Elezioni generali oggi in Giappone

Elezioni generali oggi in Giappone Elezioni generali oggi in Giappone Sotto etichette diverse i programmi non differiscono gran che: si tratta di liberare il Paese da qualsiasi tutela straniera - Un nuovo nazionalismo SI tengono oggi In Giappone le elezioni politiche generali: le prime elezioni del dopoguerra che ai svolgano non più (come nel 1946, nel '47, nel '49) in regime di occupazione e sotto il controllo americano, ma in un Giappone ritornato libero e, almeno formalmente, pienamente sovrano. La Dieta o Camera dei deputati uscente rifletteva, nella sua composizione, l'eterna tendenza del popolo nipponico a orientarsi verso gli estremi. Una tendenza che nè le miserie e gli sconvolgimenti della disfatta nè il crescente desi-, derio di scuotere quel che ancora resta della tutela americana sono valsi a frenare. Un'esigua sinistra Infatti, nelle ultime elezioni, quelle del 1949, il popolo giapponese ha votato in prevalenza o molto a destra o molto a sinistra. In proporzioni diseguali, però: una potente Destra, un'esigua Estrema Sinistra. I conservatori, guidati da Yoshida, riportarono infatti la maggioranza assoluta (285 seggi), mentre i comunisti non conquistarono che 35 seggi. Ma questa apparizione di un'Estrema Sinistra, nonostante la occupazione americana, rappresentava un successo assai notevole, anche perchè accompagnato dal declino dei socialisti (46 seggi) e dallo scacco del partito di centro-destra dei cosiddetti « progressisti > (67 seggi). Quali saranno i risultati dell'odierna battaglia elettorale? Per quanto concerne le Sinistre, è certo, anzitutto, che il moto ascensionale del comunismo ha per il momento subito un arresto: sia a causa delle violenze dei comunisti, che li hanno isolati dal grosso delle popolazioni sia per effet to della politica governativa di repressione e del sentimento antirusso, assai vivo in tutte le classi. Neppure il Partito socialista ha molte possibilità di successo. Privo di capi di riconosciuto valore, internamente diviso tra una sinistra filocomunista (16 deputati) « una destra (30 deputati) orlen tata verso una politica di centro, esso non è riuscito ad acquistare una solida consisten za L'unica attrattiva che esso esercita oggi su una parte dell'elettorato (tra i professori, gli intellettuali, la gioventù universitaria), sta nella sua opposizione al riarmo. La lotta vera si restringerà perciò ai due partiti di destra. Si svolgerà, cioè, tra 11 Partito cosiddetto liberale, che dal '49 è al potere con Yoshida e che rappresenta la Destra giapponese classica (esso si conside ra come l'erede del vecchio partito conservatore, Seiynhai del decennio 1920-30) ; e il Par tito progressista, oggi all'oppo sizione, che si ricollega all'ex partito Manseito. Yoshicja può contrapporre ai propri avversari — che sono numerosi — i risultati positivi della sua politica negli ultimi anni. Egli » anzitutto l'uomo che ha procurato al suo Pae se, sei anni dopo la disfatta 11 trattato di San Francisco un trattato che ha reintegrato 11 Giappone nella sua sovrani tà; messo termine, almeno in via di principio, all'occupazio ne e all'ingerenza americana nei suoi affari interni; e riportato il Giappone stesso sulla scena internazionale come al leato dei suoi ex nemici. Ciò nonostante, la posizione attuale di Yoshida non può dirsi molto solida. Egli comincia a mostrare, anche perso naimente, segni di stanchezza, Ed è assai combattuto, anche nel suo stesso partito, nel quale molti gli contrappongono un altro leader: Hatoyama. Le questioni personali han no sempre avuto in Giappone maggior importanza delle idee o dei programmi; i clan sociazioni personali di fami glie, d'interessi, di province — hanno sempre fatto vittoriosa concorrenza ai partiti. La ri valità Yoshida-Hatoyama anzitutto una rivalità di persone e di clan. Epurato da Mac Arthur Hatoyama, se dovesse succedere come capo del governo a Yoshida, tratterebbe certa mente con maggiori riguardi la Dieta e giocherebbe con maggior duttilità il gioco parlamentare. La sua carriera egli l'ha fatta per intero nella politica. Ha molte amicizie: nel Partito liberale, nel Parlamento e nel Paese esiste un c clan Hatoyama >. Infine, egli ha per sè qualcosa che rappresenta oggi, presso molti elettori, un titolo di merito: è stato, a suo tempo, < epurato » da Mac Arthur. Non che egli sia un c fascista >. Hatoyama è, in sostanza, un conservatore classico, alleato a un tempo con la burocrazia governativa, gli ambienti universitari moderati e il mondo degli affari. Ma Hatoyama darebbe forse al Giappone un orientamento nuovo? Per l'elettore nipponico, il problema centrale è oggi quello del riarmo. (Dopo di esso, il problema più importante è quello del commercio con la Cina comunista, d'importanza essenziale per l'economia giap ponese). Ed è proprio rispetto al problema del disarmo che Yoshida e Hatoyama differì econo maggiormente. Yoshida non ha mai cessato di frenare la tendenza al riarmo: pruden za, lenlezzp, resistenza alle pressioni di Washington, tale ppla5mscazpfndcn1zpqtbtocptppsspdvuirtctvdsldpSpr stata in questo campo la sua politica. Invece, Hatoyama ha preso, sin dal suo rientro nella vita politica nell'estate del 51, un atteggiamento nettamente favorevole al riarmo; se salisse al potere, tenderebbe certamente non a frenare, ma ad accelerare la rimilitarizzazione del Giappone. Infine, Hatoyama ha preso posizione per una politica più ferma nei confronti dei comunisti, rimproverando a Yoshida di non aver il coraggio di combatterli con sufficiente energia. I violenti tumulti del 1° maggio scorso hanno rafforzato, su questo punto, la sua posizione. E' difficile prevedere Be e in quale misura tali contrasti interni tra i capi del partito liberale incideranno sulle fortune elettorali di questo. Ma ovviamente è su di essi, oltre che sul naturale logorìo del potere, che fa affidamento l'altro partito di destra, il partito progressista, per migliorare le proprie posizioni. Il suo sogno sarebbe di ridurre la rappresentanza parlamentare del partito liberale in misura tale da costringerlo domani a. di videre il potere e a costituire un governo di coalizione con i progressisti. Il partito progressista si è rimesso a nuovo. Ha cambiato nome (prima si chiamava c Partito democratico >). E ha trovato in Shigemitsu un nuovo capo, da sostituire ad Ashida, politico abile, ma (nonostante la sua onestà personale) compromesso in uno scan dato finanziario. Segno del tempi: la ricomparsa sulla scena politica di Shigemitsu rappresenta, ancor più di quella di Hatoyama, il ritorno al passato. Com'è noto, Mamoru Shigemitsu è un ex < criminale di guerra > della < categoria A >, condannato nel 1945 a sette anni di carcere. 1 suoi amici dicono, in sua dire sa, che tale condanna fu motivata da attività anteriori alle aggressioni di Pearl Harbour e relative alla Cina; che gli americani e gli inglesi si son resi essi stessi conto di essere stati troppo severi, tan to che lo liberarono prima che egli avesse finito di scontare la pena. cslHpplgvbsfdpdmepnfuBFautori del riarmo Shigemitsu è un ex-diploma tico; fu l'ultimo ambasciatore di Tokyo a Londra prima della guerra. Fu lui, d'altra parte, a firmare il 1° settembre 1945, a bordo del Missouri, la capitolazione giapponese; i questo tragico evento gli avreb be fatto comprendere le colpe del vecchio Giappone imperialista e militarista. Tuttavia, ciò non impedisce ai progressisti di essere i più ardenti fautori del riarmo nip ponico. Non già che essi sia no fautori altrettanto decisi dell'intesa con gli Stati Uniti e con l'Occidente: in Giappone, più si va verso il centro e la sinistra, più si manifesta una tendenza neutralista. I progressisti accusano Yoshida di aver praticato una politica di t subordinazione » verso i Paesi che furono vincitori del Giappone e chiedono «rapporti di buon vicinato e di amicizia con le potenze asiatiche »: chiedono cioè la ripresa del liiiiillllliiiillllililiiiillllliiiiiililiililiiiiiiiiiiiii commercio con la Cina, nonostante l'opposizione americana. Tutto ben considerato, 1 tre leaders delle destre — Yoshida, Hatoyama, Shigemitsu — si presentano agli elettori giapponesi con programmi che, nella sostanza, non differiscono gran che. Sotto etichette diverse, si tratta sempre di liberare 11 Giappone da qualsiasi tutela straniera e di affermare la sua piena indipendenza politica. E, sia che 1 pronostici su una < spinta a destra» vengano o no confermati dai fatti, è certo che le elezioni odierne trovano i giapponesi inquieti del loro avvenire e che questa inquietudine favorirà lo sviluppo tra essi di un nuovo nazionalismo. Robert Guillain Copyright de « Le Monde » e, per l'Italia, de c La Stampa » BlIMIIIllllllllllllIIIHIIIHIIIIIIllllllllllllllllltHI