Una signora denunciata insieme a un medico per aver tentato di mandare il marito al manicomio

Una signora denunciata insieme a un medico per aver tentato di mandare il marito al manicomio Una signora denunciata insieme a un medico per aver tentato di mandare il marito al manicomio Nonostante le apparenze la polizia ha scoperto la delittuosa manovra della donna per liberarsi del coniuge Di un fatto molto grave — conclusosi con la denuncia alla magistratura di un medico e di una giovane signora — si è occupato in questi giorni il commissariato di San Paolo. Nonostante il riserbo che i funzionari hanno mantenuto sulla delicata inchiesta, abbiamo potuto egualmente apprendere interessanti particolari. La protagonista dell'episodio è una signora trentenne, moglie di un commerciante del borgo: una bella donna, bruna, elegante, esuberante. Il marito, accanito lavoratore, sempre immerso negli affari, ha quarant'anni. I due si univano in matrimonio nel 1942. Le nozze sembravano celebrate sotto il segno dell'amore e della felicità: avvenentissima la sposa, d'ottima e solida posizione finanziaria lo sposo. Ma dopo un paio d'anni di convivenza più o meno tranquilla, sorgevano i primi dissapori e scoppiavano le prime violente liti. I caratteri erano troppo diffe¬ (IIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIMIIIIIIIIIIIIinillItllllMl renti, la aignora Intendeva condurre un sistema di vita brillante e vivace, ciò che era in contrasto con le idee del marito. Il quale, a poco a poco, lentamente, cominciava a convincersi che la moglie non lo amava più: e s'avviliva e s'incupiva e si rinchiudeva tutto in se stesso. Questo comportamento — che d'altra parte non aveva nulla di strano e che non si manifestava in forme preoccupanti — induceva la giovane donna a tessere le trame di un gioco veramente infernale: quello cioè di far apparire l'uomo malato di cervello e malato in modo tale da rendersi assolutamente necessario il suo ricovero in manicomio. Senza far trasparire ombra del suo proposito essa consigliava il marito a sottoporsi alle visite di un medico: e al medico Intanto narrava fatti inventati di sana pianta o esagerati o inesatti si da gettare sul disgraziato una sinistra luce di demenza. Negli ultimi tempi la donna riusciva ad llinilllllllllllllIMMIIIIIIIIIillIIIIIIIIIHIIIIIIIIIII ottenere dallo stesso sanitario tre dichiarazioni dalle quali risultava che il commerciante era un soggetto privo di equilibrio mentale, pericoloso per sè e per gli altri: — particolare gravissimo — il medico rilasciava tali dichiarazioni, senza visitare ulteriormente il paziente e senza interrogarlo sui paurosi episodi di follia di cui la donna Io faceva senz'altro protagonista. Con le dichiarazioni in mano la signora si presentava al commissariato San Paolo e, simulando un vivissimo stato di agitazione, pregava 1 funzionari di provvedere all'arresto del marito onde metterlo nelle condizioni di non compiere eventualmente atti di violenza. Agli stessi funzionari essa riferiva che l'uomo da tempo era colto da spaventosi accessi j di pazzia e che temeva continuamente per la sua e per la propria esistenza. Il racconto era altamente drammatico e contornato di sospiri e di lacrime e forse la sovrabbondanza di tali sospiri e di tali lacrime facevano nascere I primi sospetti nell'animo degli indagatori. Essi, immediatamente, convocavano il commerciante e avevano con lui un lungo e approfondito colloquio: e avevano concordemente la sensazione di avere dinanzi non un pazzo, ma semplicemente un pover'uomo amareggiato, scosso nel sistema nervoso, Intristito da un disgraziato matrimonio. Un alienista, chiamato a cura dell'autorità inquirente, non riscontrava nel commerciante, dopo accurato esame, alcun segno di follia: ma solo una forma di esaurimento e di depressione psichica e fisica. In seguito a tale accertamento l'inchiesta del commissariato procedeva a ritmo serrato: e ieri partiva, indirizzata alla magistratura, la denuncia a carico della giovane signora e del medico. Entrambi si difendevano accanitamente, l'una sostenendo di aver realmente riscontrato nel marito sintomi di follia, l'altro assicurando di aver sempre agito rettamente o, comunque, in buona fede. I funzionari di polizia, invece, affermano di aver le prove sicure della colpevolezza della ■lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllftlfllltlllllllllit donna e delle responsabilità del dottore. Deciderà a suo tempo il tribunale: sarà, indubbiamente, un interessantissimo dibattito.

Luoghi citati: San Paolo