Teatri e concerti

Teatri e concerti Teatri e concerti a a i - «L'adolescente» di Natanson al Carignano I/Adolescente di Natanson fu presentato al pubblico di Torino circa ventiquattro anni fa dalla Compagnia Niccodemi. Ruggero Lupi, magnifico attore, sosteneva la parte del protettore vecchio e triste, Vera Vergani, quella della piccola mantenuta, e Luigi Cimare era Enrico, il giovane dal cuore appassionato e delicato. Iersera al Carignano la Compagnia Gioi-Cimara ha ripresentato questi tre atti che, se pur sfioriti qua e là, non sono privi di una certa grazia, di una lieve morbidezza sentimentale. E Cimara, che ora è passato al personaggio del signore dai capelli bianchi, quello che paga il suo grande, estremo amore non solo con i gioielli e gli assegni ma con la trepidante rassegnazione, con il dolore vile e umiliato, ci'ha messo una così asciutta, penetrante amarezza, una così sottile sofferenza, che tutto il patetico della commedia è sgorgato a poco a poco, gradatamente, con densità e intensità Bempre più fitta, ed ha convertito il giuoco leggero e leggiadro in sfumata e irresistibile commozione. Cimara è davvero eccellènte quando tratteggia queste figure, di uomini maturi, esperti, galanti, dalla cinica apparenza, e che hanno dentro una piaga. Dal loro male si difendono con pudore; ma quando le circostanze strappano la confessione, sia pur essa fuggevole, sia pur rapida o appena accennata, le loro parole cadono come gocce roventi, come quelle lagrime che bruciano sotto le palpebre. Bravissimo è Cimata lu questi svelti trapassi da una specie di scettica frivolezza al dolore inaspettatamente rivelato. Ed anche iersera all'improvviso commosse tutto il pubblico, che pochi minuti prima rideva divertito. Di fronte a lui, nella parte dell'adolescente, era il giovane Enrico Salerno; e bisogna dire che fu veramente e sinceramente intonato, fresco, ingenuo, affettuoso; cbcdgam con un garbo che attrasse subito la simpatia di tutti. Sicché una certa scena del secondo atto, tra i due ben disegnati personaggi, ricavò ogni accento drammatico, e tutta la malinconia, lo struggimento, vorremmo dire la pietà, quel tanto di pietà nascosta nella banale avventura, e fece scrosciare il pubblico in calorosi applausi. Vivi Gioì rappresentava la mantenuta, capricciosa, innamorata, leggera, e fu certo, nella sua ben nota eleganza, graziosa e divertente. Ma la sua recitazione ci parve artificiosa; priva di quella naturalezza che nasce dal fraseggio limpido e ben modulato, dall'intonazione chiara e sicura. Mario Scaccia era Emilio, « il bellimbusto in disponibilità» e si fece applaudire a scena aperta. Tutti gli attori del resto, attorno all'alta, leggiadra figurina della Gioi, furono festeggiatissimi. E gli ap plausi salutarono la fine di ogni atto, cordialmente. f. b.

Persone citate: Enrico Salerno, Mario Scaccia, Ruggero Lupi, Vera Vergani

Luoghi citati: Gioi, Torino