Artisti e film italiani tra grattaceli di New York

Artisti e film italiani tra grattaceli di New YorkArtisti e film italiani tra grattaceli di New York Una settimana di Festival indetta dal sindaco Impellitteri - Ricevimenti e proiezioni in ana delle sale più scelte della metropoli - Vivo interesse per la nostra arte - / pericoli della concorrenza inglese e francese (Dal nostro corrispondente) New York, 6 ottobre. Oggi il sindaco Impellitteri proclamerà la Settimana del film italiano. Non v'immaginate che si vedranno il giorno dopo tutti i cittadini di New York con una bandierina tricolore sull'occhiello •della giacchetta, anzi del cappotto, perchè incomincia a fare freddo. E nemmeno che s'affolleranno davanti ai cinematografi italiani. Gi sono più Settimane da celebrare che non ce ne siano nell'annata; ed a forza di proclamazioni di questo genere le Settimane sono diventate null'altro che un gesto. La «strada delle modiste» Per fortuna, oltre il gesto del sindaco (chn è sempre una erta pubblicità) c'è qualche cosa di più serio, ossia il lavoro compiuto dall' Italian Film Export per presentare ad un numero scelto di interessati un gruppo delle migliori cinematografie recenti italiane. Per una settimana New York sentirà parlare dei film italiani. Tutti i giorni ce ne sarà uno nuovo, e tutti i giorni ci sarà qualche arrivo di celebrità, e qualche colazione o pranzo o ricevimento in onore delle artiste, o degli artisti, « dei produttori, o dei direttori. • In una delle sale più note, più centrali e più scelte di New York, con una rispettata tradizione d'esotismo (il Little Carnegie Hall) che, come dice il nome, è una piccola 3ala situata presso l'uditorio più apprezzato di musica di New York, nella 57* strada (delle modiste e dei musicisti), si mostreranno nel pomeriggio per la stampa, e nella sera per un pubblico di invitati, le migliori'produzioni cinematografiche recenti d'Italia. Vedremo dunque II cappotto, Umberto D., Anna, Europa '51, Don Camillo, Due soldi di speranza. La Settimana del film italia¬ iiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiuiiiiiiiiim no durerà, in realtà, dieci giorni, compresi quelli di addio. E chi sa quanti artisti ed artiste ed autori avranno poi da rimaner qui, e fare una coda alla Settimana di dieci giorni per salutare qualche nuova amicizia e per parlare d'affari. Un arrivo di tante celebrità italiane deve attirare i pesci del cinematografo (tra i quali si dice ci siano anche dei pescecani) intorno ai bocconcini delicati gettati cosi nella vasca di New York, ma attenti al pescatore! Non credo però che //Italian Film Export voglia far la parte di agenzia di collocamento in America; e forse non c'è nemmeno questo pericolo, perchè ho sentito dire che ora si guadagna più (tutto sommato) con la cinematografia a Roma che a Hollywood (senza contare che Roma d'oggi è quasi autentica, mentre Hollywood è tutto-falsa). Qua «ignori, miei amici per modo di dire, dei/'Italtan Film Export hanno fatto bene le cose. Muovere New York non è una cosa così facile. Hanno saputo captivare Winthrop W. Aldrich, un grande personaggio, quasi mitico, della banca e della politica segreta di New York, attirandolo per quel suo amore dell'Italia che porta nel suo cuore di banchiere (è incredibile, ma anche i banchieri hanno un cuore e della fantasia, sebbene per fare il loro compito siano costretti a dar loro retta meno di noi, mortali come loro, ma poveri). Ed hanno avuto l'appoggio delle autorità italiane, che hanno capito che non era la stessa cosa di certe fiere provinciali, che hanno fatto più male che bene alla reputazione d'Italia. Insomma c'è un comitato autorevolissimo che garantisce a New York che non si tratta di un'impresa « paesana» (tolleratissime a New York, ma guardate dall'alto in basso, e trattate col sistema dell'assidera- iiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii mento). Anzi ci sono vari comitati. E delle opere di beneficenza (sempre così abili) hanno già stabilito delle connessioni utili (a loro ed anche al cinematografo italiano, perchè, bisogna conoscere l'America per capirlo, non c'è cosa che riesca bene se non è con nessa con la beneficenza o con un pubblico interesse). I nomi ve li dirà l'agenzia di notizie, a voi lettori non significhereb bero nulla. Ma vi dico io che sono eccellenti. Un salato all'americana E devo far notare un'altra caratteristica prettamente americana, cioè del Paese dove ci sono gelosie come in ogni pianeta del mondò, ma non bi sogna mai farne mostra; ed è stato il saluto alla Settimana del film italiano di Eric Johnson, presidente della associazione del cinematografo americano. Darà un ricevimento per la delegazione italiana, ed ha scritto all'Aldrich: « Saluto con piacere l'industria italiana del cinema in occasione della Settimana del film italiano. / film italiani incontrano sempre di più negli Stati Uniti. C'è un perchè. I produttori di film italiani fanno delle cinematografie che piacciono ci pubblico americano. Le buone cinematografie sono buone per tutti. Sono buo ne per i produttori, dovunque vivano, e anche per i loro competitori. Le buone cinematografie affollano i teatri; appunto come le cattive cinemato grafie li lasciano vuoti. Le buo ne cinematografie arricchisco no l'esperienza, la cultura e fanno piacere ai frequentatori del cinematografo ». E' una lettera che mi piace assai, e la direi un modello di stile americano d'affari. Ideale e reale. C'è, però, da considerare qualche aspetto più largo di quelli, strettamente cinematografici, del Johnson. Il comitato per la Settimana del film italiano comprende uomini del teatro, dei musei, del mondo musicale. Il cinematografo italiano è qualche cosa di più del semplice cinematografo che at tira folla nei teatri, come dice il Jonhson (ed aggiungo che in questo momento di telcvisionismo le sale dei cinemato grafi americani hanno davvero bisogno di qualche cosa che attiri per andarvi, e pagarvi i prezzi di entrata). Il cinema italiano rappresenta un po' l'Italia che vale di più all'estero, cioè quella dell'ingegno individuale ed artistico. C'è il paesaggio italiano, le opere di arte, il popolo, la cucina, c'è l'immaginazione italiana. Fui molto contento Quando De Sica mi disse che il suo poeta preferita era Leopardi. Questa Settimana del cinema italiano dovrebbe far penetrare in altre aree la forza artistica degli italiani. E' la vera vitalità italiana, che an cara conta all'estero. La sola che sia rispettata. E, con certe limitazioni, accettata. Sarà più facile far entrare in America delle cinematografie italiane che degli emigranti col sacco in spalla (mi correggo, gli emigranti d'oggi danno la valigia in mano al facchino) I veri concorrenti La concorrenza vera alle cinematografie italiane in America non verrà tanto da quelle americane, quanto da quelle straniere. Il pubblico che frequenta le sale scelte (che stanno crescendo di numero) non preoccupa Hollywood. Ma ci sono per questo pubblico scelto, raffinato o semplicemente ancorato nei ricordi europei, dei concorrenti formidabili. Ho visto parecchie cinematografie inglesi e francesi, sempre intonate alle loro caratteristiche nazionali. i Stranger in Between » è un tipo nuovo di film. Non ha prima donna. E' imperniato sopra due soli personaggi: un uomo che ha commesso un delitto ed un bambino che lo ha visto; e per questo se lo deve portare dietro, attraverso l'Inghilterra e la Scozia, inseguito dalla polizia, ma seguito dal bambino (che i genitori maltrattavano) come, la più bella avventura della sua vita; finché, commosso per il bambino che si è ammalato, il delinquente (non tanto delinquente, perchè ha ammazzato l'amante della moglie) si consegna alle autorità proprio nel momento in cui s'è impadronito d'un ba3timentino e potrebbe pensare di svignarsela. E' incredibile come siamo riesciti a fare un film attraente con così poco; ma le trovate sono molte: una fuga in una casa con terrazzi, un rifugio momentaneo presso il fratello in un paesetto scozzese, che non può ricoverare l'assassino perchè perderebbe i suoi vent'anni di reputazione nel paesetto, certi rischiosi salti sui treni; insomma sonò i dettagli che fanno di questo film qualche cosa di nuovo. E raccomando ai lettori di vedere, quando arriverà in Italia, Brighton Rock, cavato da uno dei primi romanzi di Graham Green, quel romanziere cattolico che si ostina a trovare in fondo all'amore sessuale l'amore di Dio ed a salvare, contro molte probabili dottrine, coloro che hanno peccato d'amore sessuale, e di adulterio, anzi a farne dei santi che operano miracoli. Dal punto di vista cinematografico, la teorica di Brighton Rock è notevolissima. Chi l'ha diretto ha capito che al pubblico non importa nulla della logica e della connessione, ma ciò che importa è di far seguire rapidamente le azioni (come nei romanzi polizieschi di quel genio del genere che è Chandler). Un genere che resiste Sfanno ora ripetendo per l'ottava settimana uno dei classici di Hitchoock, La signora scompare, che fu dato qui almeno cinque anni fa, e poi è stato ripetuto varie volte, eppure trova sempre un pubblico che va a vederlo, e ha proprio questo merito, di non lasciare il tempo di respirare. E' un genere non adatto, mi pare, al carattere italiano. Nonostante l'attrattiva del lucro, non c'è .uno scrittore italiano che abbia scritto un romanzo poliziesco a modo, che sia escito almeno dai confini dell'Italia. La Erancia ci ha mandato un capolavoro del suo tipo, Casque d'or. Ho visto io una signora darsi all'isterismo quando l'eroe viene portato alla ghigliottina, e si vede cascare la pesante lama. E' un film della malavita, ma è drl primo Ottocento, e i costumi sono curati in modo che par di vedere delle pitture di Renoir o di Pissarro. C'è una scena d'un duello fra mafiosi che mette i brividi alla gente sensibile; con un solo coltello lanciato nel terreno fra i due contendenti, e chi lo prende per it primo non vince; l'atto di chi gli ficca lentamente il coltello tra le costole è straordinariamente ben fatto. Mi direte: ma non ci sono che romanzi di polizia e di malavita a New York? Oh, no. Ce n'è per tutti i gusti. Anche il miracolo della Madonna di Fatima attira tanta gente che l'hanno dovuto dare -in due sale allo stesso tempo. e- p

Persone citate: Aldrich, De Sica, Eric Johnson, Graham Green, Johnson, Little Carnegie, Pissarro, Renoir, Umberto D.