Eden incontrerà De Gasperi prima del viaggio a Belgrado

Eden incontrerà De Gasperi prima del viaggio a Belgrado A STRASBURGO ALL'INIZIO DELLA PROSSIMA SETTIMANA Eden incontrerà De Gasperi prima del viaggio a Belgrado Nuovi passi degli occidentali per convincere la Jugoslavia ad una ragionevole definizione del problema di Trieste - Una mancata risposta ai tre ambasciatori alleati Londra, 12 settembre. Un portavoce del Foreign Office ha reso noto che il Ministro degli Esteri britannico Eden ha combinato un incontro di carattere privato col Primo ministro italiano De Gasperi. L'incontro avrà luogo a Strasburgo ai primi della pross la settimana e cioè prima che Eden parta per la Jugoslavia per incontrarsi con il maresciallo Tito. E' noto che Eden discuterà con Tito i problemi concernenti la difesa dei Balcani e pertanto è più che probabile che si occuperà anche dell'attuale stato dei rapporti tra Roma e Belgrado e della questione di Trieste. Comunque, per quanto finora se ne sa, Eden non si propone di presentare al leader jugoslavo nuove proposte britanniche per 'una possibile soluzione del problema triestino. Negoziati a tre Stati Uniti e Inghilterra sono concordi nel ritenere che un accordo diretto italo-jugoslavo circa il Territorio Libero di Trieste aprirebbe le porte a più ampie possibilità per quanto concerne la sistemazione difensiva del Sud-Est europeo. E' più che certo quindi che, almeno sotto questo profilo, la questione triestina sarà affrontata da Eden nei suoi colloqui con Tito. E' pure noto che Jugoslavia-Grecia-Turchia stanno negoziando una specie di accordo difensivo per l'Europa sud-orientale, senza per altro che ciò implichi una diretta, adesione della Jugosla via al Patto Atlantico, del quale invece Turchia e Grecia sono membri. L'incontro Eden-De Gasperi a Strasburgo sarà preceduto da una sessione del Comitato dei Ministri del Consiglio europeo. Dopo il suo incontro con il maresciallo jugoslavo, Eden si recherà a Vienna per alcuni colloqui con i dirigenti austriaci e farà quindi ritorno a Londra. Da Belgrado giungono notizie varie e contrastanti sull'atteggiamento che Tito intenderebbe assumere. La barriera di silenzio che ha circondato la visita di ieri dei rappresentanti della Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti presso Ales Bebler, delegato permanente della Jugoslavia alle Nazioni Unite, ha lasciato oggi trapelare alcune indiscrezioni non confermate e che riferiamo per dovere di cronaca. Si dà per certo che i tre diplomatici occidentali abbiano ripetuto il passo compiuto lo scorso mese nell'isola di Brioni presso il maresciallo Tito per un rapida soluzione della questione del T. L. T. Si insiste poi su una concreta proposta occidentale che vorrebbe assegnare all'Italia Trieste, Capodistria e Pirano, mentre alla Jugoslavia rimarrebbe il resto della zona B oltre ad alcune leggere modifiche di confine lungo il retroterra della zona A. Il secondo passo occidentale sarebbe stato provocato — e qui entriamo ancor più nel campo dei « si dice > — dalla mancata risposta di Tito alla prima visita dei tre ambasciatori. Per di più, come si sa, una settimana dopo la prima pressione occidentale per la soluzione del cosiddetto problema di Trieste, Belgrado si è affrettata a decretare l'estensione alla zona B della legislazione civile ed economica del suo regime, dopo aver applicato il a a o l o a a a e e a a i a a i a proprio codice penale e avere nominato inviati politici di Lubiana e di Zagabria rispettivamente a Capodistria e a Buie. Lo stesso Befter, che sembra orinai essere il diretto sostituto agli Esteri di Kardelj ancora ammalato, ha pochi giorni fa ripetuto sulla Borba la proposta di Tito per un condominio italo-jugoslavo sulle due zone del T.L.T. a governo alternato. Tale proposta fu già respinta decisamente da De Gasperi a Lisbona, quando era a contatto diretto con i maggiori esponenti della difesa occidentale. Qualunque sia la portata e il peso del secondo passo degli ambasciatori occidentali presso il governo di Belgrado, rimane certa la riluttanza jugoslava verso una radicale e definitiva soluzione del problema di Trieste, divenuto ormai il tallone d'Achille del primo schieramento della difesa atlantica. Solo cosi si pud spiegare la vibrata polemica non solo politica, ma anche anti-italiana, condotta negli scorsi giorni dallo stesso Tito, dal comandante la flotta jugoslava ammiraglio Jerkovic e dall'intera stampa jugoslava. Un, ritardo In altre parole, il Ministro degli Esteri jugoslavo reputa di avere tutto da guadagnare in un ritardo di tale soluzione, salvo nel caso della già citata e astratta proposta di condominio. Con il tempo, si pensa a Belgrado, a Trieste e nell'intera zona A l'indipendentismo, favorito da fattori di prosperità provvisoria, prenderà piede, mentre la zona 'B rientra a far parte della giurisdizione jugoslava a tutti gli effetti. Questa attitudine è ovviamente favorita dalle progressive avances degli Stati Maggiori anglo-americani, che si moltiplicano di settimana in settimana. Aspettando Eden, Tito ha avuto il tempo di ascoltare nella sua villa di Spalato il comandante la VI Squadra navale, ammiraglio Cassady, che ha detto fra l'altro: « Quanto più la Jugoslavia sarà forte, tanto più sarà agevole mantenere la pace in questa parte del mondo. Questo è compreso dall'opinione pubblica americana, e per questo l'America aiuta militarmente ed economicamente il vostro Paese ». Naturalmente, il Maresciallo ha risposto assicurando la strenua fedeltà della nuova Jugoslavia verso i nuovi alleati. Occorre riconoscere, a questo punto, che la prensione della fascia danubiana cominformista verso la Jugoslavia sta man mano tornando a una tensione preoccupante. Si moltiplicano gli incidenti di frontiera e molti rifugiati riferiscono quotidianamente sul riarmo accelerato della Romania, Ungheria e Bulgaria, mentre l'Albania sembra ridotta ad una colonia a limitato sfruttamento, non potendo entrare nei piani strategici del Cominform. Non è il caso di dimenticare che questa accidentale condizione di prima linea riconosciuta ampiamente dal Pentagono alla Jugoslavia ha il suo peso non indifferente nell' ormai serrato colloquio tra Tito e l'Occidente. r. a. c

Persone citate: Brioni, Cassady, De Gasperi, L. T.