Eros di Leonardo

Eros di Leonardo -= IL LIBRO DEL GIORNO =- Eros di Leonardo Questo anno di centenario ha portato, naturalmente, un nuovo accendersi di interessi e di discorsi intorno alla figura — una delle più misteriose che mai abbiano colpito la fantasia degli uomini — del grande Leonardo. Fervore di interessi e di studi, che hanno accresciuto, a dismisura i tentativi di divulgazione dei segreti leonardeschi, sia quelli contenuti nei bizzarri e difficili manoscritti che paiono oggi miniera inesauribile di suggestioni scientifiche, filosofiche e poetiche in un linguaggio alato e immaginifico anche là dove la precisione del pensatore parrebbe escludere ogni indulgenza fantastica e formale; sia quelli non meno impenetrabili anche se palesemente offerti all'esame del riguardante, celati nei seducentissimi volti che ci incantano dalle sue tele col loro indecifrabile sorriso. Ora, proprio la ragione profonda e più riposta di questo mistero va ricercando Giuseppina Fumagalli, da lungo tempo curva sulle pagine leonardesche con acume filologico e passione di scandagliatrice di abissi, in un suo interessantissimo volume Eros di Leonardo (Garzanti). Si propone cioè di chiarire, attraverso l'indagine dei dati biografici, delle scarsissime indicazioni e ancor più scarse confessioni autobiografiche, e di quanto si può desumere dall'insieme delle opere di Leonardo, siano queste pittoriche, siano letterarie o scientifiche o semplici appunti, persino conti di spesa per i funerali della madre o per le lussuose vesti del prediletto Salai, quale fosse la sensibilità, il pensiero, la sofferenza e la gioia di quel riservatissimo uomc che pare avvolgere di un geloso pudore tutta la sua intima storia. Ed un umanissimo cuore, esulcerato, certo, dalle esperienze della vita, ma capace di comprenderle e superarle e coordinarle in una visione universale, ci si scopre a passo a passo; sparisce così il volto marmoreo che piaceva al Valéry come suprema istanza della spiritualità pura, inumano nella sua « élégance supérieure de l'esprit », o il sessualmente inibito o addirittura deviato presentatoci dalla unilaterale interpretazione di Freud e dei suoi seguaci, interpretazione non sufficientemente basata sui documenti, anzi da questi ora smantellata e' ridotta a ragionevoli proporzioni; cosi come il freddo « Prometeo meditabondo che immune fu dal supplizio », la cui immagine D'Annunzio aveva cristallizzate in una formula gelida, si dissolve in un calore di te¬ nerezza e di affetti, ben documentati, che lascia indovinare tutto un fuoco ardente, anche se tenuto segreto"; di umana e virile passione. Sulla scorta, dunque, delle parole stesse di Leonardo, l'autrice va ricostruendo, fin dove è possibile, questa sua intima vita: i rapporti con la vera madre, cui egli non dà mai quel dolcissimo nome, ma la cui morte, avvenuta in casa sua, egli annota con trepida, se pur contenuta, accoratezza; quelli col padre, e le successive matrigne, e i fratelli, i discepoli, gli amici, cari a lui per la bellezza o per l'ingegno, e per i quali teneva sempre largo il cuore all'indulgenza e al perdono. Ma non a questi dati biografici, pur rivelatori dì acutissima sensibilità, si ferma l'indagine, che si estende invece a tutto quello che fu il pensiero, filosofico e scientifico, spesso ricco anche in questo specifico campo di una Intuizione quasi sbalorditiva, precorritrice di scoperte scientifiche ancora sepolte nei secoli futuri. E ne risulta il profondo rispetto per la funzione generatrice stessa della madre, che più suscita in Leonardo « inquietezza d'indagine meditativa » mentre l'acutezza con cui figge gli occhi nel mistero dell'amore carnale, che studia dal punto di vista fisiologico ed anatomico con una spregiudicatezza quasi sconcertante, ma che non tralascia dallo scandagliare come abisso psicologico e morale — orrore e bestialità indissolubilmente commisti a martirio e slancio supreme dell'anima — gli ispira il ripetuto mito dell'alicorno « che vinto dalla bellezza posa la fiera testa in grembo alla donzella, dimentico della libertà felice sua e del suo orgoglio superbo, seppur la fine non è la cattura e la morte, ma il risveglio torbido e pien di stupore che lo restituisce a se stesso ». Oppure gli ispira il mito ancor più tragico delle farfalle che lo splendore della fiamma attira per annientarle, e pui lo sanno, ma non possono sottrarsi al loro destino di bellezza e di perdizione, d'amore e di morte. Cosi l'uomo Leonardo, attratto sempre dal vortice di una immensa indagine cosmica, e che appunto per essa pone altissimo il piano morale, coni da accogliere e risolvere in sè i più perturbanti e apparentemente inconciliabili contrasti, e pur chiuso in un mirabile riserbo per cui nulla di positivo che vada cioè oltre scarsi accenni che permettono tuttavia ovvie induzioni, ci rivela dei particolari della sua intima e certo ferventissìma e e e e e a a i a a , ; r e l i ì a , o i vita, si rispecchia, in tutte le sfumature più sottili delle passioni dell'ingegno e del cuore, nelle opere dell'artista. E la bellezza idoleggiata nei volti femminei incorniciati di morbidi riccioli, nelle molli carni sfumate, nelle curve dolcissimenegli adorabili sorrisi, culmina infine in quel misterioso tipo di androgino che fu senza dubbio l'estremo sforzo per esprimere « l'inscindibile unione del cielo con la terra, della materia con lo spirito per cui fansi una cosa sola: mistero d'amore che sorride ambiguo perchè armoniosa fusione di contrari è la vita». Questa dunque la suprema lezione del vecchio Leonardolezione di equilibrio e di saggezza, che non nega e non rifiuta il dramma, fisico e sentimentale, ma ne ricerca i termini e li accoglie serenamente in sè, e li chiarifica con la luce sovrana dell'intellettoQuando l'amante è giunto al l'amato, lì si riposa. Quando il pesu è posato, lì si riposa la cosa sta - cogniusciuta col nostro intelletto, a. gr. '

Persone citate: D'annunzio, Del Giorno, Freud, Garzanti, Giuseppina Fumagalli