"Lavoro e produzione,,

"Lavoro e produzione,, IL LIBRO DEL GIORNO "Lavoro e produzione,, Basta il titolo («Lavoro e produzione in Italia dalla metà del soc XVIII alla seconda gueria mondiale », Giappichelli - Torino) ed il numero delle pagine — 824 — per rendersi conto di quale sia il frutto della pluriennale fatica del prof. Fossati, ordinario di storia economica nell'Università di Trieste; ma non vi è il minimo, dubbio che, al numero delle pagine, corrisponda la sostanza delle stesse. Non em agevole trovare un Alo conduttore da seguire ininterrottamente per duecento anni di storia. Il Fossati lo ha saputo trovare e seguire anche quando il libro diviene una minuta descrizione, che vorrei definire biografica, di tutte le principali aziende italiane e di molte delle non principali, di quelle che morirono e di quelle che sopravvissero integre o trasformate nei lun ghi dt-cenni Anche da questo punti di vista il libro e una miniera preziosa di notizie. Pei quanto ai riferisce al filo conduttore, il Fossati dimostra come la nostra indù stria sia venuta formandos sulla base di fattori negativ e noi di fattori costruttivi ecioè sull'esuberanza di mano à a e i f. a i n e o e e e i o o o a al iù s v d'opera agricola e sulla conseguente disoccupazione cronica, sulia deficienza di capitali e di materie prime, sulla mentalità spiccatamente individualistica, sul basso livello di consu no e. per molto tempo, sull'assenza di un adeguato sistema bancario. In Italia, quindi, l'industria è sorta in funziona delle nostre possibilità sia in senso negativo che positivo e ad esse si è adattata. Conseguenze evidenti di questi presupposti sono che l'industria si crea in origine con forte aiuto di capitali stranieri, con materie prime importate, con una ricerca eccessiva della qualità rispetto alla quantità e della specializzaziofe rispetto alla produzione di massa (caratteristica quesia dovuta allo scarso potere di consumo e, ad un tempo, all'individualismo), su una base di salari molto bassi, i quali soli permettevano di non portare a livelli impossibili i oosti già comparativamente al'i rispetto all'analoga produi one estera. Ulterio-e conseguenza è la e j protezione doganale di cui la o nostra industria ha sempre avuto bisogno, fatto che ha permesso il sorgere di produzioni assolutamente innaturali al nostro Paese, come ad esempio la meccanica. Ed ultima conseguenza di questi fatti è stato il progressivo as-. sorbimentc dell'industria nell'apparato burocratico dello Stato. Moito interessante è lo studio, fatto dal Fossati, del progresso sociale ed economico dei lavoratori Dal 1850 ad oggi (a parità di ore di lavoro) il salario nominale è aumentato di 834 volte, mentre i salari real' sono oscillati ciclicamente in relazione alle varie cris, attraverso le quali è passata la nostra economia. E' impossibile seguire lo svi luppo deile infinite tesi che l'A. svolge traemlole dalla constatazione della realtà dei fatti, connettendole, sviscerandole, seguendole nel tempo e nei var; settori dell'industria. Forse si può ripetere, per questa storia del Fossati, quanto disse della storia in genere G. B. Shaw e che cioè essa « non è tanto utile per contenere il passato, quanto perchè vi si legge l'avvenire ». d. d. c.

Persone citate: Del Giorno, Fossati, Moito, Shaw

Luoghi citati: Italia, Torino, Trieste