Il Congresso dei magistrati concluso con tre mozioni di Francesco Argenta

Il Congresso dei magistrati concluso con tre mozioni Il Congresso dei magistrati concluso con tre mozioni Urgenza della costituzione del Consiglio Superiore; provvedimenti per ovviare al marasma in cui versa la Cassazione; la carriera e le promozioni dei giudici - Oggi seduta a porte chiuse (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 15 ottobre. In margine al congresso del magistrati e su iniziativa dell'associazione del magistrati italiani è sorta stamane l'associazione internazionale dei magistrati a cui hanno dato la loro adesione 1 rappresentanti delle magistrature estere (Austria, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Portogallo e Irlanda) convenuti a Venezia per questa assise degli appartenenti all'ordine giudiziario nostrano. Vi sono stati discorsi a iosa, effusioni di cordialità a non Unire, scambi di vedute e di intese che noi desideriamo durature e proficue. Chiudendo e riassumendo la discussione il prof. Battagline presidente dell'associazione dei magistrati italiani, ha espresso l'avviso che l'unione internazionale dei magistrati non abbia ad estendersi alla sola Europa ma aprirsi senza limitazione al colleghi di tutti 1 Paesi. Ed i convenuti hanno consentito, dando mandato all'associazione del magistrati italiani di curare l'attuazione della iniziativa attraverso la nomina, per intento, di un comitato promotore che dovrà propagare l'idea associativa e raccogliere al di qua e al dì là dell'oceano il più largo numero di adesioni. Se la nascita dell'unione costituisce un evento capace di dar lustro spicco e risonanza, anche oltre i confini, alla assise nostrana, l'interesse concreto che può offrire il congresso balza soltanto dal suo consuntivo vale a dire dalle decisioni che sono state adottate. Ora converrà dir subito per il pubblico dei profani, che queste decisioni non presentano alcunché che valga praticamente, anche ove fossero legislativamente sancite, a rivoluzionare l'ordinamento attuale dell'amministrazione della giustizia. Tutti i congressisti sono stati d'accordo sulla inderogabilità che sia data attuazione alle norme sancite dalla carta costituzionale per la istituzione del Consiglio superiore della magistratura ed infatti la mozione relativa a questo argomento — il principale e il più scottante — è stata approvata all'unanimità, per acclamazione, nonostante fossero affiorati nella discussione sostanziali dissensi intorno alle modalità tecniche regolatrici del funzionamento dell'auspicato istituto. Crisi della Corte Sapremo I dissensi hanno potuto agevolmente comporsi, in vista della necessità di spianare la via alla realizzazione di quella che è l'aspirazione più sentita dell'ordine giudiziario. Conseguentemente la mozione finale, nella quale sono confluiti ordini del giorno disparati, sottolinea l'urgenza di addivenire alla costituzione del Consiglio superiore, fa voti che siano trasfuse nella legge le soluzioni suggerite dal < Centro nazionale d'azione per la riforma giudiziaria > mediante l'approvazione del progetto presentato al Senato con iniziativa parlamentare il 1° ottobre corrente. Prospettando poscia quali han da essere le modalità di funzionamento dell'istituto, la mozione sottolinea che le deliberazioni devono assumere la forma del provvedimento collegiale, che all'istituto va riconosciuto il potere di decidere sul proprio regolamento interno, che il Consiglio dovrà suddividersi in quattro* sezioni, che contro I provvedimenti delle diverse sezioni deve essere ammesso ricorso tanto per la legittimità che per il merito alla assemblea generale del Consiglio la quale deciderà in seduta pubblica. Nell'approvare questa mozio ne l'assemblea era tutta vibrante giuliva e concorde: un'atmosfera elettrizzante, da < pallacorda). Sbandamenti ed incertezze si sono avute Invece per la votazione delle altre mozioni che ha dovuto compiersi comma per comma, fra prova e controprova e con esiti vari. E si spiega. Qui erano in gioco grosse questioni che investono i legittimi interessi della carriera e rischiano di tradursi in un pregiudizio, mentre è evidente che l'autonomia reclamata dalla magistratura non può tradursi che in un beneficio certo, per tutti. Comunque, per sanare il marasma in cui versa la Cassazione, l'assem blea non ha proposto provvedi menti drastici. Dichiarando che la crisi della Corte suprema è d'ordine quantitativo e non qua litativo, il congresso ha propo sto che si aumenti ragionevol mente l'organico del magistra ti addetti al supremo collegio e che, elevata la misura del deposito che deve accompagnare la presentazione dei ricorsi in materia civile,, sia instaurato un sistema di previo esame dei ricorsi medesimi da parte del Pubblico Ministero, In modo da sgomberare preliminarmente il terreno dalla congerie di quel 11 che sono manifestamente infondati. Per i ricorsi In materia pe naie che sono i più numerosi, il congresso ha suggerito l'isti tuzione di una apposita sezio ne per l'esame in camera di consiglio dei gravami che hanno per isfondo fatti contravvenzionali ed ha segnalato la opportunità di consentire alla difesa di chiedere la fissazione dell'udienza per la trattazione del ricorso: decorso inutilmen te il termine In cui l'udienza potrebbe essere fissata, la Cor te dovrebbe decidere in carne ra di consiglio. Ora, su queste altre proposte, ci sarebbe molto da dire. Chi, dopo avere subito due giudizi, ricorre in terza istanza alla Cassazione, ricorro non già per farsi decapitare attraverso la sommaria delibazione delle sue ragioni che può compiere un giudice, spesso schiavo di concezioni dottrinali, ma per ottenere una decisione solenne e collegiale e di quale portata solenne e collegiale dal momento che tn Cassazione siedono nove consiglieri! La terza mozione sottoposta all'approvazione del congresso riguardava col problema del reclutamento quello delle promozioni: un problema sostanziale anche questo, un problema di giustizia. Un magistrato torinese, l'avvocato Mario Berruti sostituto Procuratore Generale alla Corte d'Appello, dopo aver segnalato come nelle promozioni 11 numero degli eletti sia costantemente e strepitosamente più elevato per.i.magistrati del centro che per quelli della periferia, ha proposto che sia abolito senz'altro il sistema in atto delle promozioni per titoli. I congressisti che partecipavano ai lavori della terza sezione in cui il problema è stato dibattuto respinsero la proposta ma l'avvocato Berruti l'ha rinnovata nella riunione finale del congresso ottenendo un consenso quasi unanime da parte dei congressisti. E col voto che la carriera abbia a svolgersi protetta da un sistema di solide garanzie, e che le promozioni al gradi più elevati (consigliere d'appello o di cassazione) avvengano attraverso il duplice sistema del concorso per esami e della valutazione del servizio prestato, 11 congresso si è chiuso. Un'appendice politica Questo nelle linee salienti, il consuntivo del congresso. Ma 1 lavori non sono che formalmente conchiusi. II congresso avrà domani un'appendice che è destinata ad assumere il carattere — lo diciamo senza malizia — degli avvenimenti che vengono etichettati comunemente col vecchio motto in cauda venenum. Gli iscritti all'associazione si riuniranno in assemblea con l'esclusione rigorosa di estranei, per trattare un ordine del giorno semplice e lapidarlo nella sua formulazione ma colmo di sottintesi nella sua essenza e nella sua portata: c Mancata presentazione del disegno di legge per l'Istituzione del Consiglio superiore della magistratura >. Dopo avere discusso, in sede congressuale, tenendosi quanto più possibile sul terreno neutro della tecnica e del diritto, gli aderenti all'associazione slitteranno domani, senza infingimenti e senza soggezioni, sul terreno infuocato della discussione politica. Lo lasciano intendere gli stessi esponenti dell'associazione e non solo i rappresentanti di quella corrente oltranzista che in seno all'associazione è agguerrita e nutrita. Se le determinazioni del congresso — dicono gli esponenti di questa corrente — sono destinate sicuramente a spiegare considerevole influenza per la attuazione di quella riforma che la magistratura attende per poter rapidamente ed efficacemente, ma anche con dignità e decoro, amministrare la giustizia, ciò potrà verificarsi soltanto entro i confini del cam po tecnico. Ed invece è necessario, per arrivare sollecitamente all'attuazione della riforma, una vigorosa spinta di ordine pratico o, diciamo pure, politico, quale soltanto può venire dalle deliberazioni di una libera assemblea di consociati. Di qui l'invito a < non disertare l'assemblea per nessun motivo > diramato dai capi. Si tratta di escogitare i mezzi o gli strumenti più adatti per indurre chi di dovere a rompere gli ingiustificati indugi e a decidersi a sanzionare la riforma. E su questo argomento, in attesa dello sbocco conclusivo della polemica in atto fra or dine giudiziario e potere ese cutivo, quanti capeggiano l'agitazione non ristanno dall'af tiitiiiitiitiiiiiiiiitiiiiiiiiitiiiiiiiitiiiititiiiiiiiiii filare le armi. Tutte le loro tesi fanno blocco contro, quella che è definita la «resistenza > del potere esecutivo ad attuare 1 principi banditi dalla carta costituzionale. E se vi ha chi sostiene che il lasciare sopravvivere ogni pure lata interferenza del potere esecutivo, Inevitabilmente legato al suoi transeunti indirizzi o interessi politici, « sarebbe ed è un arbitrio diretto a turbare la serenità del giudizio e a limitare o sopprimere il principio supremo della imparzialità del giudice), non manca chi galoppa sulla china delle obiezioni e delle censure, formulando una « chiamata di correo > anche per il potere legislativo. Francesco Argenta Re Faruk scende dal pullman a S. Marinella: in primo piano la moglie Narrlman. (Tel.)

Persone citate: Berruti, Mario Berruti

Luoghi citati: Austria, Europa, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Portogallo, Spagna, Venezia