Si conclude oggi a Palermo il Gran Premio Mediterraneo di Vittorio Varale

Si conclude oggi a Palermo il Gran Premio Mediterraneo Si conclude oggi a Palermo il Gran Premio Mediterraneo Successo di Bresci a Sciacca dopo un'altra tappa senza lotta - Tranquilla passeggiata neWincanto del paesaggio siculo - Coppi inamovibile dal primato in classifica (Dal nostro inviato speciale) Sclacca, 15 novembre. Lasciatosi alle spalle la valle del fiume Agragas dalle pendici bruite o cretose come tutte quelle che dal .mattino erano sfilate a fianco della nostra automobile in una successione ossessionante per la sua monotonia, il gruppo sempre compatto dei 4il partiti alle 8 da Enna (Moresco era mancato all'appuntamento per una persistente foruncolosi] intorno a mezzogiorno giunse al piede del poggio dall'alto del quale le case di Agrigento appaiono allineate come file di soldati sull'attenti. L'alta c arcigna Rupe athenca sembrava sbarrare la strada proseguendo la quale si scende al maro di Venere; ma il battistrada della variopinta carovana dei ciclisti neppure un istante indugiò nel continuare di buona lena a condurre anche sulla salita, pur senza ottenere altro risultato all'infuori che la fila si allungò, ma senza spezzarsi. Era il Carrea dal naso adunco e dagli avambracci nodosi come quercioli, che continuava a macinare chilometri per conto di Padron Fausto; suo dovere è di montare la guardia perchè nessun avversario si allontani oltre il segno dell'off llmit; ed ancora oggi egli era di turno, in coppia col giovane Gismondi, in questo lavoro di cane da pastore che consiste nel sorvegliare la testa della colonna, ed inseguire e raggiungere chi per spirito d'avventura tenta di prendere il largo, senza però poi coadiuvarlo nella fuga. Così, già ai due mastini in maglia biancoceleste era riuscito di annullare i tentativi precedentemente abbozzati da Fornata c da Magni, in breve facendo ritornare ogni cosa ed ogni funzione all'ordine prestabilito della corsa in gruppo. Scavalcando il monte e smorzatisx gli applausi della popolazione di Agrigento (qui, come ovunque nella mattinata a Caltantssetta, a Canicatti, eccetera, letteralmente invasata dell'entusiasmo al coreografica passaggio della carovana), la Valle dei Templi apparve all'improvviso e tutt'intcra al cospetto dei motorizzati viandanti. Carrea, è v&io, continuò ad aprire la marcia giù per la chi na che dolcemente in larghe volute si abbassa verso la costa, e il gruppo gli andò dietro, senza aver altri occhi che al vorticoso girar delle ruote; ma il nostro sguardo, e poi la attenzione e lo stupore furonoafferrati e conquisi da ben al-tra visione che non fosse quel- la che da tante ore (e da. fan- ti giorni) si dispiegava davanti a noi. Si allontanavano sull'asfalto per strada le maglie gialle, e rosse, e. turchine, e quelle aranctonc e quelle cilestrine facenti scorta alla Maglia rosa c alla Maglia tricolore — tutte trasportate dalle biciclette scintillanti di metalli e di vernici, ma noi guardavamo sulle pendici terrone dell'immenso anfiteatro emergere le mure, le colonne, i templi che pur attraverso le offese causate dall'eterno fluire dei millenni, su qui sta terra sono rimasti ad affirmare l'esistenza e la gloria della civiltà ellenica dalle sicule genti ingentilita in monumenti che ancora parlano ai cuori la voce perenne dell'armonia e della bellezza. La vettura-ambulanza che chiude la marcia della carovana stava anch'essa per scomparire a una svolta verso Porto Empedocle, che l'incantevo¬ le visione delle monumentali colonne dei templi d'Ercole c di Giunone Lucina ancora ci teneva fermi sulla strada. Procelloso era il ciclo, con cavalcate di nubi basse e scure che or nascondevano e or riscoprivano zone d'intenso color cobalto, mentre U miracolosamente conservato Tempio della Concordia dominava l'immenso anfiteatro, quasi riempiendolo con la mole grandiosa delle sue intatte trentotto colonne e la- doppia facciata e il doppio peristilio e te torrette in purissimo stile dorico. Ormai si vedevano fare ritorno dal bivio della litoranea per Siracusa le automobili e le motorette e i ciclisti che dopo ii passaggio della corsa risalivano vjiso la città; era giocoforza per noi rinunciare a quell'incanto, interrompere quel sogno: e ci toccò lasciare quel luogo fascinoso per tornar a riprendere il nostro posto nel- la scia della corsa. Così, alle nostre orecchie riprese a fischiare il vento, ma non era pili il vento che dianzi scuoteva le chiome d'argento degli ulivi portandoci gli echi di miti millenari, sebbene ripercuoteva il gracidio della radio-mobile annunziante con monotona insistenza le fasi della corsa man mano che si svolgeva. — A Porto Empedocle il gruppo è transitato compatto,, alle ISSO, alla media di Si all'ora — ripeteva la voce chioccia dell'altoparlante. — Gucgan è caduto, ma poco dopo ha ripreso il gruppo. Pezzi ha forato. Volpi ha forato. Bartolozzi ha forato per la terza volta. Dussault è caduto nella discesa di Rcalmonte e prosegue con iitardo. Franchi ha vinto il premio di quindicimila lire offerto dai pescatori di Montailegro... — e tutte quelle notizie, le poche le scarne le aride notizie di quest'altra tappa mo■o'ona e inconcludente, i giornalisti racchiusi nelle metalliche scatole semoventi che li ospitano, si affrettavano a trascrivere sui loro taccuini. Cosi trascorse l'ultima ora di corsa; l'aria si era fatta calda e molle, sentiva dell'Africa che é al di là del mare di perla, in faccia a questa terra così ricca di miti e di storia. Adesso noi andavamo dietro ai personaggi che alla loro maniera rappresentano anch'essi miti e leggende da tramandare ai posteri; lasciatasi alle spalle la desolazione dei monti nudi e franosi del mattino, adesso la corsa si era fatta più rapida e più allegra, e passava tra giardini fioriti e molti bananeti. In una discesa scapparono due gregari in libera uscita': erano Giudici e Baronti, che presto si avvantaggiarono per graziosa concessione degli Assi; ma non rimasero a lungo soli, che dal gruppo partirono anche Bresci, Pezzi, Isotti e Fianchi i quali non tardarono ad aggiungersi ai due fuggitivi. Per arrivare a Sciacca si deve salire un paio di chilometri; perciò, la pattuglia di (està si sgranò, a beneficio di Bresci che tagliò per il primo il traguardo davanti a Pezzi Giudici e gli altri come si può leggere più sotto. Il gruppo degli Assi (con Bartali e Coppi alla testa) arrivò un minuto dopo Domani, ultima tappa per Palermo, ma non già per la strada interna e diretta, sebbene toccando l'estrema punta dell'Isola, per la strada di Trapani. Vittorio Varale s