato; ma ben pochi hanno il coraggio di muovere critiche aperte al nuovo regime militare. Su questo sfondo di fatti e di passioni vive il nuovo « risveglio d'Egitto ». Enrico Emaniteli! nlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll