Il convegno a Treviri dì 500 industriali europei

Il convegno a Treviri dì 500 industriali europei Il convegno a Treviri dì 500 industriali europei Importanti dichiarazioni del vice-presidente del piano Schuman - I sei paesi del "pool,, saranno invitati ad abolire le barriere doganali (Dal nostro inviato spciale) Treviri, 31 ottobre. L'alta autorità del pool per l'acciaio e per il carbone si prerara ad invitare i sei Paesi del piano Schuman ad abolire le barriere doganali. In tal modo, rimanendo importazioni ed esportazioni completamente libere da controlli nazionali, sarà possibile creare un mercato europeo in principio comune ai sei Paesi e più tardi — almeno si spera — anche alla Gran Bretagna e alle nazioni scandinave. Cosi ha detto oggi a Treviri il vice presidente dell'alta autorità, Franz Etzel, parlando al convegno europeo indetto dalla Confindustria tedesca, al quale partecipano 500 industriali dei Paesi del Piano Schuman e numerosi ospiti stranieri, fra i quali il capo della missione inglese presso la comunità del carbone e dell'acciaio, sir Cecil Weir, e quello della missione americana, Tomlison, nonché ospiti d'onore come Henry Spaak e il sottosegretario tedesco agli Esteri, Hallstein. Abbiamo sottolineato la parola « stranieri » perchè al convegno di Treviri, i cui rappresentanti ufficiali parlano quattro lingue diverse e provengono da sei differenti Paesi, si è avuta quasi l'impressione che queste quattro lingue, dopo soltanto due mesi IIII1IIIIIII IIIIIMlllIflIIMIIIIIIIIIIIIIIlllllllllll i e z o i e a e l l e é y l o i l a o a e ci re a n a ao ehe he a ne me co nsi dall'inizio dei lavori dell'alta autorità, si siano amalgamate in un solo linguaggio: quello europeo e supernazionale della comunità che sta lentamente trasformandosi da creatura economica in entità politica. Tanto che Sir Weir e Mr. Tomlis«in, i quali rappresentano a Lussemburgo gl'interessi industriali della Gran Bretagna (di quella Gran Bretagna che fino a pochi mesi or sono era cosi scettica sulla nascita della comunità del carbone e dell'acciaio) e degli Stati Uniti sono apparsi, rispetto ai francesi, agl'italiani, ai tedeschi, ai belgi, agli olandesi ed ai lussemburghesi, quasi come stranieri, ambasciatori di potenze straniere. Per arrivare al mercato comune, ha detto ancora K.zel, bisognerà che i sei Paesi rinuncino ad ogni manovra per influire sui prezzi del carbone dell'acciaio o su quello dei trasporti; e che parimenti rinuncino a concedere alle proprie industrie sovvenzioni che falsino la libera concorrenza sul mercati delle sei nazioni. L'alta autorità non intende infatti applicare piani dirigistici, ma vuole lasciar libere le forze naturali del mercato. E ciò vale, ha aggiunto Etzel, tanto per il problema dei prezzi quanto per quello degl'investimenti. Il maggior sacrificio, parzialmente iniziato, consiste nella graduale rinuncia della propria sovranità, che ogni Stato dovrà fare in favore dell'alta autorità. Ciò permetterà, quando saranno ratificati i trattati per l'integrazione europea, di arrivare lentamente a una politica estera, a una difesa e a una economia comuni ai sei Paesi. E ciò indurrà la Gran Bretagna, la cui politica è sempre stata realistica, e gli Stati scandinavi a legarsi alla comunità europea con vincoli che potrebbero farsi sempre più stretti Fra una quindicina di giorni comincerà a funzionare il tribunale internazionale previsto dal piano Schuman e saranno così in funzione tutti e quattro gli organi della comunità europea. L'alta autorità, il Consiglio dei ministri e il Parlamento di Strasburgo hanno già iniziato da circa due mesi i loro lavori. La comunità europea, ha detto più tardi Karl Von Mangolt, presidente del direttorio dell'Unione europea dei pagamenti, porterà quanto prima anche alla creazione di un sistema centrale bancario fra i sei Paesi. Già adesso l'unione dei pagamenti controlla il 60% del commercio mondiale e ha ottenuto una liberalizzazione degli scambi che, nonostante le recenti restrizioni decise dalla Francia e dall'Inghilter rmCtnzqlgmfcphnlApcniiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiii imi ra, raggiunge ancora l'altissimo indice del 66%. Fritz Berg, presidente della Confindustria tedesca, ha detto che se le- industrie europee non si coalizzeranno, la realizzaziore del nuovo piano quinquennale sovietico porterà l'Europa al terzo posto nella graduatoria della produzione mondiale. « Le lotte intestine fra i 300 milioni di europei che vivono al di qua del sipario d'acciaio, ha detto Berg, hanno permesso ai 150 milioni di americani di superarli largamente nella produzione. Adesso dobbiamo seriamente preoccuparci anche del pericolo economico russo», e. a.