Il "Lo Verso di Prato,, proclama la sua innocenza di Gigi Ghirotti

Il "Lo Verso di Prato,, proclama la sua innocenza Il "Lo Verso di Prato,, proclama la sua innocenza Serrata battaglia dei periti sulle vere cause della morte della moglie del fotografo - Broncopolmonite o arsenico? (Dal nostro inviato speciale) Perugia, 10 novembre. < Questa è la causa dell'incoerenza degli scienziati > ha commentato oggi il prof. Carnelutti mettendo a nudo l'aspetto più sconcertante del secondo processo contro Massimo Massai: la fragilità dei pareri di fronte- a una provetta che contiene 170 milligrammi di arsenico. < Una dose simile, basterebbe per uccidere 17 persone >, affermano i tossicologi invocati dall'accusa privata. « Quell'arsenico proviene dalle cure arsenbenzoiche cui Dolores Macor fu sottoposta per lunghi anni >, replicano gli studiosi chiamati dalla difesa. I < super-periti > nominati dalla Corte di Perugia perchè tagliassero questo nodo, hanno risposto cautamente con lunghe dissertazioni tecniche, senza escludere nè l'una nè l'altra delle due ipotesi in contrasto. Il processo, dunque, rimane ancorato a questo buio golfo d'incertezza. Massimo Tertulliano Massai, un uomo di 54 anni, dal volto sanguigno, ben curati i capelli e le mani, esercitava a Prato la professione di fotografo, ed era sposato da 25 anni con Dolores Macor, una donna timida, malandata in salute e suggestionabile. Il matrimonio di Massimo con Dolores non è felice: non hanno figli e per di più appartengono a due sfere diverse della sensibilità umana. Dolores, languida, scolorita, incapace di grandi slanci affettivi; il Massai svelto, pieno di vitalità, libertino per temperamento. Dolores cade ammalata: una malattia seria, lunga, grave di complicazioni, che la inchioda nel letto paralizzai dola quasi totalmente. E' la lue, contro cui i medici si battono usando farmaci arsenicali. Il personaggio principale di questo dramma, l'arsenico, entra in scena tra II 1946 ed il 1948, e quasi nella stessa epo ca compare in scena anche Margherita Targetti, una calda bellezza toscana, di cui Massimo Massai si accende appassionatamente. Dolores morì 11 9 dicembre 1948: qualche ora dopo, quando arrivano i parenti, trovano la casa vuota, la salma in camicia da notte, tutte le finestre aperte, non un cero nè un fiore accanto. Trentasette giorni dopo Massimo Massai porta all'altare Margherita Targetti. « Ti sposerò in primavera > le aveva scritto appassionatamente un anno prima; poi invece Dolores, che pareva moribonda, s'era riavuta e aveva resistito ancora. Breve felicità del fotografo di Prato accanto a Margherita, ma ben presto la cognata dal Massai, Carmen, alza l'indice accusatore. Massimo Massai è tratto a giudizio la prima volta davanti alla Corte d'Assise di Firenze, due anni fa, imputato di maltrattamenti e di uxoricidio con veneficio. Assolto dalla prima accusa, viene condannato a vent'anni di carcere per il secondo più grave delitto. La Corte gli riconosce il vizio parziale di mente, benché il Massai si proclami del tutto in regola col cervello. Stamattina a Perugia, Massimo Massai è ricomparso -dinanzi ai giudici: appariva tranquillo nella sua gabbia, ed allegro perchè sapeva che i super-periti nominati dalla Corte erano molto incerti di fronte al dilemma se fu veneficio o no..La causa ha un inizio tempestoso. Il prof. Carneluttl, che siede ai banchi della difesa con l'avv. Ricci di Firenze, chiede un rinvio del dibattito, perchè vorrebbe avere il tempo di confutare una consulenza della privata accusa, presentata alla Corte soltanto pochi giorni fa. Ma l'avv. Dadea, suo vivacissimo avversario, si oppone energicamente. La Corte stabi- lisce che 11 processo andrà avanti, con buona pace dei patroni delle due parti, nonché del Codice di procedura. Relazione Bulla causa, letta dal presidente. Marito negligente e manesco, grafomane quanto basta per farsi scoprire più volte in contraddizioni palesi, bugiardo e meschino nei confronti della moglie e dei parenti di lèi: ecco come appare da tutte le carte del prò cesso, la figura del cosiddetto « Lo Verso di Prato ». Per scagionarsi dal sospetto di veneficio, il Massai riuscì perfino ad accusare Dolores Macor di essersi bevuta il ve leno per fargli dispetto. Poi che la tesi apparve addirittura mostruosa, cambiò discorso e attribuì alla sua cognata Carmen il delicato pensiero di avere somministrato l'arsenico alla sorella « per odio contro di me, dato che Dolores era ormai spedita». Ma queste enormità, il Massa! le disse sol¬ tanto al primo processo: stamane, all'udienza, egli è stato molto più prudente. Ha detto solo quattro parole per proclamare la sua Innocenza Poi si è seduto nella sua gabbia, con il volto teso e immobile, senza perdere una battuta. Di che male morì Dolores Macor? I certificati medici che Massimo Massai sbandierò con gioia malcelata sotto gli occhi ai parenti venuti a visitare la salma, parlano di bronco-poi monite e di una sopraggiunta crisi cardiaca. Questo è il pun to cruciale del processo. Per curare l'attacco bronco-polmonare, i medici curanti somministrarono forti dosi di penicillina. Secondo il parere del tossicologo De Mattei, invocato dalla difesa, la penicillina avrebbe provocato il « disancoramento » .dì tutti i depositi arsenicali accumulatisi nell'organismo dell'ammalata durante i lunghi anni di cure anti-luetiche. Una interpretazione nuova e ardita, dunque, una tesi che basterebbe ammettere come « non infondata » per avviare Massimo Massai verso la insufficienza di prove. Ed è stato questo il tema della seconda parte della giornata odierna. Il « super-perito » d'ufficio, prof. Benassi, ha dato lunghe spiegazioni sul lavoro di ricerca compiuto insieme ai suoi colleghi Bernardi e Businco, dell'Università di Bologna «Esaminate le deposizioni — ha detto fra l'altro il prof. Benassi — non ho riconosciuto nell'agonia della Macor i sintomi classici dell'avvelenamento acuto o sub-acuto da arsenico ». « E allora — ha incalzato il Pubblico Ministero — come spiega la forte quantità di veleno riscontrata nei vi sceri?». «Veleno? Ma l'arse nico può essere anche un me dicamento. C'è una contraddizione insuperabile e angosciosa in questo problema. Clinica mente Dolores Macor è morta di bronco-polmonite, ma tossi cologicamente era avvelenata. Può anche darsi però che vi sia stato un errore fondamentale nell'analisi chimica su cui si fonda la prima perizia ». Da ogni parte incalzano le domande: il super-perito ha lungamente ondeggiato e alla fine, messo alle strette dalla difesa, non ha nascosto le sue esitazioni di fronte alla tesi del De Mattei, sul « disancoramento » dell'arsenico provocato dalla penicillina. < E' fondata o non è fondata questa tesi? », insisteva Carneluttl. A questo punto 11 presidente ha deciso di sospendere l'udienza, per dare modo al super-perito di riflettere stanotte sulla risposta da dare all'insidiosa domanda, la chiave del processo. Gigi Ghirotti L'imputato Massimo Massai

Luoghi citati: Firenze, Perugia, Prato