Due discorsi di De Gasperi

Due discorsi di De Gasperi Due discorsi di De Gasperi L'azione del Governo all'interno e all'estero - Battute polemiche nei confronti dei comunisti ■ La questione di Trieste -1 comizi degli altri leaders • La battaglia per il Campidoglio: vivaci tafferugli Roma, lunedì mattina. Nella terzultima domenica di propaganda elettorale si è fatto più serrato il duello fra i vari schieramenti. Naturalmente il Governo punta sul Mezzogiorno facendo leva sulle opere già compiute o in via di compimento. Ai cittadini di Melfi (che fra l'altro gli hanno chiesto la creazione della Cassa provinciale lucana) dove ha distribuito altri 424 ettari di terra a 74 famiglie di contadini, De Gasperi ha detto: «Non si tratta della sagra delle prime pietre, perchè sono venuto ad accertarmi che a quelle prime pietre ne sono state aggiunte altre e che l'opera di ricostruzione prosegue ». Venendo a parlare su un piano più vasto della riforma agraria, De Gasperi ha detto che il Governo intende proseguire nella sua opera in modo da non provocare turbamenti e soste nello sviluppo dell'economia agricola. Egli ha anche ricordato che la riforma fondiaria non è attuata* secondo un criterio fisso e immobile, ma tenendo conto delle situazioni strutturali delle singole zone, in modo da attuare in agricoltura una più vasta giustizia sociale. Un secondo discorso De Gasperi ha poi pronunciato a Potenza. Qui, dopo aver confutato una serie di domande poste dall'on. Togliatti sull'organo comunista e relative all'andamento delle opere pubbliche e di bonifica nell'Italia meridionale, il Presidente ha detto: < La Cassa del Mezzogiorno è una realtà: alla fine di aprile i cantieri messi in attività dalla Cassa sono 1800 per 123 miliardi e 573 milioni di lire, mentre sono in corso appalti di 114 opere per un importo di 33 miliardi e 760 milioni. Noi chiediamo ai nostri avversari una sola cosa: che riconoscano i fatti e non mentiscano}. De Gasperi ha poi ricordato la sua prima visita a Potenza, nel 1951, dopo l'aggressione in Corea. « Allora — ha continuato l'oratore — i socialcomunisti ci accusavano di preparare la guerra. Io vi dissi di aver fiducia nella pace e che la pace si conquista anche con l'energia e la volontà. Così abbiamo preparato le nostre difese e ci siamo stretti in un patto di alleanza: il Patto Atlantico. Ebbene io vi dico che il Patto Atlantico ha salvato la pace. Lo stesso Stalin, in una sua recente intervista, ha detto che negli ultimi due anni il pericolo di guerra si è allontanato. Si è 'allontanato perchè chi aveva intenzione e disposizione ad attaccare è stato scoraggiato dall'unione dell'Europa e dell'America nell'alleanza atlantica >. L'on. De Gasperi ha quindi rilevata come oggi la propaganda socialcomunista non sia più impostata sulla situazione internazionale, ma su quello che all'interno si è fatto o si potrebbe fare nel oampo della amministrazione. Proseguendo nel suo discorso, il Presidente, a proposito della campagna che l'estrema destra, in concordanza con la estrema sinistra, conduce contro il Governo, ha ricordato come l'Italia sia riuscita a riassumere una situazione di prestigio e di parità in campo internazionale, risorgendo dalla disfatta, malgrado il Paese « abbia dovuto subire l'eredità della guerra mal preparata e poggiata sul bluff di otto milioni di baionette >. E qui De Gasperi ha rivolto un monito alle « forze giovanili inesperte del passato >. Da qualche parte si è gridato Trieste, e il Presidente del Consiglio, raccogliendo il grido ha detto: «Accetto questo richiamo, non per scopo elettorale, ma con sentimento fraterno. Il Governo fa ogni sforzo per consolidare la posizione degli italiani a Trieste, badando a non compromettere il nostro diritto sul Territorio Libero e vigilando perchè gli Alleati osservino l'impegno che loro deriva dal Trattato che hanno voluto e dalla loro dichiarazione del 20 maggio '48>. In serata De Gasperi è ripartito per Roma, giungendo questa mattina. A Cagliari Nenni ha affermato che l'attenzione del Paese è rivolta al P.S.I. e che i risul tati delle amministrative del 25 maggio potrebbero addirittura anticipare all'autunno le elezioni politiche previste per il 1953. A Foggia ha parlato Togliatti che ha attaccato l'on. De Gasperi per l'annunciata legge in difesa della democrazia. Sceiba è intervenuto per la prima volta nella propaganda elettorale a Roma, prendendo la parola dopo un discorso del sindaco Rebecchini che ha confutato le accuse e le cifre messe in giro dagli avversari. « Oggi — ha detto il Ministro dell'Interno — la lotta si è fatta più dura e occorre un altro sforzo decisivo. Siamo temprati da una lunga lotta a sinistra, ma oggi la contesa è più dura perchè dobbiamo combattere contemporaneamente su due fronti e parare anche la minaccia che viene da destra >. Dopo aver detto che la lotta elettorale assume particolare significato ed importanza a Roma, Sceiba ha ammonito che nessuna incertezza, nessuna tergiversazione deve essere ammessa in un momento come questo. Anche Nitti ha tenuto il suo primo discorso elettorale a Roma, ma è stato in tono minore. Dopo avere, infatti, ricordato le sue benemerenze politiche — di cui gli avversari fanno risaltare le contraddizioni — l'ex-presidente si è riservato di rispondere in altra sede al discorso che De Gasperi ha tenuto a Potenza. Più vivace ed aggressivo allo stesso comizio è stato invece il vice-presidente del Senato, Enrico Mole, che è uno degli esponenti della lista cittadina. Anche Romita ha aperto la campagna del P.S.D.I. a Roma ed ha vivacemente polemizzato coi monarchici e i comunisti, che ha accusato di essere fuori del gioco democratico. Tuttavia egli non si è dichiarato d'accordo col Presidente del Consiglio per la legge polivalente per la difesa della democrazia, affermando che tutte le leggi elaborate in tal senso ai sono poi ritorte ai danni dei movimenti democratici e a favore delle forze reazionarie e conservatrici. < La democrazia — ha detto Romita — si difende attuando le riforme di struttura economica e sociale >. Per 11 partito liberale, Villabruna ha parlato a Ferrara. Dopo avere criticato gli aspetti della riforma agraria («Essa è di contenuto antiliberale demagogico e antieconomico ») Vlllabruna ha affermato che il P.L.I. ha una posizione di equidistanza tra le forze cominformiste e reazionarie ed intende mantenerla pur aprendo le porte a tutti « perchè la libertà è vera democrazia ». Ma De Marsanich a Catanzaro ha sentenziato: «Lo stato liberale è un relitto del secolo XIX e il liberalismo è una idea moritura ». Dalla critica del segretario nazionale del M.S.I. non si è salvato nessun partito: i repubblicani « hanno scritto la parola fine alla loro opera»; 1 socialdemocratici rappresentano « niente altro che l'atto di decesso del socialismo tradizionale » ; e così via. Gli stessi argomenti ha agitato a Roma l'on. Almirante in un comizio in piazza Augusto Imperatore, che era particolarmente affollato. Dopo il comizio però si è avuto qualche tafferuglio. Incolonnati per il Corso, gli intervenuti hanno cercato di raggiungere piazza Colonna, dove si tengono ormai in permanenza i cosiddetti comizi volantj Ma la polizia ha impedito il passo bloccando il corso Umberto dal largo Goldoni. Passando per via Condotti e le stradette laterali, i missini si sono raccolti sotto la sede del Partito Liberale in via Frattina, dove hanno Inscenato una chiassata. Ma i giovani liberali hanno risposto lanciando dalle finestre numerosi manifestini di propaganda. Allora 1 missini hanno raccolto i manifesti e ne hanno fatto un falò. La polizia, intervenuta in forze, ha dovuto fare uso degli idranti' colorati, ma la loro efficacia è stata scarsa, data l'angustia delle strade e la impossibilità di manovrare con rapidità le grosse autopompe. Nel parapiglia che ne è seguito sono stati operati numerosi fermi fra i più scalmanati che sono stati accompagnati dai carabinieri nella vicina caserma di piazza in Lucina. Nel tentativo di liberare un missino fermato lo studente 19enne Franco Fantozzi è stato ferito in modo non grave al ventre. Il più .fitto mistero regna ancora sull'uccisione dello studente Antonio Massa di S. Giovanni Rotondo; i cinque fermati ieri sono stati rilasciati. Si è costituito ai carabinieri il feritore del giovane democristiano di Montecompatri che è un comunista. Infine c'è da segnalare che il segretario giovanile comunista di un paese d'Abruzzo, dimettendosi dal partito, ha denunciato « lo sfruttamento demagogico » dei lavoratori. basso