Due alpinisti travolti e uccisi da una valanga

Due alpinisti travolti e uccisi da una valanga TRAGICA ASCENSIONE SUL MONTE ROSA Due alpinisti travolti e uccisi da una valanga Le vittime: una delle più note guide di Zermatt e un albergatore svizzero ■ Avevano già scalato la punta Dufour e si disponevano a scendere a Macugnaga ■ I corpi trovati dopo un volo di 2000 metri Domodossola, lunedi mattina, i scivolo di ghiaccio di duemila Il Monte Rosa ha fatto due metri di dislivello, 'nel quale, vittime: la nota guida svizze- come i?: un ciclopico imbuto, ra Alessandro Taugwalder, di I vengono convogliate tutte le 65 anni, pronipote di quel]frane e le slavine della enorTaugwalder che, con Whym-\me parete. Sembra che la per, scalò 'per primo il Cervi- sciagura sia stata causata apno; ed Adolfo Schmutz, di 34 punto da una di queste slavianni, direttore d'albergo. En- ne, che, scivolata sul resto trombi sono di Zermatt. La della massa a causa del forte catastrofe è avvenuta lungo lo calore di questi giorni, abbia spaventoso canalone Marinelli • travolto e trascinato a valle che discende quasi perpendico- j gli sventurati alpinisti. larmente dalle vette del Mon- I due erano partiti nella sete Rosa su Macugagna: uno\rata del 25 giugno da Zermatt con il seguente itinerario: punta Dufour (metri 4633), colle Zumstein, canalone Marinelli, Macugnaga. Entrambi erano conosciuti come ottimi alpinisti; il Taugwalder, poi, erede di una stirpe di guide, aveva dato molte volte prova, nei frangenti più, pericolosi, di grande abilità. Bisogna dire però che questa stagione, con gli improvvisi calori, non è la più adatta ad ascensioni così impegnative. La neve si addensa ancora abbondante lungo le pendici, ricopre gli appigli, rende le creste difficili da percorrere e, sotto i raggi del sole, può distaccarsi in grandi masse e trasformarsi in vertiginose valanghe. Pro babilmente, gli alpinisti si ren devano conto dei pericoli a cui andavano incontro, ma partirono ugualmente, fidando nella propria capacità. D'altra parte, il destino avrebbe potuto essere propizio: la recente scalata del Cervino, da parte di un'intera compagnia di alpini, ha dimostrato che l'alta montagna può già esse re raggiunta senza inconvenienti, anche agli inizi della stagione alpinistica. Avevano detto agli amici che sarebbero stati a Macugnaga nelle prime ore del pomeriggio del £6, cioè giovedì scorso. Passarono la notte fra il 25 ed il 26 in uno dei numerosi ri fugi che costellano il versante svizzero della catena del Ro sa. Ripartirono il 27, all'alba. In mattinata, a quanto si è po tufo ricostruire in seguito,rag giunsero la punta Dufour, prima mèta della scalata; poi scesero al colle Zumstein e, verso mezzogiorno, iniziavano il tratto di gran lunga più pericoloso: il temibile canalone Marinelli, paventato da tutti gli alpinisti. Basti dire che es so prende il nome dall'alpini sta Damiano Marinelli che nel 1881 vi precipitò, spazzato da una valanga, assieme alle guide Imscng e Pcdranzini, e che nel 1909 vi scomparve la carovana Bompadre, Castelnuovo, Som maruga. Appunto verso mezzogiorno il Taugwalder e lo Schmutz, in cordata, furono visti scendere cautamente, dal custode della capanna Zamboni, un altro ri coverò della parete. Il custode continuò a scrutare la zona per tutto il pomeriggio, ma non vi de più gli alpinisti: suppose perciò che essi si fossero fermati al riparo di qualche roccia, in attesa che il gelo della notte rendesse più sicuro il percorso, arrestando la caduta delle slavins. Il custode notò pure due valanghe precipitare dalla punta Dufour, spazzando l'< imbuto ». Intanto, nel pomeriggio del 27, da Zermatt si chiesero no tizie dei due. Poiché a Macugnaga non erano stati visti arrivare, furono organizzate squadre di soccorso, composte da guide, carabinieri e guardie di jinansa. Tutte le ricerche, Il versante di Macugnaga del Monte Rosa: canalone Marinelli indica ove è avvenuta asterisco sul la sciagura. durate due giorni, con ansia sempre crescente, furono vane. Fino a ieri aera, quando una nuova valanga portò alla superficie una massa scura: la salma di Alessandro Taugwalder. Lo Schmutz era precipitato nel crepaccio terminale: il recupero del suo corpo fu possibile solo perchè egli era stato trattenuto, penzolante nel vuoto, dalla corda che lo legava alla sua guida. Pietosamente ricomposti, i cadaveri vennero portati a Macugnaga. Qui sono stati vegliati per tutta la notte, nella camera ardente allestita presso la Casa comunale, in attesa che l'espletamento delle formalità di rito renda possibile il trasporto a Zermatt. Non è questa, come abbiamo detto, la prima volta che il nome di un Taugwalder appare nelle cronache delle disgrazie alpinistiche. Il 14 luglio 1865, quando Whymper con altri tre inglesi raggiunse per la prima volta la vetta del Cervino, erano con lui come guide, oltre a Michele Croz, anche due Taugwalder", padre e figlio. Al ritorno, la vittoria si cambiò in catastrofe: solo Whymper ed i due Taugwalder poterono scendere a Zermatt; gli altri quattro precipitarono lungo la spaventosa parete nord. Ne nacque un clamoroso processo: Taugwalder padre fu accusato di avere reciso, con un colpo di piccozza, la corda che lo legava agli inglesi, per salvarsi, quando si avvide che essi stavano scivolando. La vertenza si concluse però con l'assoluzione della vecchia guida, grazie alla testimonianza di Whimper, il quale dichiarò che la corda usata era la più debole in loro possesso e che, quindi, si era strappata a causa dell'improvviso strattone. Alessandro Taugwalder, perito ora sul Rosa, era il pronipote del protagonista di questa drammatica vicenda. Ricorderemo ancora che il canalone Marinelli aveva fatto lo scorso anno un'altra vittima illustre: il musicista ed accademico Zapparoli, scomparso e mai più ritrovato. —

Luoghi citati: Domodossola, Macugnaga, Zermatt