Uxoricidio premeditato per sposare la giovane amante?

Uxoricidio premeditato per sposare la giovane amante? IL PROCESSO ni CASSINO Uxoricidio premeditato per sposare la giovane amante? Le indagini dei carabinierit la moglie fu uccisa con tre colpi alla nuca e poi sistemata in macchina e precipitata nel burrone Cassino, 3 settembre. Ieri s'era fatta la conoscenza di un Armando Cellucci buono, dedito alla famiglia — come lui stesso aveva spiegato — desideroso di vivere tranquillamente con la moglie e la | figlia, vittima di un triste destino, ma non un criminale. E nello stesso tempo c'era stata fornita una versione di quanto era accaduto: non uxoricidio premeditato, ma omicidio preterintenzionale per non dire colposo. Oggi c'è stato presentato l'altro aspetto della situazione: quello negativo. Così,s'è conosciuto un Armando Cellucci freddo, cinico, giocatore di azzardo, presuntuoso, succube della madre che odiava e disprezzava la nuora, amorale. Cosi s'è conosciuta l'altra ver sione dell'accaduto quella rico a i a o a l n l e o i - -i. convinse la presenza di al- ^fS^STlS^ .^^^ e struita dall'accusa: "uxoricidioIpremeditato per poter sposare la giovane contadina. Dopo il lungo racconto diArmindo Cellucci quello di proporzioni ancora più vaste dei testimoni. Si comincia conil maresciallo dei carabinieri, Gaetano Must! che stese quel primo rapporto con il quale ebbe inizio l'avventura giudi-ziaria de! gerente postale. S'èsaputo come si svolsero le in-dagini. Tutti avrebbero presta- to fedo alla tesi nell'incidente automob:lii,'ieo se un appur.-tato, Vincenzo Ciccarelli noniavesse avuto dei sospetti. Nona a 2 rotabile qualche centinaia di metri prima del luogo dove la macchina precipitò nel burrone; nè il fatto che solo la donna fosse morta nell'inci dente e che il marito, invece, se la fosso cavata con feritedi poco conto; e non il fattoche quando s'andò ad interro-garlo1 all'ospedale di Sora il Cellucci non volle rispondere alla domanda simulando un collasso non giustificato dalle sue reali condizioni di salute. E Cosi cominciarono Je indagini tanto più che il gerente postale aveva parlato di un sasso che, lanciato da ignoti, avrebbe infranto un vetro della macchina facendo perdere il controllo al pilota. Le conclusioni della inchiesta diedero ra¬ dltimgione a chi nutriva del sospetti.! cDue giorni dopo Cellucci con- tfessò, grosso modo, quel che poi ha' ripetuto in udienza. I dcarabinieri risalirono alle ori- gini e stabilirono che il prota-1 gonista della vicenda sin da ra-' lgazzo « aveva lasciato a desi derare per la condotta, perchè piuttosto viziato, discolo, irrispettoso verso la madre, dedito al gioco delle carte >, e che la madre del Cellucci aveva odiato sempre la nuora dicendo sempre che sarebbe stata ben felice della morte di Cecilia Serrecchia; che il Cellucci aveva un amante, Angela Piz¬ itzuti; che i due coniugi s'era Ino separati ed erano tornati ' insieme, guarda caso, quindici | giorni prima del delitto o dl- sgrazia che fosse. Poi trassero delle conclusioni: che cioè nul-| Ila di quanto Cellucci aveva j !detto rispondeva al vero; che la donna era stata uccisa conc j tre colpi alla nuca e poi siste- j mata in macchina e precipita-; Ita nel burrone insieme con' U'auto per simulare l'inciden-'ite; ehe se l'episodio si fosse ; svolto così come lo aveva nar- • rato 11 gerente postale sareb- 'bcbe rimasto macchiato di san-ligue anche 11 fondo della mac-ji china e non 11 solo schienale; che se il Cellucci si fosse pre-1cipitato nel burrone avrebbe!riportato ben altre ferite e non ;dei semplici dolori Si è passati agli altri testimoni. Giuseppe Paolaccl che giunto sul luogo, trovò il Cel |lucci nella macchina precipi- 'tata con una gamba infilataIi noi volante e la bambina frnile braccia. Carolina Serrecchio, zia della morta la quale ha ; spiegato che la bambina Inter- rogata dai carabinieri a Soradisse: «Papà ha fatto to-to a mamma. E mamma morta a terra >. Ha ricordato gli insulti della madre di Cellucci alla nuora e la condotta scorretta di Armando nei confronti della moglie. Giovanni Villa che trasportò all'ospedale di Sora il gerente postale il quale si lamentava per delle contusioni che in realtà non aveva ripor tato nell'incidente. Teresa Ta ta. la portalettere di Castello d'Alvito, non ha risparmiato le accuse al suo ex-superiore nar rando che spesso litigava con la moglie e la picchiava; che ia suocera Inveiva sempre contro la nuora dicendo: < Non mi importa che mio figlio si rompa il collo purché sua moglie muoia >. g, g.

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