Ore 20,30: i quattro speleologi escono dal "Buco dell'Inferno,,

Ore 20,30: i quattro speleologi escono dal "Buco dell'Inferno,, Ore 20,30: i quattro speleologi escono dal "Buco dell'Inferno,, La spedizione di salvataggio aveva sospeso i tentativi per il crescer delle acque e sbarrato l'ingresso; i redivivi, dopo ima fantastica marcia, abbattono il cancello e appaiono ai soccorritori sbalorditi il prof» Boegli ©I parla dell'eccezionale avventava DAL NOSTRO INVIATO Svitto, lunedi -serti.Alle SO£0 di ieri sera — con il tempo piovoso e coperto, già annottala — quattro uomini con la barba lunga, gli abiti i laceri e coperti di fango, il pas-\so stanco, sono emersi rial Vii attesa che Ir acqueisro e fosse possibile [i tentativi di salva-\stanco, sono emersi dal <Buco dell'Inferno » e si sono, diretti verso i componenti di\una delle squadre di soccorso,\che vegliavano all'ingresso del', labirinto in attesa che le acque idecrescesse riprendere ìhe i quattri facessero parte ìdella spedizione di soccorso. Poi \ quattro parlarono, con un largo sorriso e un forte sospiro di sollievo, e allora subentrò in tutti un lungo minuto di unmobilità sbalordita; finalmente da tutte le bocche si levò un urlo di gioia. Un caffè caldo 1 quattro uomini non facevano parte della spedizione di soccorso: erano il prof. Boegli e i suoi tre giovanissimi compagni. Erano usciti soli, con i propri mezzi, dal < Buco dell'Inferno, mentre i soccorritori avevano sospeso i tentativi di penetrare nella caverna giù- icata del tutto impraticabile. i pensava di ritrovarli nella migliore delle ipotesi, stremati alla fame e dalla stanchezza, ma si temeva in fondo che mai quattro prigionieri sarebbero ornati ° vedere la luce del *orno'' e invece i quattro ce avevano fatta senza alcun iuto esterno percorrendo la v salvezza "1"" !«■ ""r-j «"•» »" momento non potevano crede e at loro "cchì\ Ma qu""'[Z.l empo quasi di primato ers0 Lo sbalordimento dei soccor>'0'' /« talf:> che l» "n ì,rlm0 ^'W'aiott £2XlgA ^ ta „ rJichiamare oJj»aperQ )|oi giornalisti, che dall'ol-ì crn0 posto proprio di fronte ua caverna stavamo tele)'o- esero conto che trattava Igaiirfo i nostri servisi con le più | atastrofiche previsioni. Non faremmo in temilo n uscire e a renderci conto di quel che succedeva, che il ;iroessor Boegli — sorridente, ma con il volto segnato dalla faica — ed i suoi tre amici si affacciavano alla soglia del'albergo, seguiti da Itti codazo di persone urlanti. Il poliiotto di guardia all'albergo li guardò a bocca spalancata, come degli spettri. I quattro redivivi, frajtfjut/Z» come se tornassero da una passeggiata, si sedettero a un tavolo e ordinarono un caffè caldo. Poi cominciò il bombardamento dele domande: come si erano&alvatit Il prof. Boegli ha detto in sostanza che, dopo avere lungamente atteso un miglioramento della situazione, venerdì sera si era reso conto che a situazione stava diventando disperata. Perciò decise che al primo momento favorevole avrebbe senz'altro agito, cioè si sarebbe lanciato — cauiminando o a nuoto — nei meandri delle caverne verso l'uscita. Il momento favorevole giunse prima che ricominciasse a piovere, quando lo specchio d'acqua era maggiormente disceso; fu allora che si iniziò la marcia, veramente epi ca, verso l'uscita. Nella stanza detta il c Tifone», si buttarono nell'acqua che arrivava loro fino alle anche. Gli specialisti ritengono che qui l'acqua si sia ritirata, come nelle caverne contigue, in seguito ai lavori eseguiti nella località di Schleichender Brunner per accelerare lo seo- \lo delle acque, lavoro al quale]„ ? ne sarebbe in più grande quattro speleologi non si fossero salvati da se stessi. drqnbmFvpdcEsrnncsrssqmtsitmcdqdplcdsi m\esleI i i : | °e0sWe auaVra°i I • Musica in coro Le prime rivelazioni del prò fessor Boegli furono rotte e | i 1 frammentarie, perchè una vera folla non solo aveva riempito in dieci minuti l'albergo Stalden, ma molti, non avendoci trovato posto, aspettavano pazientemente al di fuori per conoscere i particolari di un cosi miracoloso autosalva- i taggio. Del resto, miracoloso lo ^hanno qualificato gli stessi spe- , leologi convenuti per prepara-1 re il salvataggio. Concorde- | mente, essi hanno affermato che non avrebbero mai ritcnu-1 to possibile una impresa di tal genere, dopo che il labirinto era stato guastato dalle acque in piena. Quando la ressa diminuì al- \j * ', : ]** chK, <«t"<™° ° ai. potevamo anche s quanto per l'energica pressione degli agenti di guardia, abbinino potuto intrattenerci un momento col professor Boegli. Francamente non abbiamo mai visto un uomo cosi sereno e placido, sortito un'ora prima da una avventura che minacciava davvero di finir male. Egli è perfino allegro e non si stanca di dire battute di spirito come quando, avendogli noi chiesto se prima di entrare nella caverna avesse fatto una cura di bagni di sole, ci ha risposto: < Macche, sono diventato nero fra le tenebre. Forse sarà stata l'umidità. Del resto questa umidità, contrariamente a quanto si può supporre, ci ha molto giovato, poiché ha contribuito a mantenere nei nostri corpi un minimo di calore indispensabile >. < Certamente vi saranno stati dei momenti in cui probabilmente la follìa poteva minacciarvi... >. « Affatto, ci siamo sforzati di essere sempre allegri, e per questo ogni tanto ci alzavamo dai giacigli che ci eravamo preparati nella parte asciutta della caverna e cominciavamo a cantare canzonette, un pezzo d'opera e così via. Poi, per riscaldarci, ballavamo un ritmo i molto accelerato e quando ci \eravamo bene scaldati, per non sciupare inutilmente le calorie lei rimettevamo nei giacigli. Al o e alla sera facevamo I e*ercùi di ginnastica*. c E non avevate pensato che i nel frattempo si sarebbe cercato di salvarvi? ». < Certo che lo abbiamo peni salo, anzi ne eravamo sicuri, : ma ci rendevamo anche conto | delle difficoltà cui andavano incontro i nostri soccorritori. Con i nostri strumenti, seconno ti misapere se I >"ori P'^eva o faceva bel tem• po. E quando, sabato mattina, ci siamo accorti che aveva ricominciato a piovere, abbiamo pensato che non c'era più tempo da perdere e perciò ci siamo decisi a lasciare la nostra < abitazione >, che del resto | i non ci è costata neppure un 1 centesimo di affitto >. « Come avete fatto a trovare i viveri? ». < I l'iieri ;» ha trovaci il mio amico Gygax. Quando penetrammo nel labirinto, sapeva i mo che ve n'era una certa ^scorta. Ma siamo stati molto , parsimoniosi. Mangiavamo due -1 volte al giorno: un biscottino - | per ciascuno, una tazzina di o caffè, una sardina e soltanto -1 l o e - quando volevamo procurarci un pranzo « luculliano » ci pre pura>.amo una minestrina. /' pane ?ra rigorosamente razw nato: dai 10 ai 30 granimi peri ciascuno ogni 24 oi£. In ha' caspvamslarSrcoemtctdslpgctgscbgsgspschmrrptplcisa , a o n e o a o e o i o i ' ri a' ci siamo tenuti sulle !fi0 calorie al giorno ». < Come è riuscito a guidare 1 suoi compagni nei giorni di prigionia, e poi verso la salvezza? ». < La marcia verso l'uscita la abbiamo inumata un giorno e mezzo fa, strisciando attraverso fessure laterali per evitare laghetti e per non doverci arrampicare su pareti scivolose. Sempre strisciando lungo le pareti, siamo giunti a sole poche centinaia di metri dal luogo, ove le squadre di soccorso si erano già stabilite, a circa 660 metri dall'ingresso. Si presentava -ora un grande ostacolo, costituito da una grossa cascata. Poco prima delle venti ho deciso di affrontare il rischioso passaggio, constatando che l'acqua cresceva per le nuove piogge. Ritorno alla luce « Era breve il tratto, ma lungo rocce molto scivolose. Siccome non era possibile"affrontare l'acqua, abbiamo fatto il giro aggrappati alle rocce. Non so come siamo riusciti a farcela... Tutto ad un tratto abbiamo visto le guardie, coi loro elmetti che riflettevano il bagliore delle luci ». Il fatto sembra sorprendi nte se si considera che le guide e gli specialisti dcll'esereito non, sotto riusciti ad arampicarsi super le scivolose rocce nei pressi della cascata. Quando gli abbiamo chiesto come si spieghi il fatto, Boegli ha risposto: « Non so come siamo riusciti, specialmente i tre ragazzi. Credo che abbiamo reagito diversamente da come potrebbe reagire ehi non ha trascorso dieci giorni al buio ». « Quale è stato il particolare più curioso della spedizione? >. < Che siamo stati chiusi nella caverna proprio da coloro che volevano salvarci. Giunti infatti all'ingresso della grotto, abbiamo trovato il cancello sprangato e, per poter uscire, abbiamo dovuto forzarlo a spallate ». Il cancello era stato chiuso dalla polizia per impedire che i curiosi si inoltrassero nella grotta. Ma a questo punto il prof. Boegli si porta una mano agli occhi come se la luce delle lampadine elettriche lo disturbasse. € Certo — ci rfirr — dopo tanti giorni trascorsi nelle tenebre, bisogna che mi ■ ci abitui nuovamente ». I € Ad ogni modo crediamo che una buona dormitina in un letto soffice e al caldo non la vorrà disprezzare! ». Il nostro interlocutori sorridendo accenna di sì. -a'i alza. Questa facci mia ili un morbido letto è evidi liti eh, improvvisami-tir In attrai. E così tutto bene ciò chi Unisci bene. Luigi Fascetti n e m o e a nsrlsgl•. I quattro redivivi del «Buco dell'Inferno» rispondono al saluto della folla da una finestra dell'albergo. Da sinistra: il prof. Boegli, capo dellu spedizione; U giovane Kaiser; Burkhalter. che festeggiò nellit prigione di roccia il suo 19" compleanno: (iygaz, il ragazzo che trovò per primo il deposito di viveri su cui furono fondate tutte le loro speranze di salvezza, (Telefoto a » Stampa Sera ») Il prof. Boegli discute i particolari della sua «marcia» con il prof. Grobert (al centro), capo della spedizione di soccorso, e con un sacerdote-speleologo (Telef. a «Stampa Sera» ! WM Il sifone formatosi nella ca verna aveva impedito di raggiungere i quattro speleolog I. Questi ultimi, approfittando delle acque, di un improvviso abbassimi riuscivano a raggiungere (a ento del livello sinistra) l'uscita della grotta