La polizia ritiene di avere arrestato l'uomo che assassinò la guardia notturna

La polizia ritiene di avere arrestato l'uomo che assassinò la guardia notturna La polizia ritiene di avere arrestato l'uomo che assassinò la guardia notturna Sull'arrestato gravano forti sospetti - C'è chi l'ha visto armato - Si tratta di un vagabondo che dormiva sotto un ponte - E' un frequentatore del ferravecchi della zona di Vanchiglia - Era ricercato per furto Notizia sensazionale ieri pomeriggio alla Mobile: la polizia ritiene d'aver arrestato l'uomo che uccise la guardia notturna Angelo Parisi. Come i lettori ricorderanno, li delitto venne compiuto nella nott» fra il 24 e il 25 agosto, in borgo Vanchiglia. L'agente Parisi, appartenente all'Istituto « Argus » — un ottimo tutore dell'ordine, molto apprezzato dai superiori, un galantuomo che s'era sposato da pochi mesi — entrava, verso le 2.50, nel cortile dello stabile di via Montalto 8. Al fondo del cortile c'è un officina e l'agente doveva appunto compiere il consueto sopraluogo in questo locale. La notte era orribile, pioveva a scroscio e la visibilità era ridotta al minimo. Ad un tratto, avvicinandosi alla porta dell'officina, inciampava in un sacco a metà llllimillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll pieno di rottami di ferro. Perplesso, faceva scattare l'accendisigari; e In quello stesso attimo 11 ladro, appiattato nell'ombra, esplodeva due colpi di pistola sulla faccia del Parisi. Un proiettile andava a vuoto, l'altro penetrava nella cavità orale del disgraziato, devastandola. L'assassino si davo alla fuga. Il delitto sollevava una vera ondata di sdegno e di emozione e la Squadra Mobile si metteva subito al lavoro, impiegando nelle indagini decine di agenti e di sottufficiali agli ordini del funzionario dott. Sgarra, il quale aveva questo solo rompito: seguire giorno per giorno, ora per ora i progressi e i risultati dell'inchiesta. La quale inchiesta si presentava alquanto difficile: nessuno aveva visto (c'era chi, dopo i due colpi s'era affacciato alla finestra, ma illlllllll iiiiiiMiimiiiiiiiiiimimiiimmiiiii non aveva . scorto altro che una vaga ombra dileguarsi nell'oscurità e nella pioggia), quindi la polizia non era in possesso nemmeno della taglia dell'omicida. Restavano due tracce: due oggetti lasciati dall'assassino sul luogo del delitto, un ombrello in buone condizioni ma di modesta fattura, con manico di falso corno e ricopertura di cotone nero e un sacco ove stava riponendo la refurtiva (del valore di 300 lire), sacco che porta stampata la sigla della Società Elettrica Terni e che conteneva una sostanza formata per il 21 % di azoto e per 11 65 % di calcio e che aveva la capacità di quindici chilogrammi (come risulta dalla grossa dicitura nera). Convinto che l'assassino non si potesse ricercare In altro ambienta che in quello dei ladruncoli (quei ladruncoli che s'accontentano del « colpo » modesto e vendono poi la refurtiva a certi ferrivecchi) 11 dott. Sgarra disponeva vaste operazioni di rastrellamento, in seguito a cui almeno cento individui finivano nelle camere di sicurezza della questura e venivano lungamente interrogati e la loro posizione vagliata. Dopo qualche giorno però tutti erano rimessi in libertà e le indagini sembravano definitivamente Insabbiate. Invece da una settimana l'inchiesta si ravvivava improvvisamente — grazie a nuovi preziosi elementi emersi — e la Mobile procedeva ad una nuova massiccia retata. Bilanci»: settanta fermi. Rapido controllo e sessantaquattro fermati venivano rilasciati. Ne restavano sei. Interrogatori!, confronti, sopraluoghl e altri cinque riacquistavano la libertà. Uno solo rimaneva in cella di sicurezza: un uomo su cui senz'altro s'addensano gravi sospetti. La polizia addirittura lo ritiene l'assassino. Chi è costui? Si tratta di un tizio sulla cinquantina, senza fissa dimora, senza mestiere, facchino ad ore, già condannato per furto e ricercato per altri reati contro la proprietà: un uomo che viveva alla giornata, quasi sempre rubacchiando e che non si 1 111 11 [ ! 111111111 ! I 111 11111111 ti II 1111 II CI III 111111 III 1 recava nemmeno nelle locande di infimo ordine per non far registrare il suo nome ed evitare l'arresto. Il fermato ha dato alla polizia un alibi debole e contrastante. Alcuni conoscenti — miseri vagabondi come lui — dichiarano d'averlo visto nei giorni precedenti 11 delitto, armato di pistola. Al momento del fermo però l'uomo non aveva con sè arma alcuna. Naturalmente egli nega tutto, con accanimento: nega d'aver avuto una pistola, nega d'esser stato in borgo Vanchiglia e afferma d'aver dormito quella notte sotto un ponte di corso Giulio Cesare. llllltllllllllllllItlllHItlllItlIlllllllllllllltlIllllllll

Persone citate: Angelo Parisi, Parisi