Le belle indocinesi

Le belle indocinesi Le belle indocinesi Quando comincia, in letteratura, la fortuna delle donne di colore? Credo col romanticismo, il quale fa posto a creole e meticcc, mobilita le schiave, utilizza le bibliche eroine, canta con Baudelaire la Venere nera, sinché, sul finire dell'Ottocento arriva, nelle Pellegrine di Remigio Zena, a La carezza abissina Morbida ed inesperta Assidua alla rapina Come pietra all'offerta entra nell'harem con Pierre Lori, apprezza le sue giapponesi e polinesiane, intanto che le guerre coloniali raggiungono e scoprono la tonkinoise. Sono le esposizioni parigine a mettere in scena i primi spettacoli dell'Asia sudoccidentalc. In Romaine Mirmauli di Henri de Régnicr appaiono le malesi, minuscole danzatrici avvolte in veli dalla tinta di zafferano, e recanti in capo una tiara scintillante. Ma questa marcia di avvicinamento tra i due sessi, avviene lentamente, e con una certa esitazione: ancora nelYOpìum di Bonnetain, la congeli annamita appartiene a una razza « infantile e scimmiesca », di cui il militare europeo può incapricciarsi, salvo a spartir la donna ch'egli mantiene, con tutto il scrvidorame. Per vedere valorizzato il fascino e lodata la bellezza indocinese, bisogna arrivare ai nostri giorni, e a La nuit indocbinoise (Parigi ed. Dornat) di Jean Hougron. Dei tre volumi della scric finora usciti: Tu recoheras la ìempète, Rage bianche e Soleil au ventre, si può trascurare il secondo, lunga novella stiracchiata meglio che romanzo, semplice storia della vendetta di un colono al quale hanno distrutto la famiglia. Il primo, è invece un copioso e minuzioso panorama romanzesco della situazione in Indocina dopo la rivolta dei Vict-Minh contro i francesi. Il terzo, narra specificamente la passione del protagonista per un'indocinese tipica, figlia delle risaie, dalle mani scure, che ha patito la fame, ha militato nel partito della rivoluzione e v'è rimasta impigliata, ha esordito come taxi-girl, e finito per sposare un governatore di provincia, subito destituito. Chi si appassiona a questa MyDiem, è l'avventuriero Lastin, del cui passato Tu recoheras la tempète ci ha edotti: francese, e medico, ingannato in patria dalla moglie che gliene combina di tutti i colori e lo minaccia di farlo deportare dal capitano tedesco \ che la frequenta, sotto l'occupazione, le taglia la gola e s'imbarca sotto falso nome, per Ja colonia, dove l'indigena Lee, gli rida l'equilibrio perduto, quel tanto di meccanicamente sensuale che gli evita pensieri e rimorsi. Difatti, allorchè un'altra francese, Hélene, gli si propone, teme di trovarla troppo logica e ardente, risuscitatrice delle angosce sofferte, e respinge l'offerta. Senonchè, anche le donne di colore hanno una famiglia, e Lee ha un fratello fieramente ostile agli europei, che Lastin è costretto a cacciar di casa, e infine ad uccidere in rissa per difendersi (dopo di che, Lee è perduta). Grave e imperdonabile colpa agli occhi dei nazionalisti del Vièt-Narn. Lastin ha un bel cambiar nome, luoghi e mestiere, e da medico diventar camionista: è ormài schedato come nemico del popolo. Al principio di Soleil au ventre, i Vict-Minh attaccano il convoglio di cui Lastin fa parte, e nel quale c'è My-Diem, col marito Ronsac. I tre, e altri loro compagni, sono fatti prigionieri: duecento pagine nude, serrate, incalzanti, un documentario di andamento cinema? grafico. Lastin occulta il proprio nome e sulle prime anche la professione, ma per sopravvivere deve poi scoprirsi e tornare alla medicina, e curar ' feriti e malati dell'accampamento, fucile alle reni, commissario politico e comandante sempre alle costole. Sino dal primo momento, MyDiem gli entra nella pelle, e se ns soccorre l'incomodo marito, è per la bellezza di lei. Dopo una serie d'interrogatori che si concludono sulle stuoie o sulla branda, My-Diem negozia con i Viet il proprio riscatto e quello di Ronsac, e abbandona alla sua sorte Lastin, di cui ormai l'identità è svelata, e che dovrebbe, terminata la sua utilizzazione, esser fucilato. Un'improvvisa avanzata delle truppe francesi, gli permette invece di fuggire. E qui comincia la parte psicologicamente più discutibile, ma romanzescamente più singolare: l'idillio fra My-Diem e Lastin. Egli la ritrova in città, e insistente e paziente, ne ricostruisce la vita. Venuta dalla campagna e dalla miseria, e' informatrice del Viet-Nam, era stata riconosciuta dai francesi colpevole di aver fornito indicazioni ai ribelli per tendere agguati agli ufficiali di cui era l'amica. Ronsac, allora a capo della provincia, invaghitosene, aveva troncato l'inchiesta sposando la donna. Ciò gli era costato il posto, ed era stato per lui l'inizio della discesa. Datosi al commercio senza vocazione o capacità, vivacchiava ancorato a My-Diem, timoroso d'esser abbandonato, chiudendo gli occhi; purché se la trovasse al fianco, tutto le era permesso. E a sua volta My-Diem, invischia ta nella sua posizione di moglie quando tante altre sue compa gne eran rimaste concubine o peggio, esitava a rompere, s'accontentava — dopo il matrimonio — di fltrts molto spinti. Con Lastin ritenta il gioco, visto che non è riuscita ad eliminarlo. E le pagine centrali del libro ritraggono questa schermaglia amo rosa. Lo schema indigeno prevede l'immediato ceder all'uomo per un connubio giudicato senz'importanza, la richiesta di denaro a cose fatte, c a relazione iniziata, l'aggrapparsi appassionatamente e forse sinceramente al maschio nel momento in cui egli è sazio, e anela al distacco. Sottile e quasi' invisibile, la linea tra verità e menzogna, fra interesse e disinteresse; queste figlie dell'Asia volta a volta cariche o spoglie di gioielli, svelte, snelle, dalle reni falcate e dal petto largo, sembrano degli amabili vampiri. Entrar nel groviglio dei loro pregiudizi, conoscerne gli istinti, capire se e cosa pensano, è il tormento di chi n'è preso. Al termine di Soleil'au ventre, Ronsac è morto in miseria, Lastin ha tentato di cambiar gusti con la prima venuta e ha respinto una bella e ricca cinese che gli si offriva moglie e socia. Eccolo seduto a caffè davanti alla villetta che My-Diem abitava col marito; la donna gli dice: — Vattene —, ma egli non vuol credere al congedo: è sicuro che lei tornerà, fra sei mesi, fra un anno, «e che lui potrà aspettarla ». Il cerchio si è chiuso. Se dalla sua prima concubina, Lee, è stata possibile la separazione, a tragedia avvenuta, e n'è persino svanito il ricordo e il rimpianto, My-Diem sembra se ne sia impadronita anima e corpo, forse per sempre. Qual differenza col personaggio di Tu recolteras la tempète che esclama: Oh, una donna bianca, bianchissima... Non chiedo neppure una bionda, m'accontenterei di una bruna, dopo tante gialle... — e disprezza le « giovenche del Laos »! Il lettor curioso può chiedersi, davanti a certe pagine di analisi, se i discorsi attribuiti alla bella My-Diem non siano una costruzione ingegnosa dell'autore, o il riflesso dei sentimenti del protagonista. Ma certo segue con molta compiacenza questo lungo idillio orientale, a cui serve di sfondo una società in via di dissoluzione, dove compaiono fermenti nuovi: «Noi eravamo dei re », — dice uno dei personaggi di Tu recoheras la tempète — prima che nel 1945 capitasse l'invasione giapponese, durante la quale crebbero i germi della rivolta. Traducete che la supremazia e il dominio dell'europeo nel periodo coloniale, sono cosa morta, è spento il tipo che chiamerei kiplinghiano dell'amministratore e del conquistatore, di colui che credeva di avere una missione di civiltà fra popolazioni inferiori od arretrate. I vecchi coloniali sono ormai relitti e l'avvenire non è per loro. E buona parte dei successori, sovente sono dei fanatici ancor rozzi e impreparati; (1111 i 111111111 > 111111111111111111111 i 1111111111 11 11MI ( I ■ però pronti a sacrificarsi, e sicuri della bontà della loro causa. Per questo. La nuit indochinoise è una serie estremamente istruttiva e significativa, senza tesi politiche e schemi dottrinari; il quadro caratteristico di un Oriente non confrontabile con quello dipinto dalla vecchia letteratura. Già, accanto alle donne dedite alla vita amorosa, appaiono le altre: personale di fatica come le vivandiere del Soleil au ventre, tecnico come la direttrice dell'officina meccanica dell'accampamento dei Viet-Minh. Non sono, di solito, belle come le seduttrici di professione, ma pronte ai compiti che una società costruita su basi diverse, loro riserva. Lee e My-Diem possono occasionalmente riuscir utili, però provengono dal tradizionale tino della ragazza di piacere,-della courtisane amoureuse celebrata da La Fontaine. Di questo tipo, dalla pelle bianca, ci sono da noi intere gallerie; adesso grazie a Jean Flougron vi si aggiunge il ritratto della indocinese; una pupattola gialla dagli occhi chiari e dal volto rotondo, agile e liscia, une gasse appétissante, in tunica nera e pantaloni di seta bianca, con i tacchi alti, e che il suo amante francese paragona « ai piccoli caprioli selvatici, di una grazia aerea », erranti per le foreste. Arrigo Cajumi ■llllllllllllllllllllllllllllllllIlllllllllllllllllMIIIItl

Luoghi citati: Asia, Laos, Parigi