I goliardi a Firenze volano per la democrazia

I goliardi a Firenze volano per la democrazia I goliardi a Firenze volano per la democrazia Una giornata drammatica - Gli attacchi dei "qualunquisti „ e la esortazione di un diciottenne: "Vogliamo essere liberi ed onesti,, (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 25 settembre. Drammatica — con sempre più nette le manifestazioni del dissidio tra < qualunquisti > e democratici — l'ultima giornata del congresso fiorentino dell'Unione Goliardica Italiana. I < qualunquisti », che fino ieri si erano piegati eoa qualche protesta a moniti e dissertazioni altrui, sono passati stamane al contrattacco. « Io mi chiedo perchè dovremmo avversare solo fascisti e comunisti, considerando invece con simpatia i partiti laici e con circospezione i clericali. La verità è che tutte le formazioni politiche ci sono allo stesso modo indifferenti e ostili. Il goliardo è libero di per sè; realizza se stesso nella propria concezione anarchico-patriottica della vita > ha detto il giovane Buratti di Firenze, presentatosi olla ribalta in maniche di camicia e qualificatosi, con una sorta di ilare orgoglio < facchino dello goliardia >. I più sensibili hanno ascoltato queste parole con molta pena. Pareva cosi facile rispondere a Buratti che i goliardi, se tengono ad essere liberi, devono diffidare di comunisti e fascisti proprio perchè dai movimenti d'estrema, solo da essi, nasce l'insidia programmatica contro la libertà. Ma chi può misurare l'avversione che la democrazia ispira in una parte degli universitari? Una recentissima inchiesta americana sugli orientamenti politici delle masse studentesche in Europa concludeva che l'Italia è l'unico Paese in cui tali masse appaiono complessivamente volte a destra rispetto alla linea ufficiale della nazione. SI tratta evidentemente di cultura manchevole, di acerba coscienza civile; il fatto è che, nel convegno di Orsanmichele, lo sfogo < anarchi-o-patriottico > di Buratti ha trovato più di un difensore. Chiudiamo le porte alla politica, apriamola ai fascisti », ha detto con gravità tutta sarda, Fois, di Cagliari. « Come temere che un missino venuto à far parte dell'U.G.I. contagerebbe l'Unione di fascismo anziché permearsi lui di spirito goliardico? » si è domandato Costa, di Messina. Parecchi applaudivano; più forte di tutti quel veneziano « Chopin > il qu,.le, quando ieri abbandonò per protesta il congresso, si spinse ai Battistero di S. Giovanni ed attaccò briga con il custode che voleva impedirgli di fumare in chiesa. (La di sputa è finita in Questura; sta mane ne davano notizia le cronache fiorentine. E' questa la « sana tradizione goliardica » che si rinnova?). Nel pomeriggio il tono del convegno si è sollevato. Ferrara e Panella, di Roma; Ciferri, di Pavia; Stanzani e Orsello, di Bologna; Vegezzl, di Milano; Spreaflco, Hi Firenze han no parlato a favore di una U.G.I. « politica », consapevole di sè, messianica, esempio e sprone al Paese. C'era in essi, in questi oratori alcuni dei quali non sono che adolescenti, un ampio « peccato » di utopia; ma non è l'utopia, forse prerogativa e missione della giovinezza? L'onore che rendevano con parole pudiche alla libertà resta un fatto da me¬ ditarsi: non è vero dunque che dai giovani ci venga esclusivamente una vee disorientata e stizzita; gli uomini della Resistenza non sono soli in II alia, le reclute migliori continue ranno ad operare per uim patria più giusta. Quel Vegezzi di Milano, il cui viso rivela sì e no diciotto anni, lo ricorderemo a lungo: < Noi amiamo la libertà, vo gliamo essere liberi ed one sti », ha detto, e la voce s'in orinava, le sue stesse parole lo commuovevano. Rinascono tempi, come centocinquant'an ni or sono, in cui lacrime gio vanili cadevano sulle pagine di Plutarco? La libertà torna a vivere come una religione, a fremere come una speranza? Ricorderemo la commozione del piccolo Vegezzi come un simbolo gentile. I democratici hanno vinto dopo la consueta battaglia notturna che chiude ogni tipo di congresso. La prolusione del bolognese Roccella, con la qua le si aprirono i lavori e che fissò le caratteristiche del l'U.G.I. quale movimento di punta, ha raccolto la maggioranza dei suffragi: ciò significa che per tutto un anno la frazione più viva dei < goliardi » ha mano libera nella po litica universitaria di base. Dispiace però che siano emerse discordie cospicue. Di spiace che l'intransigenza dei < qualunquisti » abbia costretto l'U.G.I. a definirsi con una precisione non proprio machia vellica: l'U.G.I., o almeno ciò che conta dell'U.G.I., si pone oramai come c terza forza », come l'espressione dei partiti laici. I gruppi universitari illiberali, dai missini ai comuni sti, sperano adesso di racimolare i deludi, coloro che, pochi o molti, inevitabilmente lasce ranno l'Unione. Chi resta non ha dinanzi a sè un lavoro facile; vorremmo che fosse un buon lavoro. c. I.

Persone citate: Chopin, Ciferri, Fois, Orsello, Panella, Roccella, Stanzani, Vegezzi