Le drammatiche peripezie per il ricupero della salma

Le drammatiche peripezie per il ricupero della salma L'INGLESE PERITO SUL MONTE BIANCO Le drammatiche peripezie per il ricupero della salma La difficile impresa - II cadavere fatto precipitare sul ghiacciaio e quindi tratto da un crepaccio - L'arrivo a Courmayeur Courmayeur, 13 agosto. Nella sua veste estiva, Courmayeur attendeva di ora in ora 11 ritorno della spedizione di soccorso con il corpo di Roy Bumstead, l'alpinista inglese precipitato sabato scorso dalla parete sud del Monte Bianco. Popolazione e villeggianti avevano seguito ogni fase della vicenda ed erano in ansia di conoscere i drammatici particolari dell'opera di soccorso svolta dalle sei guide. Per quanto fossero state scelte le migliori guide, le ansie e 1 timori non erano infondati. Alle 10,30 di stamane è giunto a Courmayeur R. L. Beurle — il superstite della sciagura — in compagnia dell'inglese Douglas Milner che casualmente si trovava domenica acorsa alla capanna Gamba e che aveva voluto seguire in ogni sua fase l'opera del soccorritori. Il racconto dei due inglesi è stato confermato dallo stesso capo della spedizione di soccorso, la iifiiitfiiiiittifiiiiiiiiiiriiiiiiiimiiiiitiiiiiiriiiiin a l a l a gui^a Arturo Ottoz. Il Beurle — che ostinatamente aveva voluto seguire la squadra di soccorso — ha compiuto questa nuova fatica sicuro che la sua presenza avrebbe agevolato la opera di ricupero della salma; egli ha accompagnato le guide fino a poca distanza dal Colle del Frèney. E' giunto a Courmayeur letteralmente sfinito, aveva la barba lunga, ma il suo sguardo appariva soddisfatto per il felice esito della impresa. Dopo aver pernottato alla capanna Gamba, i soccorritori partirono alle 2 della notte di martedì dal rifugio per portarsi alla base della parete ove — fissata con corde alle rocce — giaceva la salma dell'alpinista inglese. L'attacco alla parete avvenne verso le 6 e l'ascesa era resa più difficile dalla neve fresca e dalla caduta di sassi; nella salita vennero usate tre corde doppie. Alle 9,30 tre guide raggiunsero il cadavere che era più in alto del punto indicato dal superstite, le altre erano rimaste alla base. Assicuratisi saldamente alla parete con le corde, i soccorritori frugarono il cadavere per cercare i documenti: trovarono pochi franchi francesi e la tessera di socio del Club Alpino francese — sezione di Parigi — portante il numero 137020. Gli altri documenti sì trovavano nel sacco alpino che è precipitato nella voragine e non è stato rintracciato. Per quanto le guide abbiano cercato di calare il corpo del Bumstead dalla parete, esse dovettero desistere da questo nobile tentativo perchè veniva messa a repentaglio la loro 3tessa vita. Rinchiuso nel « sacco » il corpo venne fatto precipitare nel ghiacciaio terminale e dopo aver compiuto un volo di oltre 700 metri andò a incunearsi a 35 metri di profondità in un crepaccio. A corda doppia le guide iniziarono la difficile e pericolosa discesa giungendo alle 14 sul bordo del crepaccio. Le guide Ottoz, Jordaney e Beifront si calarono nel crepaccio che era in pessime condizioni e rappresentava un serio pericolo per il precipitare del ghiaccio: la salma venne rintracciata e si dovette usare la massima cautela per portarla alla 8uperflce: le guide si intendevano a segni perchè il parlare avrebbe provocato movimenti della massa dì ghiaccio. Dopo due ore di estenuanti fatiche i soccorritori trassero sul bordo del crepaccio il corpo dell'alpinista. Adagiato su una lamiera di zinco il corpo venne fatto scivolare sul ghiaccio; ma l'avvicinarsi della notte consigliò le guide a lasciare il cadavere e scendere a pernotta- rgaltOscrgtvdzlGsiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii r e e a e ; e e e o e . a e i b i o ì e e re nella capanna Gamba ove giunsero alle 21,30. Tutte le guide presentavano al volto e agli arti i segni della lotta sostenuta contro la montagna; il più grave era Arturo Ottoz che aveva riportato la slogatura di un piede ed era costretto il giorno seguente a rientrare in Courmayeur. Alle 4 di stamane le altre guide si portavano nuovamente sul ghiacciaio e trasportavano fino al rifugio la salma del Bumstead. Arturo Ottoz, zoppicante e dolorante da solo discendeva dalla capanna Gamba e giunto nella densa e selvaggia pineta di Val Veni inforcava la bicicletta e alle 13 era a Courmayeur. Il corpo del Bumstead giungeva in Val Veni alle 17,30 e quindi con un camion veniva trasportato a Courmayeur dove arrivava alle 18. La salma giace ora nel piccolo cimitero vegliata da vecchie guide alpine. Il luogo è méta di un reverente pellegrinaggio di villeggianti e montanari: mani pietose hanno fatto fiorire la camera ardente di un delicato manto di flora alpina. Il console inglese giungerà domani a Courmayeur e disporrà sulla sorte della martoriata salma. Per le guide che hanno compiuto con slancio e nobiltà l'audace impresa il presidente della società, Guido Rivetti, ha avuto parole di vivo elogio. |

Luoghi citati: Courmayeur, Parigi