Con due colpi di pistola arrestano il camioncino di un pollivendolo

Con due colpi di pistola arrestano il camioncino di un pollivendolo LE GESTA DEI B A PIPATORI SULLA STRADA STATALE TORINO-CUNEO Con due colpi di pistola arrestano il camioncino di un pollivendolo Consegnate 80 mila lire ai banditi i derubati riprendono la corsa e trovano una famiglia che fuggiva terrorizzata perchè precedentemente fermata dai rapinatori Nella caserma dei carabinieri di Carmagnola ieri sera alle 20 Antonio Testa di 43 anni (il pollivendolo di corso Spezia 29 che venerdì alle 21 circa, insieme al padre Giovanni di 67 anni, era stato rapinato da due malfattori mascherati) firmava gli ultimi verbali di deposizione. Era disfatto dalla stanchezza: per tutta la giornata aveva dovuto rispondere alle domande dei carabinieri che cercavano di avere qualche indizio prezioso sul grave episodio di delinquenza. Gra- II l i ■ ■ 31 f E11E1E j 11E E t E t E E E11111T ■ ■ 11E1EIE r E E E11 [ IE E11T11E1 o . h . » r . . , d y . l . . . ve non per l'entità, della preda (80 mila lire circa, una vera d'oro e una giacca di pelle), ma per le circostanze n cui si è svolto su di una strada di traffico cosi intenso come la Torino-Cuneo. I rapinatori, con una temerità davvero eccezionale, hanno bloccato la rotabile appostandosi al sedicesimo chilometro da Torino, presso un ponticello. Dopo aver collocato in mezzo-alla strada un grosso fascio di piante secche di granturco, si erano appostati dietro una folta siepe. Ad un certo punto essi vedevano comparire una Fiat 1100 proveniente da Torino. Al volante vi era il commerciante cuneese Rinaldo Moglia, il quale portava con sé la moglie e un figlio di pochi anni. Alla luce dei fari costui scorgeva sull'asfalto un ostacolo — le piante di granoturco — e quindi di colpo rallentava: In quell'istante sbucava dall'oscurità un individuo con 11 viso masehe'rato che impugnava una pistola. Esterrefatto il Moglia esitava un istante poi, mentre l'Individuo si stava avvicinando, ingranava la retromarcia e con la massima velocità possibile tentava di sfuggire al tranello. Nel buio fitto era difficile procedere In quel modo, tuttavia la situazione non consentiva altra via d'uscita: il commerciante si preoccupava soprattutto di non recare spavento alla moglie e al figliolo. Purtrop po, però, 11 rapinatore non si era dato per perso e, benché a piedi, tentava un inseguimento tutt'altro che impossibile. Per circa trecento metri la macchina retrocedette a strappi e con sbandamenti, mentre 11 malfattore Incalzava. Poi, all'improvviso, accadde qualcosa di nuovo. Una luce comparve presso 11 fascio' di granoturco che sbarrava la strada e l'inseguitore si volse richiamato da un grido. Esitò un istante, fece dietro front e corse via. Il commerciante era salvo. Ma cfasi atevingl'leduscp—ssTgomalet•IdIproprio in quei "momento, e i„ ' conseguenza dell'emozione subì-1 ta, egli sbagliava la manovra andando a finire in un fosso dove spaccava il serbatoio d'olio della macchina. Impossibile muoversi. Il Moglia faceva allora scendere la moglie e il figlio e — senza nemmeno prendere una borsa nella quale erano riposte ventimila lire — a piedi si dirigeva il più celermente possibile verso "arignano, distante alcuni chilometri. In quel momento avveniva la vera e propria rapina. Infatti era sopraggiunta da Carignano una macchina Balilla, trasformata in camioncino, sulla quale il pollivendolo Antonio Testa, che aveva r>n sè il padre, trasportava della rr.erce acquistata a Bra. Mentre un malfattore Inseguiva la mac- EillllllilllllEtEllEllIftEEIIlBIIIIlllllItlllEIIIIEIIlllEII china del Moglia, un altro mal- cfattore era rimasto accanto allo sbarramento e di qui aveva visto i fari del camioncino; perciò aveva richiamato il compagno per tentare . 11 nuovo colpo. Questa volta i banditi erano seriamente intenzionati a non lasciarsi sfuggire la preda. Neil'avvicinarsi all'auto del Testa, costretta a rallentare, essi sparavano due colpi di pistola a scopo intimidatorio Fuori i soldi: — intimava uno dei grassatori. Il Testa consegnava il portafogli contenente circa 70 mila lire. — Dammi anche la vera che porti al dito e la giacca di pelle — soggiungeva una voce. Il Testa doveva ancora obbedire. — Che cos'ha il vecchio in tasca? — Tremando, il padre del Testa doveva a sua volta consegnare il portafoglio contenente 5 o 6 mila lire. — Ora va bene — concludeva un malfattore — partite e scomparite alla svelta. Il pollivendolo aderiva ben volentieri al perentorio Invito; ma si era appena ripreso dallo spavento, dopo aver fatto un chilometro • H1111111 111 II 11M1111 1111 II 1 II 111H1M11 ! IM [ 11 circa di strada, quando scorgeva profilarsi dinanzi a sè tre ombre: era il Moglia con la consorte e il bambino. I tre poveretti, sbigottiti, facevano cenno di fermare, raccontavano rapidamente quanto era successo loro e chiedevano di essere trasportati dallo stesso Testa sino a Carlgnano. DI qui veniva dato l'allarme. Naturalmente i grassatori avevano avuto tutto il tempo necessario per eclissarsi. Una pronta battuta dei carabinieri non dava alcun risultato. Veniva ricuperata la macchina del Moglia entro la quale tutto era intatto. Ieri mattina, con le prime luci dell'alba, le indagini erano febbrilmente riprese. Il Testa e suo. padre tornavano a Carlgnano do ve per più di dieci ore consecu tlve dovevano rispondere alle domande del carabinieri. Sul posto si recavano 11 col. Lastretti, un capitano, un tenente e il dott. DI Guida della nostra questura. Nè 11 Testa né il Moglia potreb bero precisare i connotati dell'uomo che li ha fermati: costui era mascherato e parlava in ita liano I11M111111M H Il 111111111 [ 11M11111111 II 11M111111111M

Persone citate: Antonio Testa, Di Guida, Moglia, Rinaldo Moglia

Luoghi citati: Bra, Carignano, Carmagnola, Torino