Cinema e musica

Cinema e musica Cinema e musica SHOW BOAT, di G. Sidney (Metro-Cristallo). — Non si può certo dire che il romanzo « Show Boat » di Edna Ferber non sia stato fortunato, in sè come «bestseller», e quale pretesto di teatro e di cinema. Infatti nel 1927 Broadway lo ridusse per le scene e ottenne un memorabile successo. Quindi Hollywood ne fece ben tre edizioni, intitolata la prima « Mississippi », nel 1929 con Laura La Piante e Joseph Schildkraut; la seconda nel 1936 fu la celebre «Canzone di Magnolia», con Irene Dunnc e Allan Jones; la terza e ultima è questa odierna realizzata con un technicolor di inconsueta morbidezza e ripigliante il titolo originale. Drammatizzata rispetto alle precedenti, conserva tuttavia il carattere di commedia musicale grazie ad un ricco repertorio di canzoni e melodie rievocanti le tradizioni meliche del nume caro a Mark Twain. La vicenda è quella della bella Magnolia Hawks che vive coi suoi sullo « Show Boat », uno di'quei battelli che navigano sul Mississippi con una compagnia teatrale a bordo per dare spettacoli nelle città fluviali. L'amore di lei per un incallito giocatore che dopo averle offerto il suo nome e un anno di agi e di felicità, ripreso dal vizio, l'abbandona incinta costringendola a cantare in un music-hall, nnchè poi, nato il bambino, il traviato rientra nel suo dovere di marito e di padre, s'intreccia col patetico romanzo di Giulia, una mulatta amica di Magnolia, scacciata dalla compagnia del comici per odio di razza, piantata in asso dal marito e datasi per disperazione all'alcool. Di forbita fattura, spettacolarmente azzeccato, felice nella meticolosa ricostruzione dell'ambiente fine secolo, 11 film nasconde abilmente la convenzionalità dei caratteri e delle situazioni. Kathryn Grayson è la canora protagonista con Howard Kcel e una Ava Gardner bella anche nel disfacimento fisico e morale cui la costringe la parte di Giulia. TUE STORIE PBOIBITE, di A. Genina (Corso). — Questo è il jecondo rimpallo cinematografico, Jopo « Boma ore 11 » di De Santis, della sciagura di via Savoia, dove, per la caduta di una scala, rimasero ferite alcune centinaia di aspiranti dattilografe. Genina e 1 suoi collaboratori, fra i quali non pochi chiari uomini di penna, spentisi tuttavia in un dialogo del più miserevoli, hanno immaginato tre di quelle vittime a contatto di letto nell'ospedale e raccontantesi l'un l'altra attraverso quali casi si fossero trovate quella fatale mattina sul luogo della disgrazia. La prima è una studentessa, psichicamente devastata da una violenza carnale subita da ragazzina, che declina l'offerta matrimoniale dell'uomo che ama per quello stesso complesso di inferiorità che la fa fuggire dalla madre poco seria e la condanna alla solitudine; la seconda è una ragazza povera che, con pessimo consiglio, ha sposato un giovane ricchissimo, maniaco e Idiota, che le rende la vita impossibile fino a costringerla alla fuga; la terza, 'che sulle scale di via Savoia s'era trovata per un caso, è la figliola di un professore, stritolata dal vizio delle polverine che un giovinastro le rinfocola strappandola a un onesto partito. Mentre per costei 11 film conclude tragicamente con la mor te sotto 1 ferri del chirurgo, le altre due ritrovano la felicità: la studentessa si arrenderà all'amore del suo onesto Mario e la mal maritata avrà serie garanzie che il coniuge scemo si lascerà guidare. Il film è francamente brut to e rende esempio dell'opportunismo, della desolazione spirituale e del cattivo gusto a cui s'ab bandona talvolta il cinema italiano quando è in fregola di « attualità ». Dispiace dover dire queste cose d'un film diretto da uno degli uomini più seri e pre parati della nostra cinematogra fia, del regista di < Squadrone bianco » e « Cielo sulla palude » Volendo egli abbracciare la moda e lavorare di cronaca, in un campo non suo, fra « complessi », droghe e pagliaccetti, ha fatto molto peggio dei mestieranti che hanno commerciale dimestichezza con questa materia. Le storie so no tre e potrebbero essere cento sono quelle e potrebbero essere altre: tanto Incommosso, generi co, occasionale è questo trittico femminile, raccapezzato fra 1 calcinacci di una scala. IL MONDO NELLE MIE I1BAC CIA, di B. Walsh (Ambrosio). — Tutti i luoghi comuni del film piratesco in questo technicolor, discendente diretto e assai ingenuo dei capitani Blood. Hornblower e altri celebri navigatori dello schermo. Il capitano Gionata, detto il « bostoniano », al comando della sua velocissima goletta, è un pruno nell'occhio por la Eussia czarista che col suo malgoverno opprime l'Alaska impoverendone la fauna. Una graziosa principessa russa, destinata a odiose nozze con uno del dominatori, conosce a San Francisco il detto capitano cui nasconde il suo vero essere, se ne innamora e lo sposerebbe, se il fidanzato non sopraggiungesse a tempo per portarla in Alaska, dove 11 bel pirata, gareggiando di velocità con un concorrente messicano, la raggiunge e dopo molte avventure la strappa al rivale. L'esperta mano del regista Walsh ha dato un piacevole smalto-spettacolare (specie nell'episodio della gara delle golette) alla vicenda che, ripetiamo, è trita e fanciullesca; il resto lo fanno 1 due avvenenti e simpatici interpreti, Gregory Feck e Ann Blyth. 1. p. Amici della Musica Con la consueta festosità annuale gli Amici della Musica si soi'o incontrati iersera nel Conservatorio per inaugurare i concerti dì musica da camera. Il giovane violinista Christian Ferras, di scuola parigina, che nel '49 vinse il Concorso internazionale legato ai nomi di Thlbaud e di Long, presentò un programma senza alcuna novità, nè antica nè moderna, ma nobile e dimostrativo; recava infatti « Il trillo del diavolo » di Tartini, la Ciaccona di Bach, la Sonata < a Kreutzer» di Beethoven, la Sonata di Debussy e anche VHavanaise di Saint-Saèns e la Tzigane di Ravel. Il pubblico apprezzò le sue giovanili esperienze e lo applaudì insieme col pianista Pierre Barbizet.

Luoghi citati: Alaska, San Francisco