Gli uomini e io "spirito" del nuovo esercito italiano

Gli uomini e io "spirito" del nuovo esercito italiano BILANCIO DELLE "MANOVRE DI AUTUNNO,, Gli uomini e io "spirito" del nuovo esercito italiano Dodici divisioni di 18.500 soldati con una grande potenza di fuoco - Truppa pronta e sufficientemente padrona dei "mezzi,, - Ufficiali bene addestrati ma poco pagati (Dal nostro inviato speciale) Udine, 19 settembre Domani, quando il ministro Pacciardi avrà presenziato il carosello dei c tanks » nella piana del basso Friuli, si saranno chiuse le manovre d'autunno iniziate dieci giorni or sono e proseguite dalle Alpi venete al mare con un cospicuo schieramento di forze. Verrà l'ora dei bilanci; gli osservatori obbiettivi dovranno dirsi persuasi che, misurato sulla potenza d'urto e sulla capacità di difesa, l'Esercito italiano del '52 appare notevolmente più agguerrito dell'esercito fascista all'epoca degli «otto milioni di baionette». Tra le constatazioni « sorprendenti » del dopoguerra, quella che riguarda la dignità del nostro Esercito non è davvero la minore. Naturalmente bisogna considerare l'Esercito come l'espressione tecnica e psicologica di uno « stato d'animo » difensivo, quale è, tenacemente, quello del Paese. Si tratta di un piccolo esercito, a paragone di certe grandi armate straniere. Nel '53 non avremo che 12 divisioni di fronte alle 190 sovietiche: « l'ottimismo è in certa misura lecito », ci dice un alto ufficiale molto fri vista nelle' manovre. « solo se si considera che il nostro contine resta vulnerabile unicamente ad Est e che, tenuto conto della dispersione di forze cui sarebbe costretto l'unico possibile nemico, è dato supporre che l'attacco contro le linee italiane verrebbe sferrato da divisioni leggermente superiori di numero alle nostre, ma presumibilmente meno armate. Non potremmo chiedere alla flotta e alle ridottissime forze aeree italiane se non una funzione di appoggio; sembra indubbio, però, che il contributo americano di copertura ci assicurerebbe in partenza un dominio aereo-navale piuttosto netto nel nostro settore.». Quel che è innegabile, per tenersi ai fatti prescindendo dalle disquisizioni strategiche, riguarda la modernità d'armamento dell'esercito e la * complementarità » di tale armamento nel quadro dell'alleanza occidentale. Il ritmo delle fornitura americane, a quanto-ha dichiarato lo stesso capo di S. M., è soddisfacente; ora come ora difettiamo soltanto di munizioni (i nuovi pezzi di artiglieria senza rinculo ed i bazooka di ultimo calibro hanno potuto sparare pochissimi colpi), ma si tratta di una deficienza di congiuntura superabile nelle prossime settimane. La fanteria, che dieci anni fa non disponeva se non di fucili antiquati e di scarse mitragliatrici, ha in dotazione adesso tre armi individuali (pistola, carabina semiauto matica, fucile automatico Enfleld) ed otto armi collettive: fucile mitragliatore, mitragliatrice Browning 7,62, mitragliatrice Breda 8, mitragliatrice contraerea Browning 12,7, mor taio da 60, mortaio da 81, lan ciabombe controcarro Fiat, bazooka. L'artiglieria dispone di controcarro da 37, da 40, da 57, da 75 da 76 e del 90 mm., di cannoni senza rinculo da 57, di cannoni da 88 e di obici da 105/22 e da 155/23. Si aggiunga che le nostre forze corazzate (consistenti per ora in due brigate massicce prossime ad ampliarsi in divisioni) sono sul punto di vedere affiancati ai loro carri Sherman i più moderni Patton M. 47, e che la motorizzazione intensiva ha fatto perfino degli alpini un « corpo di super-meccanici ». Si aggiunga inoltre, 11 che riveste un'importanza capitale che la divisione ternaria italiana è formata oggi da una media di 18.500 uomini, la atea sa entità numerica delle divi sioni anglo-statunitensi, ed è articolata nell'esatta maniera dei reparti alleati, in modo da inserirsi con aderente snellezza nell'ingranaggio dell'esercì to supernazionale. Restano da porre, polche ogni discorso sulle forze armate investe' il problema morale, alcune riserve sullo «spirito» dell'esercito italiano. Le manovre d'autunno hanno mo strato uomini pronti, soddi sfatti, ben nutriti, sufficiente mente padroni dei «mezzi», consapevoli dei vantaggi che il servire in un'armata moderna reca loro, cittadini di un Paese che si va tecnicizzando. Durante le prove di combattimento i soldati hanno dato prova di una fiducia quasi feticistica nella facilità con la quale i reparti terrestri — anche minori — potevano richiedere l'intervento dell'aviazione grazie all'efficienza del JOC, il nuovo centro di coordinazione operativa. Può interessare la constatazione che, immessi nei reggimenti e lanciati Bui terreno di manovra, gli uomini schedati quali comunisti non hanno determinato il più lieve motivo di biasimo, neppure a giudizio di ufficiali molto esigenti. Il discorso si complica per l'appunto nei riguardi degli ufficiali. Premettiamo che si tratta di elementi su cui, almeno in buona maggioranza, è doveroso formulare (stando al banco di prova delle manovre) un giudizio professionalmente positivo. E' ingiusto, senza dubbio, che ricevano un trattamento economico inadeguato, paragonabile a quello degli Insegnanti; ed è comprensibile che su molti ufficiali l'indifferenza di larghi settori dell'opinione pubblica per le forze armate pesi come un'Immeritata condanna. c. I. dcEdeplNdneemecvdcbBnpslvsnass

Persone citate: Browning, Pacciardi, Patton

Luoghi citati: Friuli, Udine