Addio a Helsinki di Paolo Monelli

Addio a Helsinki CERIMONIA FINALE ALLO STADIO Addio a Helsinki Gli atleti di tutto il mondo si ritroveranno tra quattro anni in Australia - L'inutile prodezza dell'italiano D'Inzeo - Stupendi voli dal trampolino della Matrice americana Patricia Me Cornik (Da uno dei nostri inviati) Helsinki, 2 agosto. ItBisogna din la verità, coni"un cerio sollievo abbiamo salii-], tato l'ultimo giorno delle olim- Ppindi, aprendo slamane gli oc-ldchi alla luce (fuori di l'. mcta-'<"fora; queste finestre nordiche,1non hanno imposte nò altro >'H Tancora un concorso ip]>ico allo stadio, e la cerimonia ufficiale di chiusura; ma il primo spettacolo, anche se per esso saranno concesse medaglie ohm piche ai migliori, è già fuori delle gare vere c proprie, è uno spettacolo di lusso offerto ai fedeli delle olimpiadi per lasciar loro la bocca buona, ed il secondo sarà una specie di proiezioni a rovi scio dilla ce paro e nemmeno a mezzanotte "si riesce ad avere un po' di\ buio in camera). Domani c'è mlqltgtndrimonta dell'inaugurazione, ìa\gsfilata di congedo degli atleti i(quelli che non siano già par- etifi, com'è avvenuto per parec-\dchic nazioni; e già taluno degli \uatleti che ha trionfato qui cìs\uandato a cogliere allori su altri I campi, come il piemonteseamericano Remigino che in una riunione a Oslo ha battuto il suo proprio record correndo i cento metri in 10" 2/10) e la dichiarazione del Presidente del Comitato Olimpico che i Giuochi sono finiti. A questo punto sarà innalzata la bandiera greca per i noti motivi di primogenitura, poi quella finlandese, ed infine quella austialiano, perché l'Australia ospiterà fra quattro anni la XVI Olimpiade; ed infine un atleta salirà sull'alta torre dello stadio sulla quale arde dall'inizio dell'olimpiade la fiamma recata da Olimpia a qui, e ci soffierà sopra e la spegnerà. (Ci soffierà sopra per modo di dire, chissà che cosa ci vorrà per spegnerla, che non l'hanno affievolita nemmeno un attimo i violenti e lunghi acquazzoni dei giorni scorsi; ho letto su un giornale di qui che le massaie locali si sono chieste con interesse che fuoco sia quello che dura eterno e se sia possibile averne un poco per i loro focolari). II cuore di Zatopek Dietro di un certo sollievo, che le olimpiadi siano finite; nè solo da parte di gente come me che è venuta a vedere queste gare come domani andrà a vedere una rivoluzione, o l'inaugurazione di una biennale d'arte, o le elezioni in America, o la produzione di carbone nella Ruhr, mettendo la sua sensibilità di uomo qualunque e ìa sua incompetenza al servizio di lettori ugualmente sensibili ed incompetenti ; ina anche è forse più, da parte dei tecnici, degli appassionati, dei giornalisti sportivi, dei dirigenti sportivi, e simili. Abbiamo visto tanti campioni e tante gare e tante classifiche, e tante volte abbiamo palpitato parteggiando per questa o quella squadra e per questo o quel campione, che per un pizzo non ne vorremo più sapere; abbiamo bisogno anche noi di far riposare un poco il nostro cuore, come ha dichiarato che vuol fare Zatopek. ritirandosi per qualche tempo dalle dure corse di fondo. Ma qui sto è un anticipare gli stati d'animo, e ne parleremo semmai un'altra volta; oggi mi corre .l'obbligo di darvi le ultime cronache. E trattandosi che era l'ultimo giorno ho voluto strafare, andando a vedere tutto quello che c'era in palio, e ciclismo, e pugilato, e finali di pallacanestro, e gare di nuoto e di tuffi; e così ho visto perdere i nostri ciclisti nella corsa su strada nella quale erano partiti favoritissimi, e che probabilmente avrebbero vinto se avessero fatto un intelligente e ben concordalo gioco di squadra invece di farsi ciascuno la sua corsa per conto proprio, chi in testa chi a metà chi in coda del gruppo, mai una volta insieme per combinare una tattica comune come ha fatto per esempio la squadra belga riuscita vincitrice. E cosi ho visto perdere l'incontro di pallanuoto fra Italia e Jugoslavia per il secondo posto; il primo tempo era finito alla pari, uno a uno, ma il secondo i nostri,.com'era successo l'altra volta contro sc tare ed hanno perduto per tre " ""°;„. , f, auippodromo ho visto un P«««»»° P,ero°rs° nello su dod,cl °s'«c0» <« P'c™ D'Inzeo l'Ungheria, si sono fatti rimon-\ s""n ''"''"" condotta con tanta\1'"'ganza e sicurezza chi ha \ T,'!,''T./«... '" ,J'.ro f'n''ss""° \ "n. caloroso, e ripe-\ ! °. ,? V0"G> P'w cno perqual- concorrente. Ma eli- minati dm cavalieri su tre nel-\la corsa in campagna di ieri 'qui sta di oggi, scoili parsa l'Italia dalla gara, ha amilo soltanto un valori di esibizione, un grazioso regalo fatto agli spettatori. Nuova legge di gravità Prima della partita di palla-', nuoto si ò. avuta alla piscina'dello stadio la finale di alcuneì\garc da cui noi italiani erava-' ino stati esclusi sin dall'inizio;] e di queste la gara di niiotoì\di 1500 metri è stata vinta dai \un campione, degli Stati Uniti ìseguito da un brasiliano e da \un giapponese. Ma quando si I sono collocati sul triplice sgabello per ricevere il premio, abbiamo visto che erano gialli tutti e tre: l'americano c/i-c sitchiama alla cinese o alla giap-\ poiiese Konno, il brasiliano che si chiama. Oliamolo, o il giapponese, che a buon diritto ha un nome giapponese, Kitamura. Anche la seconda arrivata nella finale dei 1/00 ddmetri pcr\dpdotine aveva il colore della re , pubblica stellata, ma si chiama] Kavaloto, ed è, a vederla lassù\ps„n0 .sgabello, proprio una bel ia oineslna. Un moralista o un filosofo troverà strano che un bianc0 ]accia un tifo nazionale, e impazzi dalla gioia, quando capita che il campione della, propria nazione sia un negro, o un giallo, o uno insomma di altra razza ed origine; e gli parrà cagione di meraviglia che gli americani caccino fischi al¬ la disperata — che è il loro mo do di manifestare entusiasmo — p"r un negro clic pare disceso adesso dall'albero, o per un discendente di una coppia di quegli emigranti meridionali aì quali contestano l'accesso al loro paese perchè li considera- no di razza inferiore; o che francesi si commuovano per la vittoria di un algerino o di un te furioso e provinciale per cor\te squadre di calcio che quan- senegalese. Ma tanto strana la [cosci non è; non si fa da noi in Italia un Ufo spropositato, do t'incotto, vincono solo per merito di certi attaccanti sve desi o danesi? E poi oggi c'è stata la finale delle gare di tuffo per le donne: e qui, cari lettori, avete perduto uno spettacolo unico; ,. vedere la bionda e. bella e ben proporzionata Patricia McCor- mik, ritta sul margine del trampolino alto 10 metri, spiccare sottile e succinta contro il cielo, nia con un petto da dea greca, che l'attillata maglia ri vela ma non altera; e sten dcrc le braccia parallele di natisi a se, poi alzarle con giunte in alto, poi lanciarsi all'indictro nel vuoto c rigirare tre volte su se stessa e terminare a inani unite e a capo fitto nell'acqua senza che mai un momento quella sua armonia composta di membra si alteri, è cosa che fa pensare agli angeli, alle fate, c si capisce che tutti i diecimila spettatori che gremivano le gradinate siano usciti in un urlo. Elegantissimi tuffi hanno fatto anche le altre ragazze in [gara, rinnovandoci ogni volta « piacere di vederle librarsi ,nell'aria in volte e piroette ; ma di nuovo un grido tempestoso suscitò la l'iitctfn'cc Patricia al secondo tuffo. Afferrò l'orlo del trampolino con le mani, alzandosi sulle braccia e levan do le gambe, prima a spaccata, poi diritte e unite; e restò così per un'eternità, immobile, in un equilibrio che.pareva naturalissimo, ubbidiente a una nuova legge di gravità; e poi si lasciò andare come a malincuore, si riversò al di fuori con le braccia allargate, si rigirò due volte e tornata diritta si rovesciò di nuovo all'indietro, e così ribaltandosi quasi avesse l'appoggio di un invisi bile, trapezio, si infilò come una freccia nell'acaua. Paolo Monelli Bolognesi che ha vinto ad Helsinki 11 titolo del leggeri

Persone citate: D'inzeo, Kitamura, Zatopek