Sei condanne all'ergastolo in luogo della pena di morte

Sei condanne all'ergastolo in luogo della pena di morte Le richieste del P. M. al processo dì Milano Sei condanne all'ergastolo in luogo della pena di morte L'amnistia per tre degli imputati, per gli altri da 16 a 24 anni di reclusione Milano, 12 agosto. Il col. Egidio Liberti, rappresentante la pubblica accusa nel processo contro gli ex-appartenenti alla legione < Tagliamento >, ha ripreso stamane la parola per affrontare nel quarto ed ultimo giorno della sua serrata requisitoria un argomento molto atteso: l'attività degli ufficiali e sottufficiali dai quali dipendeva l'ufficio politico della famigerata formazione repubblichina. Sin dalle prime battute 11 Pubblico Ministero ha adottato espressioni di dura condanna nei confronti degli imputati Nello Rastelli, Federico Boidi e Leo Goffredo. Tutti agli ordini diretti del console Zuccari che dell'ufficio politico concepito come strumento di tortura psicologica oltreché fisica, era stato l'Ideatore e l'a¬ nimatore. < Questi uomini — ha detto il Pubblico Ministero prima di passare all'esame dettagliato dei fatti — hanno scritto pagine di inenarrabile ferocia macchiandosi di crimini che ripugnano alla natura umana. Inutile dire che a nessuno di essi potrà essere concesso il benefìcio dell'amnistia >. Esponendo i singoli episodi di violenza di cui i membri dell'ufficio politico furono di volta in volta protagonisti il pubblico accusatore ha rievocato le tragiche giornate di Borgosesia dove colonne di partigiani prigionieri venivano fatti sfilare lungo le vie del paese a guisa di ammonimento per la popolazione civile. I giovani ammanettati camminavano a fatica sospinti e pungolati con le canne dei mitra dai militi di scorta e tutti recava- no sul volto 1 segni delle percosse ricevute e delle torture subite. A uno di essi uno sgherro dell'ufficio politico infuriato per non avere ottenuto le desiderate informazicr.i ruppe sul capo un pesante busto in gesso raffigurante Mussolini; il giovane morì poche ore dopo all'ospedale con il cranio sfondato. Ad un altro che si rifiutava di rivelare i nomi dei compagni di lotta bruciarono le piante dei piedi con una torcia e l'avrebbero poi certamente ucciso se un soldato tedesco, inorridito davanti a tanta scelleratezza, non fosse intervenuto di autorità sequestrando il prigioniero per farlo ricoverare all'ospedale. E non fu quello l'unico intervento dei tedeschi contro i torturatori della Ragliamento >. Sovente gli stessi uomini delle SS sgomenti per le forme parossistiche cui si spingeva il sadismo di certi militi si rivolgevano ai superiori comandi affinchè si ordinasse allo Zuccari di far cessare l'indiscriminato massacro. Alla ripresa pomeridiana il Pubblico Ministero ha esordito ribadendo il concetto giuridico fondamentale già espresso in precedenza, secondo cui la repubblica sociale italiana esercitò dopo l'8 settembre '43 una attività antilegale a favore del tedesco Invasore In antitesi col governo reale, unico ritenuto legittimo. Pertanto tutti coloro che volontariamente servirono nella repubblica di Salò devono essere considerati traditori dello Stato italiano. Detto ciò il Pubblico Ministero ha aggiunto che la legione < Tagliamento > in particolare non ebbe mai una funzione politica vera e propria ma soltanto un'attività criminosa. A conclusione della requisitoria il Pubblico accusa tore è passato alla formulazio ne delle seguenti richieste: 1) che tutti gli Imputati siano ritenuti responsabili di concorso nel reato di aiuto al nemico; 2) che a Silvio Ravaglia, Enrico Silvestri e Pietro Muzzi sia concesso il beneficio della amnistia revocando nei loro confronti i rispettivi ordini o mandati di cattura; 3) che Merico Zuccari, Nello Rastelli, Antonio Fabbri, Ennio Cavaterra, Federico Boidi, Arrigo Cavallazzi, siano condannati alla pena dell'ergastolo come sostitutiva della pena di morte relative conseguenze di legge; 5) che con le attenuanti riconosciute dall'art. 26 del codice penale militare di guerra, Carlo Alimonda sia condannato a venti anni di reclusione con il condono di 14 anni e 4 mesi e Oreste Menegozzo sia condannato a 18 anni di re clusione col condono di 13 anni; 6) che infine Enrico Sardo sia condannato a 16 anni di reclusione col condono di 11 an ni e 8 mesi. Prima di concludere definitivamente il Pubblico Ministero ha voluto dare lettura di una commovente lettera inviata alla propria madre da un giovane patriota alla vigilia della fucilazione nel giorno di Pasqua del '44. Nello scritto con semplici ed accorate parole il condannato dichiara di perdo nare ai suoi assassini. Domattina avranno inizio le arringhe defensionali. llllllllllllllllllllllllllItllllItlllllllllllllllllllillllB

Luoghi citati: Borgosesia, Milano, Salò