I paesaggi di Tosi realtà e fantasia

I paesaggi di Tosi realtà e fantasia = FIGURE DI STI I paesaggi di Tosi realtà e fantasia (Dal nostro inviato speciale) IRovetta, agosto. | La Valle Seriana, la più lun-lga e probabilmente la più bella !delle valli bergamasche (dove ! è da stupire che l'attrezzatura jturistica, strade e alberghi, sia nel complesso tanto poco ade-1 guata alle attrattive) all'altezza di Ponte Selva si divide in due rami. Quello di destra, che sale sino al pittoresco valico della Presolana per strapiombare poi nell'orrido della Val di Scalve, è amplissimo, armonioso, popolato di vaste pinete, purtroppo saccheggiate in parte. A tre chilometri sopra elusone, che è il suo maggior centro, si trova Rovetta. E venire a Rovetta, chi abbia dimestichezza con la pittura di Arturo Tosi, è un poco come recarsi a Aix-en-Provence, per uno che si sia a lungo nutrito di quella di Cézanne. Nell'opera del glorioso decano dei nostri * maestri » d'oggi, Rovetta tiene infatti quel medesimo luogo di richiamo costante, di fulcro, di morale sostegno, che ha in quella del grande francese la cittadina provenzale. Grandi fiori Chi per la prima volta si avvicini a Aix, rimane meravigliato di sentire nell'aria come un vago profumo cezanniano: di riconoscere d'istinto, con la levità e là nitidezza di un lontano ricordo, là il profilo di un monte, qua un tipo di contadino, la sagoma di un albero, o sinanco una di quelle bizzarre fogge di vestire che si credevano appartenere a un'epoca ormai scomparsa, e rimaste solamente al mondo in certuni di quei dipinti. Non altrimenti, chi giunga nei paraggi di Rovetta, incomincia a riconoscere intorno certi spunti di motivi tosiani, il profilo di un monte o di un colle, la linea di un campanile, l'agiato distendersi delle linee fugate dei campi in lieve pendio, verso un gruppo di alberi e di case. Naturalmente, non si tratta di ritrovare negli aspetti di quel paesaggio, i quadri di Tosi belli e fatti. Anzi, i « motivi > sono in questo complesso di ondulazioni che salgono sino ai monti, assai meno nitidamente accennati che non accada in luoghi di più semplice e definita struttura: e Tosi per l'appunto se ne lamentava oggi, con quella leggera accoratezza di rancore che ci ispirano le cose per le quali accanitamente e a lungo ci siamo travagliati, sempre ansiosi del risultato definitivo. « Che differenza, con il paesaggio della Riviera, con quello del lago d'Iseo — che è qui vicino — o con certe vedute veneziane! Là il quadro è bcll'e fatto, non c'è che trascrivere: ma qui, bisogna interpretare con la fantasia, costruire su di un accenno, svilupparlo architettonicamente, legarlo con altre cose magari discontinue, sino a far venir fuori il quadro ». Perchè Tosi, si sa, non dipinge solo a Rovetta, come Cézanne non dipingeva solo a Aix. Va ogni anno di primavera, per qualche settimana, sulla costa ligure di levante: Santa Margherita, Rapallo, Zoagli: e poi riù tardi, a giugno e spesso di nuovo a settembre, qualche settimana a Venezia. Sono ben noti i dipin ti che egli da quei luoghi — e cjal lago, che ha qui alla soglia dl casa.— ha riportato. Ma la Pal\te d,' gran lunSa.Pm. imP°rtante d?.1!a sua attivita pitto "ca- «Sh ia 3VOl&e a Rovetta ,(,™za ""'S,f°„' ^Lf-Xt nezia, o in Riviera, tanti altri dipingono e hanno dipinto: ma a Rovetta, soltanto lui). Qui egli vive per circa sette mesi dell'anno, qui egli lavora con assidua continuità, ai paesaggi, alle nature morte, ai grandi mazzi di fiori colti nel suo giardino: e che fanno venire a mente, a vederli così densi, così ricchi, intorno per casa, dentro ai vasi dalle sàgome ormai familiari, quel che diceva Renoir elogiando l'abilità di sua moglie nel disporre i fiori nei vasi: « le tableau est déjà falt, il n'y a plus qu'à le peindre.'y. Di questi quadri di fiori — grandi fiori dalle colorazioni intense, dalie, gladioli, robuste zinie, anemoni, asterii — Tosi ne ha forse già dipinti una decina, in questi mesi di estate: eccoli lì, schierati in bell'ordine nel suo grande studio al secondo piano: e sono probabilmente, con quelli degli ultimi anni, tanto ammirati alla grande mostra di Villa Reale, disposta dal Comune di Milano a celebrare l'ottantennio del pittore, tra i più bei fiori che egli abbia mai dipinti: con un colore schietto, forte, deciso, senza più « sughi » e miscugli di tavolozza, messo giù a larghe zone vibranti. E altri certamente ne dipingerà, pri-r 1 che l'estate finisca, e l'autunno, con la sua sontuosa, estrema fioritura. Egli li mette giù di getto, spesso in una sola seduta: e poi li lascia lì attorno, a maturare, e se li guarda, e ci pensa e ripensa, e un bel giorno li riprende, li ritocca, li ravviva, li completa, e poi li lascia di nuovo, sino alla verniciatura finale: e su quella ancora qualche tocco definitivo, che pone l'ultimo accento, l'ultima segreta vibrazione. Lo stesso metodo gli serve, naturalmente, anche per i paesaggi. Ce ne sono attorno molti, nello studio, di tutte le dimensioni e di tutte le epoche: un sessantennio, quasi, di attività pittorica, da quei primi saggi di nudo, scapi gliati e fantasiosi che furono una rivelazione, appunto, alla Mostra di Villa Reale, — « la mia epoca alcoolica» come egli la chiama a quella paziente, diuturna applicazione alla lettura delle forme naturali che lo ha portato, per gradi sino alla raggiunta odierna fe licita e levità ed essenzialità di colore e di atmosfera. Un mondo di immagini Poiché, quel che è straordinario in questo ultraottanten ne, è la freschezza, la lucidità dei riflessi, e la superati te forza. Forza fisica e forza pittorica, che fa sì che i suoi dipinti attuali siano tra i suoi più ricercati. Altri pittori più che ottantenni, anche grandissimi, vìvono e lavorano: Matisse, per dirne uno. Ma vorremmo sa pere chi di loro sia capace, come Tosi l'altra mattina, di uscire prima delle nove, pian¬ tare il suo cavalletto davanti'loal soggetto, in mezzo a un mcampo, con una tela vergine1 tdi settanta per novanta: e lì,1 qal riparo di un ombrellone qpiantato in terra, lavorare di mlena per più di tre ore, sem-jtpre in piedi perchè altrimenti rda seduto si perdeva l'eftet- cto prospettico dei campi in qfuga: e poi tornarsene a casa csul meriggio, con un grande «quadro in cui ormai l'essen- dziale era fatto. E del resto chi pl'ha visto Tosi, a Venezia per tl'inaugurazione della Bienna- ele, girare imperterrito per una tgiornata intera per i padiglio- bni, in compagnia della cara «signora Bice, non si stupirà | «per questo. SIn Val Seriana, Tosi non ci1 Qè venuto dapprima come pit- mtore: nato a Busto Arsizio, qui lc'è venuto ancora agli ultimi del secolo passato in veste di'ccotoniere, almeno ufflcialmen- lete, quando il padre impiantò ail cotonifìcio di Valle Seria- nna ma già allora i pennelli slo attiravano, e lo occupava- no, assai più che non i telai: .mfln che lo fissarono esclusiva- zate nel 1901, poco!°dopo sposato, l'acquisto della tpatriarcale casa di Rovetta, dcompletato parecchi anni più intardi con quello di un fabbri- '1cato attiguo, dove egli ha orai mente. E con la frequentazio- Pne, venne l'amore per queste |" valli cosi aperte, cosi amene, lo studio. Ogni anno, mesi e mesi, egli ha qui assiduamente lavorato, da più di un cinquantennio: e questi luoghi qui intorno, li ha pazientemente, ostinatamente esplorati, nelle loro possibilità pittoriche: sino a crearsi intorno come un baco il suo bozzolo,! quel tipico mondo tosiano di' cui in principio si diceva.! «L'agro di Rovetta» (qui nel; dialetto dicono ancora agher, per dire il fondo piano e col-| tivato della valle, che è aneora esattamente V ager la-1 tino, pronunciato come proba-! bilmente dicevano i romani), « Presso Fino del Monte », « L'Uccellanda », Strada di S. Lorenzo», chi non li ricorda Questi titoli evocatori di im-l magini agresti, che vivono nel-; la memoria. ; Vedetelo li, il nostro Tosi,; col suo basehetto turchino sul-j le ventitré, il pizzetto arguto all'erta, l'occhio vivo e buo- no, che si tele destreggia tra le vecchie e nuove — sue "e cava fuori, un altra ne mette in miglior luce, una terza ne riPon? — come nel pro- fido elemento. E penso | alU. felicità di un vecchio artista, che abbia lungamente °Perato' e sa di non ayerl° fat" to invano e in quel mondo I di immagini che se creato intorno, contempla il sunto ed; '1 succo di tutta una esistenza.! Alberto Kossi Pf10 "

Persone citate: Alberto Kossi, Arturo Tosi, La Valle, Matisse, Renoir, Tosi