Quattrocento opere a Palazzo Chiablese

Quattrocento opere a Palazzo Chiablese A inaugura la QX Mostra d'Arte iella Promotrice. Quattrocento opere a Palazzo Chiablese Il suo grosso sforzo, la Società Promotrice di Belle Arti l'ha fatto quest'anno nella primavera, con la Mostra del Centenario, che riunì opere dei maggiori artisti italiani del secolo passato, e dell'inizio di questo: mostra di grandissimo impegno organizzativo e finanziario. Poteva, dunque, anche bastare. Senonchè la Società, tenendo giustamente presenti le legittime aspirazioni del propri soci, molti dei quali si erano a quel modo veduti mancare l'occasione di una festa in famiglia, col ritrovarsi secondo una vecchia consuetudine dinanzi alle proprie opere bellamente appese alle pareti, ha pensato di venire loro incontro allestendo un'altra mostra di autunno, con partecipazione unicamente riserbata ai propri associati. In seguito alla Indisponibilità del locali della Palazzina al Valentino, tuttora Impegnati per la mostra Pittori d'Oggi Francia-Italia, si è ancora una volta ricorso alle sale di Pa- IIlllliriIIIIIIMIITIirilllMIJMIMIilllllIIIMlIllllltllf lazzo Chìablese: in tredici di esse, nella parte modernamente rifatta, si allineano ora alle pareti, In attesa delle autorità che stamane inaugurano la Mostra, circa quattrocento opere di pittura, scultura, bianco e nero, dovute a più che duecento artisti. Dato 11 largo numero dei presenti, sembrerà opportuno seguire l'itinerario delle tredici sale, il che potrà servire di orientamento al lettore, segnalando via via quel che s'è scorto, al passaggio, di più notabile. ' La prima sala è riserbata al bianco e nero; é insieme a specialisti dell' incisione, come Marcello Boglione, 11 Calandri, il vercellese Armando Donna (si ricorda la sua recente « personale ») vi sono presenti con disegni, acqueforti, xilografìe, monotipi, parecchi degli artisti che incontreremo più innanzi nelle altre sale con dipinti a olio. La seconda sala è dedicata agli acquerelli, e segnaliamo le vedute di Amsterdam della Bellotti, il < Lago » di Augusta Porta, il « Carnevale » della Croverl, 11 « Busson » di Giovanni Carena, il «Vetraio» di Donatella Merlo. Nella terza sono raccolte alcune opere di autori di tendenza che potrebbe essere definita neoclassica, per lo scrupolo della « finitezza » tecnica del dipinto: da Gigi Morbelli, i cui « Strumenti musicali » arieggiano in chiave più tenue le cpmposizioni musicali del Baschenls, a Calvi di Bergolo, CIbrario, al giovani De Francisco e Soflanopulo. Infine, un vecchio «autoritratto» a pastello dello scultore G. B, Alloatt. Nella quarta sala, Romolo Bernardi è presente con un -noto dipinto del '13, « Piazza Madama Cristina »: e con lui Attillo Bozino, Luigi Boffa Tarlatta, Carlo Musso, Giuseppe Bozzalla [<La chiesa di Oropa d'inverno »), Giovanni Bussa, Metello Merlo con paesaggi, Venanzio Zolla e Bruneila Bianco, Ghlvarello. Carutti, e due sculture di Orsollnì e Audagna. Nella quinta sala figurano Arduino, Parachini, e con loro I due Boccalatte — Pietro e Fiorenza —, Bilinsky con il noto « Zingari sul Bosforo », don Angelo Rescalli, Gino Romiti, una terracotta di Zuc coni. Nè molto diverse la sesta e settima sala, nelle quali si notano Pino Roasio, Gino Romiti, Roncaglia, Biasi, Ughetti, Fea. Carattere più deciso ha invece l'ottava, dove Giulio da Milano ha due dipinti recenti, « Finestra sul Mare » e « Interno di Studio », scan diti di colore. Emprin un sobrio paesaggio invernale. Sartorio due fresche vedute marine, Calierno un « San Moisè di Venezia », Solavaggione due paesaggi. Aliman di un fantasioso «Viaggio di nozze », Martelli dei « Fio ri », Luciana Campi una luci da «Veduta marina», F. Chiara due simpatici paesaggi, la giovanissima Cristina Giulio una « Neve » e un « Paese » Sculture di Chissotti, Formica Alloati. «Autunno a Bardonecchia» e « Dopo 11 temporale » di Vellan spiccano nella nona sala tra due composizioni fantasiose di Garlazzo, i paesi idillici di Manzone, il « Saint-Malo » di Mario Lisa, Ì'« Osteria romana » di Boetto, il < Mercato » di Bianca Cavallo, la «Natura morta » di M. Grazia Dalla Verde, e dipinti di Manzo, Destefanis, Gamero, una scultura di Cerrato. L31 decima e undecima sala sono le più moderne, per la presenza di alcuni giovani, tra cui varii allievi di Felice Casorati, come Gino Gorza, Maria Martinengo, Mario Brondi, Amelia Platone, Corrado Levi, Adelaide Peyrolo, Luciana Buzzolan con un boi paesaggio, Wally Grassi, Margherita Carena, Gigi Cuniolo fattosi astratteggiante, e poi Vera Grassano con due composizioni eleganti, Menzio Edoardo (niente da spartire con Francesco, tranne la firma) Marius Russo, Renata Matassi con « Testa di vecchia », Pina Martellinì, Piero Fonio, A. Carena, Nicoletta Quarra, Gino Viano, sculture di Ciminaghi, Carmassi. La dodicesima raccoglie, attorno a un bel dipinto di Italo Cremona, parecchi adepti di quel dipingere « surrealista » che si impone il più minuzioso finito del dipinto: tra i quali notevole 11 « Golgota » di Franco Assetto, formicolante di allusioni, vagamente viscerali, la « Marina » di Pontecorvo, la « Crisalide » del giovane Macciotta. E con loro Tomaselll Almerico, Saini, Pippo Pozzi, la Fumagalli. Nella tredicesima e ultima, infine, da segnalare le tele di Corsetti, Rosso, Mus, Martinengo. E converrà concludere questi cenni con l'augurio che alla edizione del prossimo anno, la mostra della Promotrice torni a essere quel che fu in un non lontanissimo passato, e ora più non è, una rassegna fedele e completa delle forze artistiche torinesi, che non sono poche nè futili: scindendosi, magari, se fosse necessario, in due se zioni ben distinte. a. r.

Luoghi citati: Amsterdam, Bardonecchia, Bergolo, Moisè Di Venezia, Pontecorvo