Magni rompe la sella mentre sta per vincere

Magni rompe la sella mentre sta per vincere Magni rompe la sella mentre sta per vincere Caduta di Albani - Coraggiosa corsa di Bartali che tenta ripetutamente la fuga ^BimTfTTWTmilItl'iMI^ m: gptmLussemburgo, lunedì Bera. Un'avventura incominciata bene e finita male con la bocca amara dello scherzo della sorte. Un'avventura iniziata quasi in spavalda allegria e finita davanti al microfono delia radio con Magni che indica sconsolato la sella spezzata della bicicletta. Ha vinto un certo signor Miiller, tedesco; a Fiorenzo la fortuna ha detto di no. Ed è stato proprio un tradimento: la cronaca succinta vi dirà perchè gli azzurri avrebbero meritato il successo. Primo giro: mancano all'appello sei corridori: 5 austriaci e un rappresentante del Uiechstenstein. Le quotazioni danno nell'ordine Vàn Steenbergen, Kubler, Magni, Wagtmans, Bevilacqua, Bartali... Anche a scorrere l'elenco dei favoriti sino in fondo il nome di Mueller non c'è. Partenza alle dieci. 48 corridori sono in lotta per la maglia iridata. Inizio veloce: di strappo Ockers se ne va, prende cento metri di vantaggio. Magni e Minardi svegliano il gruppo e il sogno del belga svanisce. La gara si fa subito dura: sullo slancio i due azzurri trascinano Bobet, Kubler. Croci-Torti. Varnajo, Baldassarre Diederich. Close, Woorting. Rémy, Van Est, Ockers, Kemp e Wagtmans: quindici uomini che passano al primo traguardo con quindici secondi di anticipo sul grosso. Un inglese. Bedwell, ha foralo e transita a l'20". Tempo del giro: 2B'12"; media chilometri il.666. Secondo giro: il gruppo torna compatto. Sulla misera salita di Abweiler, l'unica cosiddetta asperità del percorso, Diederich e Varnajo fuggono trascinandosi alla ruota Wagtmans. Il grosso lascia fare. Wagtmans cede; il lussemburghese e il francese tengono duro pigiando disperatamente sui pedali. Al secondo traguardo sono in testa con venti secondi su tutti gli altri. Tempo 2a'38"; media km. 40,961. Terzo giro. Gli assi pensano ai fatti loro e la fuga riesce. Belgi, svizzeri e italiani tentano la caccia con scarsa convinzione. Fa un freddo tremendo; il vento gelido sferza a frustate i visi dei centomila tifosi presenti tra cui gli italiani si mstinguono per l'energia degli incitamenti Ma gli incitamenti, almeno per ora, servono poco Diederich e Varnajo al terzo passaggio fanno registrare infatti ai cronometri un van• ggio di l'4Ù" sul gruppo tranquillo Tempo 25'4tì; media chilometri 1U.7ÓU. Quarto giro. La solfa non cambia tono. Dal grosso cerca di svignarsela Close ina è un tentativo inutile. La media cala e permette a Croci-Torti di fermarsi, cambiare la bicicletta, ripartire e riprendere. Anche Wagtmans e Lanfranchi sgusciano in cerca di gloria; Lanfranchi capisce l'antifona e smette. Wagtmans ha la testa dura e continua: ma per poco I due, al comando al quarto passaggio, hanno portato il loro bottino a 2 5' . Tutti gli azzurri osservano la condotta altrui che è di pacifica attesa. Tempo 26'32 ; aplmdssLslmedia km. 3B.572. Quinto giro: Wagtmans ha l'argento vivo nelle vene. Bat- ti e ribatti, finalmente è solonella scia della coppia che gui-da la corsa. Vogliono acciuf-farlo Nolten, Baldassarre Pe- trucci. Close e Lanfranchi. mar.tengono bene non insistere, Alla fine del quinto giro Wagt mans è a V50" rial lusM>mbur- ': ghese e dal francese mentre il plotone, abbastanza fischiato, transita a 2'55". Tempo 25'55"; media km. 39.009. Sesto giro: Wagtmans ne ha abbastanza del ruolo di solita- rio d'onore: si lascia prendere da Deckers, Schottc. Rémy ePetrucci; poi da Deledda, quin- di dagli altri. E l'andatura tor- na tranquilla. Diederich e Var-najo cominciano a credere ai miracoli quando al sesto passaggio gli urlano: quattro minuti: E' il loro vantaggio. Rodoni che è in tribuna accanto a noi borbotta: < Le fughe sono sempre un affare noioso! >. Settimo gito. Brutto colpo per noi. Un concorrente si sfila la < musette > del rifornimento e la butta via. La mano del destino la manda a infilarsi nella ruota posteriore della bicicletta di Albani: una brusca frenata, un grande volo. L'azzurro resta a terra svenuto. Si rianima, riparte. Ha per so quasi cinque minuti: è fini- ta per lui tanto più che gli as- si suonano la sveglia. Primi trombettieri sono Bartali, Peli rucci, Hoermann e Croci-Torti, poi Petrucci solo raggiunto da Nolten e da Bintz. Alle tribune le due volpi hanno solo la corsa, la anima. All'ot passaggio il distacco da: a tavo - aue a] comando è ridotto a o'2'5". Albani ha una spalla fe ,rita, si ritira: perdiamo un j c atout > utilissimo. Tempo 28,24": media km 36.971 l Nono giro: Kirchen schizza j via. Deckers iguono piii 2'32" su Petrucci, Nolten e Bintz e 2'40" sul grosso, dove Battali tira con l'energia di unragazzo di vent'anni. Albani è a fi'20' . Ottavo uno: samba. Il grup- petto di Peiriu-ci viene assor- bito. Bobet -i ferma a cambia- re una ruota c riprende. Mi- nardi, Close e Petrucci scap-pano a più riprese. Semprequalche azzurro sulla scena re I tre parlano magari Bartali lo ' lìngue diverse, ma si intendono;s a meraviglia. Piombano su p I Diederich e Vannajo, distrug- t ;gono i loro sogni di successo. ; n ìCinque in testa con il c vec-' p chio > Gino a menare la dan-i W Al passaggio del giro per-ia fino gli stranieri fanno il tifo G\P*r lu>- A 35" eli svizzeri con '(lucono il grosso all'impazzata, |Tempo: 27'41" media km. 37,928. 1 Decimo giro: La gara ha il vesballo di San Vito. Woorting,|aDeledda, Schils, Bintz, ancora nDeledda. scrollano gli ultimi ilresti dell'apatia con cui si era tcominciato. Non si scherza più,ISsi fa sul serio. Ma Bartali sen- cte l'odore della battaglia, com-|Vbatte per conto suo ed incita i ccompagni di avventura. Il van-: Staggio dei cinque (decimo gi- sroj è salito a 110". Gli italiani : Bcominciano a fare i conti: se.Lsi arriva così il titolo è no- pstro. Gino, nello sprint, è il più tforte. Tempo 86'1"; media chi-1 Alometri 40.331. ì RUndicesimo giro: Le illusioni l- vivono una vita breve. Dietro g- o " scatena la reazione. I radio- ccronisti non reggono al ritmo sdelle informazioni che stanno arrivando, Va via Rémy e lo'Sprendono; poi ancora Rémy lcon Van Steenbergen ed è un fuoco di paglia; quindi sempre; cRémy e la corsa non ha segui- to; infine Deledda con Pctruc-jFci. Eo anche questi due non hanno fortuna; ma di scossa in : pscossa il gruppo ha rosicchiato il vantaggio di Bartali e C. che spassano all'undicesimo giro 300 metri . avanti gli inseguitori, Tempo 27,4"; media Km. 38.793. Dodicesimo giro: Arriva Proietti, commissario tecnico dei dilettanti. Porta buono. E' vero infatti che il plotone sta riprendendo i fuggitivi, ma è scattato Bartali. Gino è solo; sulla salitella se n'è andato e ha detto un folgorante buon giorno alla compagnia. Troppo I presto per il colpo a sensazione; tuttavia il fiorentino transita al dodicesimo passaggio con 200 metri di distacco. In; dietro gli danno una caccia spietata. Una emozione vi assicuriamo quella maglia azzurra j vestita dal più vecchio, sola davanti a tutti! Tempo: 27'6"; media Km. 38,745. I Tredicesimo giro: Bartali è | ripreso. Diederich si ritira. Ci j dicono che anche Gino ha abbandonato. Poi la notizia diraimata ufficialmente, altrettanto | ufficialmente viene smentita: i un'organizzazione che cura i i colpi di scena e quando non li ha li inventa. In tribuna il j Granduca ereditario, magro |con i baffettini, salutato dalinno nazionale e dagli applau 'si dei suoi sudditi. Su! circuitojtentativi a ripetizione: Magni mi ero io per le Minardi: Hoermann e Bintz cui si aggiungono prima Bevilacqua e poi Robic. Risultato: N. N. Gruppone al tredicesimo passaggio. Tempo 26'6"; media Km. 40,229. Quattordicesimo giro: Close abbandona Si cammina troppo uc forze Bevilacqua gio¬ t a: a e n o za e ca le sue carte; ha per conie pagni Wagtmans, Ockers, Nolnteti e Decorte. Lo acciuffano; è riprova con Deledda. Rémy. iVan Steenbergen e Van Est. p- disco rosso. E' ia volta di Mir- nardi che prende U largo con a- Deledda e Robic. Alle tribune i- : il trio franco-italiano guida la p-1danza avvantaggiato di un sofe|no: nemmeno questa è la fuga e buona Tempo 25'37"; media km. 40.988 Quindicesimo giro. E' il penultimo I trentanove superstiti sparsero le cartucce che de vono fan centro Robot. Magni. Van Kst : tre atleti che possono riuscire: niente da fa re. E un solo vortice di ruote spunta Minardi, quind; Beviri .lacqua C . azzurri tentano la soluzione di forza, unno sem- pre all'attacco uno dopo l'al tro, ma il gruppo si allunga e non si spezza. Al quindicesimo passaggio Petrucci trascina Weilenmann e Van Est. < Ale. alól » sentiamo urlare Loretto. Grido inutile ormai. Ci si riser- va per il volatone. Tempo 26 e 16"; media km. 39.974. Sedicesimo giro. Febbre. Lo speaker dice che sono sempre assieme. I tifosi italiani calma no l'ansia scandendo « Bar-tali, Bar-ta-li! »; risponde un ai tro coro: «Van-Steen! VanSteen! ». Si fanno pronostici: chi vincerà? La ragione dice: Van Steenbergen o Kubler. Il cuore insiste: Bartali o Magni, Silenzio. La radio urla: sono scappati Bartali, Wagtmans. Binda e Woorting. Il miracolo? L'attesa dura un minuto, due, poi al fondo del rettilineo spun tano i corridori. Tanti, tanti, 1 Ai cento metri sembra avanti ì Rik, ma c'è Petrucci che si fa luce. Lo spingono, lo tratten gono. Sono attimi. In testa ora conducono un tedesco e uno svizzero: ed ecco Magni venir fuori. Va più forte di tutti, 'Scatta. scatta ancora. Abbiamo la netta sensazione che stia vc landò verso il trionfo. Ma ec; co uno scarto imprevisto, ap parentemente inutile. Che fai. jFiorenzo? Hai perso ormai. Ha vinto Mùller e dietro il tedesco, : prima ancora di te, ci sono Wei lenmann e Hoermann. La folla stupita applaude senza convin zione. E Magni viene su a pie di con le con la sella che pende melan conica da un lato della bici eletta. La maglia iridata sta vestendo le spalle di un tede sco. Risuonano le note dell'inno germanico. Fa di nuovo freddo Tagrime' agi" occhi, Perdere cosi è proprio brutto e mette addosso la malinconia. Gigi Boccacini

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