Altri due omicidi del mostro di Vetriolo

Altri due omicidi del mostro di Vetriolo Altri due omicidi del mostro di Vetriolo Processato per un feroce delitto precedente allo sterminio della propria famiglia Trento, 24 luglio. Il pluriomicida di Vetriolo, Aldo Garollo che nel dicembre '46 uccise a colpi di mitra il padre, la madre e i tre amici Avancini e ferì gravemente sua sorella, e che per questo feroce eccidio fu condannato alla pena dell'ergastolo, è stato oggi — per disposizione del giudice istruttore del nostro Tribunale, dott. Agostini — rinviato nuovamente a giudizio della nostra Corte d'Assise. Egli dovrà rispondere di un altro feroce delitto, commesso due mesi prima della strage di Vetriolo: l'uccisione di due contadini di Palù aggrediti nel loro alpestre casolare da sette giovani mascherati che sarebbero stati al comando del criminale Garollo. Il misfatto avvenne in un cascinale d'alta montagna il 9 settembre 194(5. I giovani malviventi, armati di mitra e di pistole automatiche, si erano introdotti nell'abitazione del contadino Domenico Moltrer con l'intenzione di rubargli i quattrini che aveva recentemente ereditato da uno zio di America. Il poveretto cercò di convincerli che aveva deposto i denari alla Cassa di Risparmio, ma i banditi lo torturarono per fargli rivelare il nascondiglio del denaro. La moglie del Moltrer, terrorizzata, promise allora di consegnare quel poco denaro che teneva nella sua stanza da letto, ma 1 banditi spararono alcuni colpi di mitra contro il disgraziato contadino, uccidendolo. Gli spari richiamavano l'attenzione di un cugino del Moltrer, certo Gaspare Tassainer, che abitava nella casa di fronte. Egli accorreva immediatamente, ma aveva fatto solo pochi passi nella strada che veniva ucciso. Secondo la sentenza del giudice istruttore risulta che la sorella di una delle vittime, Margherita Moltrer una povera vecchietta sessantenne, ha confermato all'autorità Inquirente di aver riconosciuto nel Garoljo una delle sette persone che compirono l'eccidio di Palù. La povera contadina alla quale l'ufficio di un magistrato desta un sacro terrore, non aveva mal trovato il coraggio di denunziare questo importante particolare di cui era a conoscenza. Dopo alcuni anni, si confidò in gran segreto ad una sua amica. La notizia si divulgò rapidamente tino a raggiungere il palazzo di giustizia. Interrogata dal magisterato, la Moltrer ha riferito che un'ora prima del delitto si trovava in campagna, quando vide giungere da Vetriolo sette giovani. Dal modo di vestire e da qualche parola che si scambiarono, comprese che erano persone di qualche paese vicino; e poiché le passarono accanto ebbe la possibilità di osservarle. Notò così che l'ultimo del gruppo portava nel sacco da montagna un oggetto nascosto in uno straccio e che sembrava un mitra. All'inizio del primo processo contro il Garollo, la donna che era scesa a Trento per assistere al dibattimento, appena il giovanissimo criminale le passò vicino per essere tradotto nell'aula dell'Assise, lo riconobbe immediatamente per uno dei sette che erano transitati davanti al suo casolare un'ora prima della uccisione dei due contadini, e precisamente per quello che portava lo zaino sulle spalle. Con l'odierna incriminazione del Garollo, è stato così rivelato anche il movente che lo indusse ad uccidere i suoi genitori e i tre amici Avancini. Egli voleva cioè far scomparire le tracce del precedente delitto di Palù, perchè uno dei suoi amici Avancini, che con lui aveva partecipato all'uccisione dei due contadini, aveva rivelato al padre il delitto di cui il Garollo si era reso colpevole.

Persone citate: Agostini, Aldo Garollo, Domenico Moltrer, Gaspare Tassainer, Margherita Moltrer, Moltrer

Luoghi citati: America, Palù